Le ragioni del dissenso

Intervento del Prof. Vincenzo Di Cataldo, Preside della Facoltà di Giurisprudenza (estratto dalla bozza di Verbale del Senato Accademico di lunedì 31 gennaio 2011).

Il Preside Di Cataldo segnala che, a proprio parere, il percorso proposto dal Rettore per la  nomina della Commissione che predisporrà la bozza di nuovo statuto è gravemente deficitario. Non è stata preventivamente effettuata, nonostante vari Presidi lo abbiano espressamente chiesto, alcuna discussione dei criteri che dovrebbero presiedere all’individuazione dei nomi, e neppure una discussione di possibili candidati. Non è stata neppure rispettata, cosa gravissima e priva di precedenti, la promessa fatta dal Rettore in Senato, di “concordare” i nomi con i Presidi. Il Preside Di Cataldo riferisce che nessun contatto il Rettore ha avuto con lui prima della delibera del Consiglio, che, su proposta del Rettore, ha, tra l’altro, nominato un rappresentante della Facoltà di Giurisprudenza. Questo modo di procedere, proprio in quanto immemore di qualunque motivazione e di qualunque condivisione, può andar bene se si vuol scegliere un gruppo di amici per una partita a carte, non per comporre una commissione che deve preparare il nuovo statuto dell’Università. 

Tutto ciò umilia e penalizza la comunità universitaria, e discrimina fortemente l’Ateneo catanese rispetto a tutti gli altri Atenei italiani, ove in questi giorni si procede con ben altro stile. Riforme di questa portata, che si riflettono sul futuro delle prossime generazioni di studenti, non possono essere progettate dal solo Rettore. Esse richiedono discussione, confronto, attenzione, capacità di ascolto, partecipazione e condivisione. 
 
L’assoluta carenza di dialogo e confronto, in questo come in ogni caso, non è solo segno di disprezzo per gli altri. È anche una scelta non efficiente. Ciascuno di noi, compreso ovviamente il Rettore, di fatto arriva a conoscere personalmente in modo non superficiale una frazione molto circoscritta dei propri colleghi, specie in riferimento alle aree scientifiche più lontane dal suo campo di lavoro. Non può quindi stupire, anzi è assolutamente naturale, che i nomi proposti dal Rettore al Consiglio siano stati ritenuti non rappresentativi o non adeguati, al di là delle loro persone, proprio in riferimento alle aree più lontane dal suo settore: Economia, Giurisprudenza, Lingue. 
 
Il Preside Di Cataldo chiede quindi che la procedura venga rimodulata, che il Rettore assicuri la revoca delle nomine già fatte dal Consiglio di Amministrazione, e che si avvii la discussione sui criteri di individuazione dei componenti della Commissione per il nuovo statuto. Dichiara che continuerà ad avere il massimo rispetto per il Rettore e per il suo ruolo, collaborerà con il Rettore con lealtà come ha sempre fatto, e darà il suo pieno contributo alla elaborazione del nuovo statuto. Auspica che il Rettore a sua volta rispetti tutte le componenti della comunità universitaria. Preannunzia il proprio dissenso per il caso il Rettore dovesse proporre una lista di nomi, a prescindere da questi nomi, e proprio per la necessità di garantire all’Ateneo una procedura corretta. Si riserva di presentare altre candidature.

Intervento del Prof. Nunzio Famoso, Preside della Facoltà di Lingue e Letterature straniere (estratto dalla bozza di Verbale del Senato Accademico di lunedì 31 gennaio 2011).

La riforma Gelmini innova profondamente l’ordinamento degli studi universitari. Non solo sotto il profilo della governance ma anche sotto il profilo didattico–scientifico. Un così profondo cambiamento delle strutture universitarie, che prelude ad un modello nuovo degli studi superiori, mai peraltro sperimentato in Italia, non può essere il risultato di un’elaborazione ristretta e chiusa di uno scarso coinvolgimento della comunità scientifico-accademica, tecnico-amministrativa  e degli studenti. Con questi tratti il nuovo progetto avrebbe tutti i caratteri dell’autoreferenzialità. Ed invece appare necessario, come peraltro dichiarato dalla mia Facoltà nella sua ultima seduta, aprire una fase costituente aperta al libero dibattito, ad un confronto ampio ed alto fra tutte le componenti della nostra Università. Perche lo statuto sia il risultato di un percorso di partecipazione e della massima condivisione. 

L’ipotesi proposta di una designazione secca del Rettore dei componenti la commissione che dovrà redigere lo statuto contrasta con questo spirito ed anzi, per come la proposta è fstata ormulata , rischia di divenire motivo di tensioni ed impedimenti. Senza contare che i designati, con tutto il rispetto che si deve a validi colleghi, rischiano di qualificarsi come fiduciari del Rettore e non come espressione della comunità scientifica catanese. Insomma, si tratta un percorso che mortifica la grande tradizione di partecipazione attiva e di ricco confronto della nostra Università. Si aggiunga che la procedura per la designazione  proposta dal Rettore appare viziata da illegittimità in quanto contrasta con il Regolamento d’Ateneo.


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