L’arte Club propone: opere a quattro mani di Natale Platania e Giuseppe Condorelli

“Cieli domestici”. Così s’intitola la mostra frutto della collaborazione artistica fra Natale Platania e Giuseppe Condorelli, allestita presso lo spazio di via San Giuliano 200 a Catania.

Breve ma significativa raccolta di interessanti opere a sfondo mediatico, trasposizioni digitali di una rivisitata figurazione, evidenzia le intuitive facoltà espressive dei due artisti .

 

La circolarità espositiva dell’evento conduce il visitatore attraverso ambienti virtuali di immagini e parole che, sovrapposte in trasparenza le une alle altre, concorrono autonomamente al compimento dell’opera di Platania come a quella composita di entrambi gli autori, trasformandosi in cifre di una convergente coesistenza delle forme espressive, cui le statiche installazioni in primo piano rimandano echi di evidente contrasto.

Chiara quindi la ricerca di un sodalizio sinergico del fare artistico, consapevolmente attualizzato attraverso la digitalizzazione dell’immagine e reso poi,  per giusta contrapposizione rispetto al modo pittorico e letterario tradizionalmente inteso ed  esibito, quale trasparente considerazione  sull’epoca di fittizia omogeneizzazione globale, traendo da questa geniale pretesto.

 

Veloce come la trasmissione in rete di un testo impresso su figurazioni fotografiche di classica compostezza e proporzionato equilibrio, la mostra di questi non-luoghi virtuali sembra risolversi in pochi, brevi sguardi.

L’opera si completa invece con intuitiva genialità e misurato azzardo,  attraverso la narrazione in versi di un sentimento contemporaneo di indubbia matrice romantica e lo spazio simmetrico dedicato ai due autori in mostra si fa così interminato. In esso si percepisce incontenibile lo spirito che fissa, attraverso le immagini di pixels, solo l’entrata d’evasione da una quotidianità angosciosa e costringente, nei suoi arnesi come nei suoi colori.

 

La rassegna, documentata con palese capacità editoriale da un breve catalogo presentato da Paolo Aita, si determina di chiara matrice realistica evidente nella strumentalizzazione di una tecnica  volta a reinventare i modi e lo spirito di due personalità artistiche  in continua tensione evolutiva.

 

Micaela Miniotto

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