È #iorestoacasa l’hashtag nato per veicolare il contenuto del decreto con cui il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte invita tutti a limitare le uscite solo alle questioni strettamente necessarie. Anche a Catania c’è chi, inevitabilmente, deve disattendere le raccomandazioni del governo: i senzatetto. Per loro è stato anche il capo della Protezione civile nazionale e commissario governativo per l’emergenza coronavirus Angelo Borrelli a chiedere espressamente alle Regioni e ai Comuni «di trovare e organizzare soluzioni per offrire un’adeguata assistenza ai senzatetto».
Da ieri nel capoluogo etneo la Caritas diocesana, in accordo con la Curia, ha disposto la chiusura di tutti i servizi, fino al 25 marzo, per l’impossibilità di garantire le necessarie misure anti-contagio agli assistiti, ai volontari e agli operatori. «Per noi è stato un gesto di estrema sofferenza – ha dichiarato don Piero Galvano, il direttore dell’organismo diocesano – Ora, però, facciamo in modo di non lasciare soli gli ultimi». Da quando il coronavirus è diventato emergenza, alcuni servizi erano già stati rimodulati: i pasti, per esempio, venivano distribuiti all’esterno delle strutture per evitare l’affollarsi delle centinaia di assistiti che quotidianamente si rivolgono alla Caritas. «Non è più possibile garantire le misure standard di sicurezza – spiega il direttore della Caritas – a causa della riduzione delle risorse umane e degli assembramenti non facilmente gestibili delle persone che assistiamo nei pressi dell’Help center della stazione centrale».
Persone costrette a vivere in strada o in accampamenti come quello in piazza della Repubblica che, in questo momento, sono ancora più esposte ai rischi di contagio del Covid-19. «Appena abbiamo avuto contezza dell’emergenza, abbiamo informato i senzatetto sulla pandemia e sulle importanti precauzioni per evitarne la diffusione – spiega a MeridioNews Salvo Litrico del consorzio Sol.co, Rete di imprese sociali siciliane – Viste le particolari raccomandazioni sull’attenzione alla cura dell’igiene personale, al solito kit che forniamo ai clochard abbiamo aggiunto gel igienizzanti e più sapone liquido per le mani. Stiamo aspettando che arrivino le mascherine per distribuire anche quelle a loro che, vivendo in strada, sono certamente più esposti».
Il progetto dell’unità di strada per i senza fissa dimora, da qualche tempo, è stato appaltato dal Comune alla cooperativa Mosaico, centro di prossimità della fondazione Èbbene. Da allora, a turni, quattro o cinque operatori ogni giorno (la mattina o la sera) fanno il giro dei luoghi della città in cui i senzatetto vivono. «In questo periodo – aggiunge Litrico – quando è possibile, li accompagniamo anche in piazza Bovio dove le suore di Madre Teresa di Calcutta si stanno adoperando a preparare per loro un centinaio di pasti al giorno».
Non si è fermato anche il servizio ai più poveri della Comunità di Sant’Egidio che ha anche ricevuto la donazione di 50 litri di gel igienizzante da parte dell’Università di Catania che ha iniziato a produrlo. «Distribuiremo questo prodotto, diventato difficilmente reperibile, agli anziani, ai senza fissa dimora, alle tante persone e associazioni caritatevoli che ogni giorno ci chiedono un sostegno». L’impegno della Comunità di Sant’Egidio, in questi giorni, continua anche a distanza. «Siamo quotidianamente impegnati nel raggiungere telefonicamente tanti anziani, ascoltare le loro necessità, consegnare loro la spesa e consigliare le migliori misure precauzionali per evitare il contagio», racconta il responsabile Walter Cerreti responsabile della Comunità di Sant’Egidio di Catania.
Intanto, in città, è stato attivato il dormitorio per i clochard all’interno dell’immobile di via Lazio, angolo via La Marmora. «Lì, al momento – spiega a MeridioNews l’assessore ai Servizi sociali Giuseppe Lombardo – stiamo già ospitando otto persone e con i lavoratori della Multiservizi stiamo provvedendo a sanificare i locali. Nella struttura di via Stazzone – continua – si stanno appoggiando altre dodici persone». In città la maggior parte degli immobili confiscati alla mafia che erano stati destinati all’emergenza abitativa, non sono ancora pronti. E tanti sono i ritardi che, per vari motivi, ne hanno rallentato la consegna. «In quello in via Purgatorio – risponde l’assessore – sono in corso i lavori di riqualificazione; una volta completati, avrà a disposizione cinque o sei posti. Mentre è in svolgimento anche la gara per i servizi su un immobile tolto alla criminalità organizzata di via del Pino che potrà poi ospitare anche fino a 25 senzatetto», conclude Lombardo.
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