L'amministrazione di Saverio Bosco è riuscita negli ultimi mesi a portare la percentuale al 16 per cento. Un dato ancora lontano dagli obiettivi previsti dalla legge, ma che fa ben sperare. «Pochissimi ci credevano, ma ora il lavoro di squadra tra giunta, consiglieri, operatori ecologici e cittadini comincia a dare risultati», commenta
Lentini, passi avanti nella raccolta differenziata Grazie anche alla comunicazione su Whatsapp
Tre mesi. Tanto ha impiegato il Comune di Lentini per arrivare a differenziare il 16 per cento dei rifiuti prodotti, rispettando le due ordinanze emanate dal governo regionale, in sinergia col ministero dell’Ambiente, che imponevano ai sindaci di migliorare la raccolta per uscire dall’emergenza rifiuti. «Pochissimi ci credevano in campagna elettorale, ma ora il lavoro di squadra tra giunta, consiglieri, operatori ecologici e cittadini comincia a dare importanti risultati», ha detto il primo cittadino Saverio Bosco, sottolineando quanto sia stato importante l’impegno «che la nostra città ci ha messo per aumentare sempre di più la percentuale di differenziata».
Dato che – anche se distante da quelle di altri territori che hanno addirittura toccato il 66 per cento nel mese di ottobre, come nel caso di Isola delle Femmine, in provincia di Palermo – denota l’impegno che l’amministrazione Bosco, da luglio, ha messo in campo attraverso una serie di strategie, a partire dalla comunicazione: incontri con gli studenti delle scuole, convegni, info point nei quartieri, video dimostrativi, avvisi. Sia sulla pagina Facebook istituzionale che su un canale WhatsApp creato ad hoc, in cui sono state illustrate di volta in volta, alle utenze, le varie fasi di differenziata. La campagna di informazione, dal titolo #differenziamoci, è costata all’ente comunale soltanto «500 euro per la stampa di 40mila calendarietti per le due fasi» fino ad oggi completate. Dal primo novembre, a seguito dell’eliminazione dei cassonetti dalle strade – sostituiti da punti di raccolta fissi – il servizio è stato potenziato con l’avvio del porta a porta, che prevede quattro giorni a settimana il ritiro dell’indifferenziata e due giorni a settimana quello della differenziata.
«Al momento stiamo raccogliendo solo la frazione secca, avviando un dialogo con la Regione e alcuni impianti dell’isola per avviare quanto prima anche la raccolta dell’umido», spiega il vicesindaco Alessio Valenti, che ha aderito alla settimana europea per la riduzione dei rifiuti, nell’ambito della quale è stato inaugurato un eco-punto dove è possibile conferire carta e cartone, plastica e alluminio, vetro, elettrodomestici e altro. Tra gli obiettivi anche la riduzione della Tari.
Di strada da fare per arrivare alla «virtuosità» tanto ambita ce n’è ancora molta, ma il risultato conseguito fa ben sperare se paragonato, per esempio, a Siracusa, dove la differenziata – secondo il rapporto Ispra 2016 – resta bloccata al 7,9 per cento, che la classifica tra le peggiori province italiane, dopo quella di Palermo ferma al 7,8. Numeri in controtendenza all’obiettivo imposto dall’Unione europea del 50 per cento di differenziata, da raggiungere entro il 2020.
Il report di Pasquale Nania, ex responsabile del catasto siciliano dei rifiuti, presentato da Legambiente a maggio 2016, aveva messo in chiaro il «fallimento del sistema siciliano dei rifiuti». Secondo l’esperto, «la raccolta dei rifiuti urbani in Sicilia è da sempre effettuata in maniera prevalentemente indifferenziata, con percentuali massima e minima rispetto al totale raccolto stimate tra circa il 98 per cento (anno 1999) e l’87 per cento (anno 2013) e, in conseguenza, con un tasso trascurabile di raccolta differenziata». Dalla pubblicazione era emerso, inoltre, che «la media di raccolta differenziata della Sicilia è sempre stata più bassa della media nazionale e di quella meridionale, risultata nel 2014 più del doppio di quella siciliana (28,9 per cento contro 13,4 per cento e 31,3 per cento contro 12,5 per cento), nonostante nel 1999 le due percentuali fossero pressoché identiche (2 per cento contro 1,9 per cento)». Secondo Nania, nel triennio 2012-2014 la Sicilia, tra tutte le regioni, «ha fatto registrare la più bassa percentuale, totale e pro capite, di raccolta differenziata, distante dagli obiettivi previsti dalla normativa». Nel 2015, Ispra ha registrato nell’Isola una raccolta differenziata pro capite al di sotto dei 60 kg per abitante per anno.