Flavia e Simona sono due donne che hanno approfittato della nuova legge che permette a semplici cittadini, adeguatamente formati, di assistere i ragazzi arrivati in Italia senza genitori. Che restano nelle strutture ma vengono accompagnati in tutto il loro percorso. Tra difficoltà e soddisfazioni, ecco le loro esperienze
Le storie dei volontari tutori dei minori stranieri L’integrazione tra scuola, gelati e passeggiate
È quasi ora di pranzo in casa Bottaro. Oggi il menù prevede pasta alla norma. Flavia sta disponendo sul tavolo della cucina tutti gli ingredienti necessari per la preparazione della ricetta. Al suo fianco, pronte ad apprendere i segreti dell’arte culinaria siciliana, tre giovani nigeriane, rispettivamente di 14, 15 e 16 anni. Flavia è un tutore legale di minori stranieri non accompagnati e da qualche mese ha ricevuto la loro tutela. Ma, confessa, «sono ormai parte integrante della mia famiglia». La diffidenza iniziale delle tre ragazzine, vittime di tratta, ha lasciato spazio alla fiducia e al rispetto reciproco. «Da quando sono entrate nella mia vita, ho imparato il valore del sorriso e l’importanza della condivisione», afferma.
Flavia Bottaro vive a Siracusa, ha 57 anni ed è un’impiegata comunale. È tutore volontaria dal 2013. «Mi sono avvicinata all’associazione siracusana Accoglierete, nata proprio nel 2013 con lo scopo di tutelare i minori migranti, perché sentivo la necessità di fare qualcosa che potesse essere utile a questi giovanissimi che arrivavano da soli sulle nostre coste», spiega. La sua prima esperienza è stata con un ragazzo egiziano di 17 anni. «Ricordo che durante il tragitto che mi separava dal campo di prima accoglienza non sapevo cosa aspettarmi, mai avrei pensato che di lì a poco la mia vita sarebbe cambiata», dice.
Per affrontare l’imbarazzo inziale del primo incontro, Flavia propone al giovane una passeggiata e un gelato. «Nonostante parlassimo due lingue diverse, siamo subito entrati in sintonia». Da quel giorno, ogni occasione diventa buona per stare insieme. Dopo due mesi, il minore viene trasferito in una struttura di seconda accoglienza a Palermo e Flavia è costretta, a malincuore, a salutarlo. «Un giorno mi squilla il telefono – racconta – e dall’altra parte c’è lui che in un italiano stentato mi dice: “Flavia, non ringraziarmi per la telefonata. Sono io che devo esserti grato per tutto quello che hai fatto per me“».
«Il tutore – racconta a Meridionews Federica Bellassai, operatrice socio legale dell’associazione Accoglierete – è un volontario che dà la sua disponibilità, a titolo gratuito, a diventare il rappresentante legale di un minore straniero non accompagnato. È opportuno precisare che non si tratta di una presa in carico economica, domiciliare o di un’adozione perché i ragazzi restano nelle proprie strutture di accoglienza. Ma è una guida che affianca i minori nelle procedure relative al permesso di soggiorno, la richiesta di protezione internazionale, l’orientamento all’attività lavorativa, l’iscrizione a scuola e tutte le problematiche legate allo stato di salute o alla sfera psicologica».
«Sono tutore volontario dal cinque agosto 2013», racconta Simona Cascio, 39 anni, presidente Arci Siracusa e una dei membri fondatori di Accoglierete. Laureata in scienze politiche e specializzata in immigrazione, attualmente ha in carico più di un minore. «Mi occupo di due ragazzi egiziani di 16 e 17 anni, di una ragazzina della Costa D’Avorio e di un’altra proveniente dalla Nigeria con la quale ho un rapporto speciale. Quest’ultima è una vittima di tratta che non vive più sul nostro territorio, ma che continuo a seguire. Per evitare che restasse in una struttura di prima accoglienza – spiega – le ho trovato una comunità alloggio lontano da Siracusa. Preferisco che sia ospitata in una struttura con dodici persone piuttosto che in un luogo affollato. Uno dei ruoli del tutore – ci tiene a precisare – è proprio quello di fare in modo che i ragazzi non rimangano a lungo in questi mega centri super colmi».
Tra le esperienze più belle, racconta Simona, c’è quella con un ragazzo egiziano di 17 anni che sognava di fare il medico. «Sono diventata il suo tutore nel 2014. Intelligente, curioso e con tanta voglia di imparare, ha terminato la scuola frequentando due anni in uno. Di recente, ha fatto l’esame per entrare in un college che ha superato brillantemente classificandosi dodicesimo su ottocento partecipanti. Anche se si è trasferito in un’altra città per studiare, siamo sempre in contatto».
Di norma, al compimento della maggiore età, cessa la tutela ma non i legami che si sono instaurati. «Il rapporto affettivo che nasce tra un tutore e i minori presi in carico – rivelano le due donne – va oltre il semplice disbrigo delle pratiche burocratiche. Noi continuiamo a restare il loro punto di riferimento». Il loro bisogno di affetto e fiducia nell’altro, malgrado tutto, è più forte. «Bisogna tenere conto del loro vissuto. Per comprenderli, è necessario guardare le cose attraverso il loro punto di vista che, per noi, è possibile solo provando a condividere una parte della loro vita», dice Flavia. Una scelta che entrambe rifarebbero senza pensarci due volte nonostante le difficoltà burocratiche. «Dobbiamo fare i conti – accusa Simona – con le istituzioni che non sempre rispondono alle nostre richieste di spostare i minori».
Con l’approvazione della legge 47 del 7 aprile 2017, detta Zampa, la figura del tutore volontario diventa regola. In questo modo tutti i liberi cittadini, opportunamente selezionati e formati, potranno essere inseriti nell’elenco dei tutori volontari istituito al Tribunale per i minorenni. Per la nuova direttiva, requisiti necessari per diventare tutore sono la residenza in Italia, aver compiuto il 25esimo anno di età e la mancanza di precedenti penali. «Alla luce della nuova normativa – chiarisce l’operatrice di Accoglierete – abbiamo attivato un corso di formazione per tutori volontari, precedentemente selezionati, incentrato sui ruoli del tutore in tutto quello che è il percorso di regolarizzazione e di integrazione del minore sul territorio. Alla fine del corso Accoglierete trasmetterà tutte le richieste di inserimento dei partecipanti al garante regionale che, a sua volta, li comunicherà al Tribunale per i minori. Dopo questa procedura, il tribunale potrà nominare un tutore per ogni minore».
Per l’associazione siracusana questo modo di operare non è nuovo. Di fatto, la legge ha ufficializzato il lavoro che avevano già portato avanti da anni. «Siamo la prima associazione di tutori volontari in Italia, promotori e precursori dal 2013 di questo modello di tutela e presa in carico dei minori stranieri. Negli anni, abbiamo creato una rete di oltre 180 tutori legali volontari che ha affiancato più di duemila minori». E, infine l’operatrice conclude: «Riteniamo che questa normativa, in considerazione dell’alto numero di minori stranieri presenti sul territorio, sia un’ottima opportunità perché permetterà ad ogni tutore di seguire le esigenze di un singolo minore. In Sicilia sono stati organizzati corsi a Palermo e Catania ma anche altre città si stanno attivando. Sono tante le persone che, avendo fatto questa esperienza, riescono a sensibilizzare la società».