L’arte parla dei diritti umani

Danza, poesia, recitazione, insomma in una sola parola: Arte. Un miscuglio di elementi per parlare e rappresentare i diritti umani. È stato affrontato in questo modo l’argomento durante la conferenza tenutasi domenica presso il laboratorio d’arte che si trova in via Caronda, in occasione dei 60 anni dalla redazione della Carta Universale dei Diritti dell’Uomo avvenuta a dicembre del 1948.

Tra gli ospiti della conferenza, oltre ai rappresentanti di Amnesty International, era presente anche un avvocato, la dottoressa Erminia Patanè, interessata soprattutto alla tutela degli emigrati dal punto di vista lavorativo, insieme a rappresentanti di Cisl e Esmacif. Tema fondamentale dell’incontro, com’era chiaro dalla stessa locandina, erano i diritti umani, ma osservati da un punto di vista molto vicino alla nostra realtà. Tema portante è stato il diverso il modo di approcciarsi ad essi nell’arco della storia e nella nostra attuale quotidianità. Una riflessione molto profonda che ha spaziato dai manicomi, alle violenze alle donne, agli emigrati fino ai diritti umani violati in molti paesi del mondo rappresentati principalmente dalla presenza e approvazione della pena di morte, quali gli stessi USA insieme a molti altri stati africani. È stato inoltre presentato un video di danza della coreografa Erika Silgoner per sottolineare la sottile linea tra sanità mentale e pazzia.

Si è notata l’assenza del maestro Vicenzo Spampinato all’interno della conferenza, ma il presentatore Mario Bonaccorso è stato in grado a condurre abilmente la situazione, considerando che si trovava dinanzi ad un pubblico estremamente interessato che alla fine della conferenza non ha esitato ad esprimere il proprio parere ed a fare domande.

Per il momento si ferma tutto ad una conferenza e ad una semplice raccolta di firme, ma l’interesse tra il pubblico presente fa sperare di trovare in futuro sostenitori dei progetti presentati, volenterosi di accrescere le file dei membri facenti parte a queste associazioni.


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