«Pezzi di merda» e «terroristi». Ancora. È passato un anno ma sembra un giorno. Così il cantante catanese dedica di nuovo al lavoro di questa testata un'ampia retrospettiva. Tornando a citare anche l'ormai celebre parente bummularo rimasto nascosto
L’appello di MeridioNews al neomelodico Niko Pandetta «Impari il nostro nome e ci aiuti a trovare il bombolaio»
«I giornalisti mi hanno annullato l’evento di giorno 28 dicembre a Siracusa. Questi giornalisti pezzi di merda, terroristi… Che mi etichettano solo perché vengo da una famiglia che ha avuto i suoi problemi in passato. Parliamo dei begli anni Novanta, in cui purtroppo si ragionava diversamente e si vivevano un altro tipo di situazioni». Il cantante neomelodico Niko Pandetta torna a parlare di MeridioNews, e anche stavolta con una diretta Facebook. A un anno di distanza dall’ultima volta – quando le minacce rivolte a questa testata avevano fatto scattare la solidarietà nei nostri confronti di centinaia di cittadini – l’artista ci dedica di nuovo ampio spazio sui suoi frequentatissimi canali social. Stavolta per via della notizia dell’annullamento di un concerto previsto a Palazzolo Acreide e delle proteste degli studenti locali, che non volevano che un evento simile avesse luogo nella città che ha dato i natali a Pippo Fava, il giornalista ammazzato da Cosa nostra il 5 gennaio 1984. L’opposizione all’esibizione musicale non riguardava tanto la parentela di Pandetta (che, lo ricordiamo, è nipote di Turi Cappello, capomafia detenuto al regime di carcere duro), quanto i testi delle sue canzoni. Che hanno titoli come 41bis e Dedicata a te (che recita: «Zio Turi, io ti ringrazio ancora per tutto quello che hai fatto per me», in dialetto napoletano).
«Ragazzi – ci tiene a precisare Pandetta – io non so neanche chi è Pippo Fava». Ricordando il suo passato (un arresto da giovanissimo perché aveva «i vizietti»), Niko Pandetta vuole spiegare: «Io non sono un mafioso, sono un cantante neomelodico. Sono quell’esempio di ragazzo che dalla strada ha avuto successo […] Non faccio un reato da più di due anni e mi dicono mafioso […] Io non ci posso fare niente se sono contro la polizia». Colpevole, la polizia, di avere interrotto alcune serate. Assieme al giornale «Meridionevs, Catanianevs o Meridionenews», rispetto al quale avrebbe dato mandato al suo avvocato di procedere con una querela. A questo proposito, rivolgiamo una preghiera all’artista: ci chiamiamo MeridioNews (si pronuncia: meridioniùs).
Ecco, dunque, il nostro appello a Niko Pandetta: dopo più di un anno di scrupolosa lettura di questo quotidiano, impari il nostro nome. E, giacché fa di nuovo riferimento al presunto padre di una nostra cronista, gli chiediamo di condividere con noi una battaglia: ci aiuti a trovare l’ormai famoso venditore di bombole. Professione alla quale siamo tutti affezionati, viste le note carenze della copertura della rete del metano a Catania e la conseguente condizione di necessità. A questo punto, però, vista l’insistenza, dobbiamo sospettare che Pandetta ne sappia dei suoi familiari più della stessa giornalista: ci aiuti, quindi, a ritrovare questo genitore scomparso e a ricongiungere una figlia con il suo finora insospettato padre.