Le visite del nuovo re d’Inghilterra in Sicilia Cibo, regali e l’incontro con Fulvio Frisone

È una calda mattina del 30 aprile del 1985 quando, intorno all’ora di pranzo, l’aereo a turbo elica handover della corona britannica atterra a Catania da Roma Ciampino. A scendere la scaletta sono l’allora principe Carlo d’Inghilterra – oggi re, dopo la morte di sua maestà la regina Elisabetta – e l’allora moglie, lady Diana. La loro intensa giornata siciliana comincia con una colazione catanese nell’agrumeto in contrada Cardinale di Mario Ciancio Sanfilippo, editore e storico direttore del quotidiano La Sicilia. Una visita finita anche agli atti del processo nei confronti dell’imprenditore, accusato di avere condizionato la linea politica della testata – e i suoi affari – in favore di Cosa nostra. Una tesi rifiutata dai legali di Ciancio, i quali sostengono che una eventuale mafiosità non sarebbe sfuggita ai servizi segreti inglesi, impedendo la visita del futuro re. 

Storia ipotetica a parte, quello che resta è la passeggiata dei reali attraverso gli 83 ettari della tenuta, tra gli operai al lavoro, scambiando quattro chiacchiere. Le cronache raccontano di Carlo d’Inghilterra interessato alle macchine agricole e della compianta principessa Diana estasiata dall’odore della zagara e intenta a scattare delle foto per il suo album privato. Poi il pranzo nel palmento, con trenta commensali. Menu pasta con le sarde e alla norma, involtini in foglie di limone e pesce spada al forno. Per concludere: cassata, cannoli e gelato. Sapori particolarmente apprezzati dalla principessa, che avrebbe anche portato con sé un po’ di Sicilia: in un barattolo di quasi cinque chili di miele di zagara. Solo uno dei regali ricevuti: insieme a un braccialetto di corallo per lei e a un antico reperto archeologico da 20 milioni di lire per Carlo d’Inghilterra, da parte dell’allora presidente della Regione Rino Nicolosi.

Nel pomeriggio l’arrivo in Maserati a Ortigia, Siracusa, per sistemarsi a bordo dello yacht reale Britannia. Ad attenderli all’imbarco, sotto il sole cocente, una folla festosa composta per lo più da piccoli alunni in grembiule scolastico, in attesa di vedere dal vivo un principe e una principessa. Sorrisi, qualche stretta di mano e poi a bordo. Una permanenza durata meno di un’ora, per riprendere il tour verso la zona archeologica aretusea. Le cronache sono fitte di commenti sul look della principessa, indiscussa icona di stile che aveva già conquistato i fotografi con il suo buongiorno in italiano. Ben più dell’abbigliamento del futuro re, descritto con un elenco di dettagli senza troppa enfasi. E d’altronde, anche in Sicilia, è lei che i fotografi chiamano, provando a strappare un saluto o un bacio verso l’obiettivo.

La visita è proseguita all’orecchio di Dionisio e al teatro greco, impegnando tutto il pomeriggio reale, per concludersi di nuovo a bordo dello yacht, salpato alle 19 verso la Puglia. Non prima però di un incontro meno istituzionale: i principi, infatti, a Siracusa hanno incontrato anche Fulvio Frisone, allora giovanissimo scienziato, poeta e pittore disabile che aveva fatto recapitare sul Britannia un suo quadro. Si dovrà attendere qualche anno, esattamente il 1990, per rivedere il nuovo re in Sicilia. Una vacanza solitaria, sempre nel Siracusano, ospite dei marchesi Giuseppe e Fiamma Paternò Castello di San Giuliano. Senza incontri istituzionali né flash di fotografi.


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