Le Ribelli, storie di donne che hanno sfidato la mafia per amore

«L’idea di scrivere un libro sulle donne siciliane che hanno combattuto la mafia è nata durante la presentazione di un libro scritto da Rita Borsellino. In questa occasione era presente uno scrittore siciliano, Vincenzo Consolo. Mi disse che queste donne gli ricordavano quelle raccontate dalle tragedie greche: urla, dolore, amore».

Così Nando dalla Chiesa inizia a parlare del suo libro Le ribelli- Storie di donne che hanno sfidato la mafia per amore, presentato giovedì 8 marzo a Catania, alla biblioteca Ursino – Recupero.

Dalla Chiesa evoca Antigone, parla della legge del sangue e di quella del diritto. Ma parla soprattutto di storie quotidiane: storie di madri come Felicia Impastato, o di sorelle come Rita Borsellino. «Quante urla, quante di queste donne ho incontrato – continua l’autore –. Le loro vite coprono mezzo secolo di storia italiana. Sono vite diverse, ma unite da un dolore comune per l’amore violato per i propri figli, i propri fratelli trucidati dalla mafia. Sono donne che inconsapevolmente hanno fatto la storia, trasformando nomi sconosciuti in simboli della lotta alla mafia».

Il libro – ha ancora spiegato l’autore – si ispira a una “teoria della giustizia”, che consiste nel «far rivivere i morti, attraverso il ricordo e la speranza». A presentarlo, insieme dalla Chiesa, sono state alcune donne: il magistrato Marisa Acagnino, la professoressa Marinella Fiume, Pinella Leocata dell’Udi, Grazia Giurato di Cittàinsieme. E la stessa Rita Borsellino, una delle protagoniste del libro, che ha spiegato come gli anni seguiti alla strage di via D’Amelio siano stati per lei segnati da continue scelte. «È strano essere chiamata ribelle – ha detto la Borsellino –. Io sono sempre stata una persona mite, timida, chiusa dentro un guscio protettivo. Dopo la morte di Paolo, mi sono ribellata al significato di quella morte, non l’ho accettato. Volevo che continuasse a vivere nei pensieri di tutti coloro che avevano creduto in lui e nei suoi progetti di una Sicilia libera dal potere mafioso. Anche nei momenti di stanchezza pensavo di non mollare, di non darla vinta a coloro che hanno costruito il loro impero sul silenzio e sulla paura della gente. Sono legata alle donne raccontate nel libro dalla speranza di un futuro diverso».

Quelle raccontate da dalla Chiesa sono storie di lotte, di giustizia, di speranza, di rinascita. Storie di lotta alla mafia, di una battaglia ancora dura e lunga, ma possibile. Il libro di dalla Chiesa si chiude con una citazione di Machado che ne riassume il senso: «Viandante, tu che cammini, la strada non c’è, la strada si forma camminando».


Dalla stessa categoria

I più letti

Giustizia per Emanuele Scieri

Sono stati condannati i due ex caporali Alessandro Panella e Luigi Zabara. Finisce così il processo di primo grado con rito ordinario per l’omicidio volontario aggravato del parà siracusano Emanuele Scieri, avvenuto all’interno della caserma Gamerra di Pisa nell’agosto del 1999. Per loro il procuratore Alessandro Crini aveva chiesto rispettivamente una condanna a 24 anni e 21 anni, […]

Catania archeologica, l`occasione mancata

In una nota protocollata al Comune etneo a metà gennaio l'associazione di piazza Federico di Svevia chiede di gestire il bene del XII secolo, abbandonato, per garantirne «a titolo gratuito e senza scopo di lucro, la fruibilità». Adesso interrotta dal cambio del lucchetto del cancello da cui vi si accede e dalle divergenze con uno degli abitanti, che risponde: «C'era il rischio per la pubblica incolumità»

I processi a Raffaele Lombardo