Le dimissioni di Fassina? Forse, sotto, c’è la vicenda Monte Paschi

NEI PROSSIMI GIORNI CHIARIMENTO TRA AMMINISTRATORI E SOCI DELLA BANCA

di Carmelo Raffa

Il 9 gennaio potrebbe essere la data giusta per ritrovare un’unità di intenti tra i vertici del Monte dei Paschi di Siena, capitanati da Alessandro Profumo, ed i soci capitanati da Antonella Masi della Fondazione senese.
Dopo l’ultima assemblea dei soci che ha determinato la ‘bocciatura’ del piano di ricapitalizzazione presentato da Alessandro Profumo si ipotizzavano in tempi brevi le dimissioni dei vertici.
A questo punto c’è da pensare che il tempo abbia portato a più miti consigli e che si ricercherebbe una soluzione convergente tra le parti in causa. Insomma, un compromesso. Cosa che appare alquanto difficile e complessa per la presenza in campo di personaggi poco dialoganti quali “Mister Arrogance Alessandro Profumo”

Nel frattempo, invece, abbiamo assistito alle dimissioni del vice Ministro dell’Economia, Stefano Fassina, apparentemente presentate per una battuta satirica del neo segretario del PD, Matteo Renzi, ma che invece potrebbe essere stata causata da conflitti derivanti dalle scelte operate in materia economica del Partito ed, in particolare, sul futuro del Monte dei Paschi.
A tal proposito Fassina, nei giorni scorsi, aveva dichiarato alla Repubblica che “il piano Profumo non era frutto di capricci. Senza di esso anche la Fondazione senese non ha prospettive”. E per tale motivazione aggiungeva: “Sul tavolo devono esserci tutte le opzioni, compresa la nazionalizzazione della banca. Lascerei fuori, invece, la Cassa Depositi e Prestiti che è un soggetto autonomo”.
Fassina aveva richiesto sulla vicenda una chiara posizione di Matteo Renzi. Ma il neo segretario del PD ha preferito restare sull’Aventino, lasciando sul caso le decisioni sul merito al Governo Letta ed a chi di competenza. Renzi però non ha nascosto le gravi responsabilità , attribuendole: “alla vecchia politica della sinistra”.

Per quanto riguarda il futuro dei lavoratori i sindacati sono fermamente preoccupati ed hanno richiesto un incontro urgente col Governo:
“Alla luce dell’assemblea degli azionisti di Monte Paschi di Siena, e della contrapposizione tra i vertici della banca e la Fondazione, chiediamo che il Governo, e in particolare il ministro dell’Economia, Saccomanni, incontri urgentemente i sindacati del settore”.
Lo affermano in una nota i segretari generali di Fabi, Fiba, Fisac, Uilca, rispettivamente Sileoni, Romani, Megale e Masi.
“Fermo restando che i lavoratori stanno già facendo la propria parte con tanti sacrifici – affermano i sindacati – ribadiamo che la strada per il risanamento e il rilancio della banca va sostenuta con determinazione e forza, consapevoli che si tratta della terza banca del Paese e che, come ha ricordato l’Fmi, può avere effetti sistemici su tutta l’Italia”.
“Per questo – concludono i sindacati – vogliamo garanzie e parole chiare dal Governo perché si tratta di tutelare circa 28 mila occupati, di salvaguardare 6 milioni di clienti, ma anche di difendere un patrimonio e un valore utili a tutto il Paese”.

 

Carmelo Raffa

 


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