«Il giorno successivo alla sua scomparsa mi trovavo al mare. Leggevo della sua morte e d’istinto mi è venuto di ascoltare Mi stuppai ‘na Fanta. Mi sono detto “domani renderò omaggio al maestro Brigantony”». È conosciuto come l’artista degli elefanti per le sue installazioni in cui viene rappresentato il simbolo di Catania, che per lui è anche simbolo di saggezza, ma il repertorio di Mikhail Albano è vastissimo e, da un settimana, ha abbracciato anche l’immagine in omaggio ad Antonino Caponnetto, in arte Brigantony. L’addio al cantautore catanese, morto lo scorso 22 luglio, è un ricordo recente e che tocca i cuori di molti nati all’ombra dell’Etna e dei siciliani sparsi per il mondo. Albano ha provato a ricordare Brigantony rappresentandolo con la sua coppola rossa e l’iconica Fanta in mano, un chiaro e iconico rimando alla sua famosissima cover di The final countdown degli Europe che, nella mente dei siciliani, aveva superato la versione la versione originale. Come tutte le opere di Albano, anche questa, rimasta per qualche giorno in via Ferrante Aporti, è asportabile, realizzata su pellicola biodegradabile, con spray e colori acrilici ecosostenibili: un modo che ha da sempre l’artista per impattare il meno possibile sull’ambiente.
Di origine russa, ma cresciuto a Leonforte, in provincia di Enna, e da tanti anni a Catania, il 31enne è la dimostrazione di come quella di Brigantony sia stata una figura trasversale, toccando diverse generazioni. «Conoscevo Brigantony – spiega a MeridioNews – Durante la realizzazione dell’opera mi è capitato di parlare con persone con qualche anno in più di me che, dopo avermi ringraziato per il gesto, si fermavano chiedendomi se lo conoscevo. Pensavano che, data la mia età, con molta probabilità, non potevo avere memoria di lui e delle sue canzoni. Invece sì: lo conoscevo e lo cantavo pure. Tutti, in un modo o nell’altro, conosciamo brani come ‘A Sucalora o Mi stuppai ‘na Fanta, non ricordo il momento preciso in cui l’ho scoperto, ma sicuramente in età adolescenziale». Subito dopo essere stata completata, la foto dell’installazione ha fatto il giro dei social, riscuotendo un grandissimo seguito.
Albano parla attraverso le raffigurazioni degli animali o attraverso simboli legati alla Sicilia – come il pupo siciliano rappresentato al lungomare di Catania – o facendo riferimento a figure a cui è molto legato. Le sue opere restano in un luogo per un tempo limitato, in maniera tale che chi le guarda possa entrarci dentro prima che questa venga smontata. Le location sono scelte in base alla visibilità e alla frequentazione che hanno. «Di Brigantony ricorderò le risate con gli amici – continua Albano – Era un artista di grande spirito e simpatia e penso che chiunque lo ascoltasse potesse rendersene conto. La Fanta che c’è nell’opera, poi, è uno dei suoi tratti distintivi e come tale non poteva mancare». Così come non poteva mancare il materiale biodegradabile con cui dare vita all’opera. «La mia FilmArt – evidenzia l’artista – prevede l’utilizzo di estensibile biodegradabile, perché nasce dall’idea di seminare arte lungo le strade: lo faccio dove e quando voglio, completamente a mio piacimento, soprattutto senza gravare sull’ambiente». Quella di Albano è una passione nata fin da quando è riuscito a tenere una matita in mano: «In Russia, da piccolo, mi piaceva disegnare con le dita sulla neve – racconta – Adesso, e chi mi conosce lo sa, dipingerei anche l’aria, se potessi». Crescendo ha studiato come geometra e subito dopo ha approfondito la strada artistica. Mentre parla del suo percorso, invita a visitare i suoi canali social, dove si può osservare il suo repertorio. Prima di questa dedicata a Brigantony, ha realizzato un’installazione a Castellammare del golfo dedicata a un ragazzo, morto a causa di un incidente in moto. «Il mio non è solo un lavoro, è molto di più – conclude Albano – Mi arricchisce, mi permette di migliorare anche sotto l’aspetto umano, mi dà la possibilità di conoscere realtà diverse dalla mia e imparare da esse, oltre che a instaurare rapporti veri d’amicizia».
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