L'esercizio commerciale di piazza Duomo, dove il 68enne è stato vittima di un agguato, è stato sospeso per ordine del questore. Tra i motivi c'è anche la frequentazione da parte di pregiudicati. Intanto le indagini vanno avanti e la pista del regolamento dei conti nell'ambito dello spaccio resta quella più plausibile
Lentini, sospeso il bar dove è stato ferito Proto Chiusura di dieci giorni disposta dalla questura
Resterà chiuso per i prossimi dieci giorni il bar Jessica di Lentini, dove la sera del 17 novembre Luigi Proto, 68enne con precedenti per spaccio, è stato colpito con un’arma da fuoco. È quanto ha stabilito il Questore di Siracusa, che ha disposto la sospensione dell’attività. Ieri mattina, gli agenti del commissariato di Lentini, coordinati dal vice questore Marco Dell’Arte, hanno notificato il provvedimento alla titolare del bar di piazza Duomo, «nell’ottica di prevenire ulteriori possibili fonti di pericolo a garanzia di interesse pubblici primari quali la sicurezza e l’ordine pubblico».
Ad aver fatto scattare la sospensione, però, c’è anche un altro fatto: la frequentazione di pregiudicati che si riunirebbero nel bar in questione. Secondo quanto fa sapere il dirigente del commissariato di Lentini, difatti, la decisione scaturisce dall’articolo 100 del Tulps (Testo unico delle leggi sulla pubblica sicurezza), che può essere applicato in caso di «tumulti o gravi disordini», oppure «qualora il locale sia abituale ritrovo di persone pregiudicate o pericolose». Non ci sarebbero comunque altri legami con l’agguato di venerdì scorso.
Intanto proseguono le indagini per fare luce sulla dinamica dell’agguato di venerdì scorso. Il killer che ha sparato contro Proto non ha ancora un volto. Dalle ricostruzioni dei carabinieri, guidati dalla capitana della compagnia di Augusta Rossella Capuano, il sicario sarebbe venuto fuori da una strada limitrofa alla piazza, la via XX settembre e, col volto coperto, ha esploso dieci colpi con un’arma di piccolo calibro all’indirizzo della vittima, che è stata raggiunta da un solo proiettile all’addome. Gli investigatori, che mantengono il massimo riserbo, stanno lavorando su diverse piste. Al momento quella più plausibile resterebbe quella di un regolamento di conti nell’ambito del traffico di stupefacenti.