“Le radio universitarie sono il futuro”

Carmen Consoli ha incontrato i media universitari in occasione del FRU e dell’inaugurazione di “Terra ca nun senti”, il tributo della Cantantessa alla “voce della Sicilia” Rosa Balistreri, nell’ambito della rassegna folk di Etnafest. Una scelta, quella di dedicare a Rosa Balistreri una mostra e un tribute concert, in cui sono state invitate 10 voci femminili del panorama musicale italiano ad interpretare le sue canzuni, giustificata dalla voglia di “recuperare la memoria di questa grande cantautrice, la prima vera cantautrice italiana, una delle personalità femminili più indipendenti della musica popolare”.

Oggi, in piazza Università, ci sarà infatti il concerto che Carmen ha organizzato per omaggiare la figura di Rosa. Ad interpretare i pezzi del repertorio della Balistreri, Giorgia, Ornella Vanoni, Marina Rei, Paola Turci, Tosca, Nada, Patrizia Laquidara, Etta Scollo, Rita Botto. “Non è stato difficile convincere queste artiste a cantare in siciliano. Il nome di Rosa ha evocato in loro grandi emozioni: la sua voce forte e vibrante  riusciva a trasmettere l’autenticità della terra. Le artiste sono state tutte ben contente di fare questa sorta di corso superaccelerato di siciliano perché hanno riconosciuto la musicalità del nostro dialetto”.
Carmen ha parlato anche della collaborazione con la scrittrice Emma Dante: “Rimasi folgorata dai suoi personaggi, in cui trovavo tante figure protagoniste della mia musica, come Maria Catena. Penso che tutte le arti, la musica, la danza, la recitazione, il cinema, viaggino su due binari paralleli. Per questo le ho chiesto di contribuire al mio omaggio scrivendo un dialogo tra le due sorelle Balistreri, che verrà messo in scena durante il concerto di sabato” E continua: “Nella voce di Rosa rivedo me stessa, le mie radici.  Se l’attitudine che il blues ci vuole insegnare è quella di essere autentici, Rosa Balistreri era blues”.
A difesa della musica autentica Carmen ha anche parlato dei vincoli discografici a cui un artista deve sottoporsi pur di diffondere la propria musica: “Purtroppo il lavoro discografico punta solo su alcune canzoni, da lanciare come singoli. Il singolo emerge mentre il resto del disco potrebbe non esistere. Inoltre le canzoni, per andare in radio, devono avere una determinata ritmica, devono rientrare entro determinati parametri di musicalità. Ad esempio “Amore di plastica” andò in radio nel 1996, ma oggi difficilmente sarebbe possibile. Allora mi chiedo: dov’è finita l’arte, il coraggio di mandare in radio una canzone che va apprezzata dopo vari ascolti?”.

A questo proposito Carmen ha incoraggiato le radio universitarie: “Credo molto nelle radio universitarie. Rappresentano il futuro. Le radio commerciali sono vincolate dalle playlists, mentre le radio universitarie sono indipendenti e fanno sì che venga veicolata libertà di pensiero agli ascoltatori. La libertà di diffondere cultura è fondamentale e le radio universitarie hanno questa forza”. 

La cantantessa ha posto inoltre l’attenzione sui pregiudizi di genere che dominano ancora oggi il mercato discografico e le arti in generale: “In Italia c’è un pregiudizio molto forte. Io lotto ogni giorno contro i pregiudizi, perché amo le eccezioni. Ancora oggi, dopo 12 anni, mi viene consigliato di affidarmi al paroliere, una figura maschile che dovrebbe sistemare i miei i testi perché sono una donna. Non voglio fare un discorso da femminista, perché non lo sono e credo che sostanzialmente siamo tutti uguali, ma ci sono delle immagini che appartengono alla donna e delle immagini che appartengono all’uomo, al di là dei luoghi comuni. Oggi le donne si stanno facendo sentire in tutte le arti, dalla musica, alla letteratura, al cinema. Sarebbe meglio che la loro voce si imponesse maggiormente all’interno di un meccanismo di pensiero che è fondamentalmente maschile. Rosa Balistreri  ha lottato tutta la vita per questo”.


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