Andrea Libertini e Nicholas Vincenzo Sanzaro erano stati già fermati ad aprile 2016. Per loro, la custodia cautelare era venuta meno, ma la Procura ha fatto ricorso e la richiesta è stata accolta dal Tribunale. Sono accusati di atto incendiario ai danni di una ditta e di rapina aggravata in concorso
Lentini, due arresti vicini al clan Nardo-Sabastile Erano stati già coinvolti nell’operazione Uragano
Due nuovi arresti nell’ambito dell’inchiesta Uragano, su un gruppo di malviventi legati al clan Nardo-Sambastile. A disporli è stato il Tribunale di Catania, a distanza di dieci mesi dall’operazione che portò alla custodia cautelare per 17 persone. A essere fermati, in queste ore, sono stati Andrea Libertini, 22 anni, e Nicholas Vincenzo Sanzaro, di 19 anni. Per il primo l’accusa è di avere dato fuoco ai beni di una ditta, mentre Sanzaro è ritenuto responsabile di rapina aggravata in concorso. A eseguire i provvedimenti sono stati gli agenti del commissariato di Lentini, città dove Sanzaro e Libertini vivono.
A essere arrestati ad aprile dell’anno scorso erano stati anche Alfio Calabrò, 23 anni; Maurizio Sambasile, 43; Filadelfo Amarindo, 64 anni; Salvatore Palermo, 54 anni; Antonino Corso, 35 anni; Francesco Pappalardo, 32 anni; Giuseppe Infuso, 51 anni; Sebastiano Buremi, 22; Salvatore Amato, 35 anni; Concetto Scrofani, 26 anni; Francesco Siracusano, 26 anni; Miriam Coco, 23 anni. Per Libertini e Sanzaro, il provvedimento era venuto meno, ma la Procura ha fatto ricorso.
A margine degli arresti, l’allora reggente della Procura di Catania, Michelangelo Patanè, aveva dichiarato: «Le vittime delle intimidazioni e delle estorsioni andavano in commissariato a denunciare, per esempio, il furto di un’auto senza dire però di avere ricevuto una richiesta di denaro per il riscatto. La banda fermata aveva una forte capacità intimidatoria perché vicina al clan Nardò».