«D’ora in poi non si potrà prescindere da quanto scoperto», annuncia Paolo Giansiracusa, docente all’Accademia delle belle arti di Catania e curatore della mostra in provincia di Enna. I dipinti oggetto di analisi sono stati Ritratto di Paolo III col camauro e Ritratto di Dama
Le scoperte sui quadri di Tiziano a Troina «Novità fondamentali per studiare l’artista»
«Una mostra non può limitarsi a una semplice esposizione di quadri ma, per avere un valore scientifico, deve puntare a dare identità all’opera». Con queste parole Paolo Giansiracusa, ordinario di Storia dell’arte all’Accademia delle belle arti di Catania e curatore della mostra Omaggio a Tiziano- capolavori a confronto, spiega a Meridionews le scoperte di altissimo valore scientifico relative ai dipinti che, fino al 15 ottobre, rimarranno esposti a Troina.
Ritratto di Paolo III col camauro e Ritratto di Dama di Tiziano; ma anche La Madonna delle rose in trono dei fratelli Luini; Ritratto d’uomo, ufficiale ignoto di Van Ravesteyn e l’Ecce Homo, attribuito agli allievi della bottega di Antonello da Messina, sono stati oggetto di studi approfonditi dai quali sono emersi aspetti inediti che faranno discutere studiosi ed esperti d’arte. «Prima di arrivare a Troina – spiega Giansiracusa – il quadro di Tiziano era definito genericamente Ritratto di dama. Partendo da un’iscrizione presente sul margine destro del dipinto (Anno aetatis suae XXV), abbiamo capito che la dama, nel momento in cui viene ritratta, ha 25 anni. La fanciulla è raffigurata con un abito da sposa tipico del Rinascimento, ha un anello nell’anulare della mano sinistra, con la quale stringe una scatoletta, e indossa una collana che all’epoca si regalava alle ragazze che andavano in sposa. Facendo delle comparazioni tra questa donna e Lavinia, la figlia di Tiziano, più volte raffigurata dal padre in altre opere, abbiamo capito che si trattava della stessa persona. Attraverso questo nuovo elemento - aggiunge il professore – abbiamo potuto datare con certezza il dipinto. Lavinia è nata nel 1530, va in sposa all’età di 25 anni a Cornelio Sarcinelli, un ricco gentiluomo dell’aristocrazia di Serravalle, dunque il dipinto è stato realizzato da Tiziano nel 1555 e non nel 1545 come si pensava precedentemente».
Anche dall’altro quadro del pittore veneto, Paolo III col camauro, esposto per la prima volta al pubblico, arrivano importanti novità. «Alle spalle di Paolo III – continua Giansiracusa – c’è una finestra dalla quale si vede un paesaggio particolare e, fino a qualche mese addietro, non si sapeva quale fosse. Facendo delle analisi sul territorio emiliano, si è scoperto che è un paesaggio appenninico che si può ancora oggi ammirare da Castell’Arquato, un piccolo paese che durante il Rinascimento apparteneva ai feudi di Costanza Farnese, una delle figlie di Paolo III. Il dipinto è del 1543 – spiega il curatore della mostra – anno in cui il Pontefice si trova a Castell’Arquato per incontrare Carlo V, al fine di concordare tutti gli aspetti organizzativi del Concilio di Trento che porterà alla Controriforma. Il Papa lo attende nel paesino emiliano insieme a Tiziano. In attesa dell’incontro – spiega lo studioso – Tiziano ritrae Paolo III creando non solo una figura vera, che rompe con quel modello di idealizzazione tipico dell’epoca, ma realizzando anche la prima versione, che è quella esposta oggi a Troina, di una lunga serie di opere che vedranno ritratto Paolo III fino all’ottocento. Questo accade – conclude Giansiracusa – perché la figura di questo Papa era diventata la bandiera della Riforma cattolica e ogni volta che si metteva il suo ritratto si annunziava la regola della Controriforma».
Il lavoro certosino del curatore della mostra ha permesso inoltre di far luce sui rapporti tra i fratelli Luini e Leonardo. Un legame che emerge dallo studio dei taccuini e dei disegni di Aurelio Luini, al quale, insieme al fratello, viene attribuita La Madonna delle rose in trono. «Bernardino Luini, allievo di Leonardo e padre degli autori della splendida pala d’altare – continua Giansiracusa – portò via dalla bottega del maestro fiorentino due oggetti: il cartone di Sant’Anna, un disegno che non è più in Italia, e un libricciuolo, secondo la definizione dei cronisti del tempo, con dei disegni di Leonardo. Questo materiale fu ereditato dal figlio Aurelio che copiò più volte i disegni di Leonardo, acquisendo la sua tecnica e il suo stile. Non avendo documenti d’archivio su Aurelio Luini – aggiunge il docente – dopo un’ approfondita ricerca, ho scoperto in una collezione veneziana, quella dei Canonici Lateranensi, un disegno di Aurelio Luini dove è ritratta una Madonna col bambino. Confrontando le due opere ho notato delle straordinarie analogie. Con molta probabilità si tratta del disegno preparatorio della pala esposta oggi a Troina».
Una mostra che ha segnato, dunque, l’inizio di un’intensa attività culturale che, partendo dal ritratto di Paolo III col camauro, ha portato all’organizzazione di convegni, seminari, interventi didattici e ricerche di alto valore scientifico che saranno a lungo oggetto di dibattito per gli studiosi. «D’ora in poi – conclude Giansiracusa – non si potrà prescindere dalle scoperte fatte a Troina per studiare Tiziano».