L’aperitivo/ L’attentato europeo alle regioni e alla democrazia

In questi giorni stiamo assistendo all’ennesimo attacco delle gerarchie europee alle autonomie locali. Rintracciare la longa manus dell’Europa nelle vicende e gli scandali di questi giorni non è facilissimo. ma ad un’analisi più attenta questo zampino diventa palese.

Sia chiaro questa non sarà la difesa di quei miseri e squallidi personaggi che hanno finora governato le nostre amministrazioni ma piuttosto un invito a non buttare il bambino con l’acqua sporca. Il meccanismo è ormai arcinoto: si mettono in posizioni di pseudo vertice persone assolutamente incapaci, dall’intelligenza mediocre e soprattutto con gravi problemi di autostima, in maniera tale che questi siano ricattabili e defenestrabili  quando fa comodo alle oligarchie che semi occultamente ci comandano.

La scarsissima qualità della classe politica del post tangentopoli è una necessità del meccanismo europeo che mira all’abbattimento degli Stati e che attraverso uomini facilmente ricattabili garantisce di poter defenestrare a comando le persone che non servono più o il cui abbattimento sia funzionale al raggiungimento di determinati scopi.

La posta in gioco però è molto più importante del sacrificio di pochi nerds della pseudo politica, ovvero qualcosa di molto più utile per chi comanda veramente. Come ormai sappiamo lo stato Italiano ha completamente abdicato a livello centrale alle oligarchie finanziarie e bancarie, che attraverso la commissione europea e i loro tentacoli istituzionali, hanno la quasi totale egemonia sulle scelte delle nazioni.

Se sommiamo euro, fiscal compact, six pack e meccanismi di stabilità vari, abbiamo un quadro chiaro di come la sovranità popolare sia quasi completamente perduta. E si, quasi, perché potenzialmente rimane un ultimo flebile baluardo ancora da distruggere, le autonomie locali. Non intendo dire che le regioni sono svincolate dalle logiche europee ma rappresentano attraverso le loro costituzioni locali ( vedi lo Statuto siciliano o quello della Catalogna) un rischio di futuri conflitti.

Non si può permettere che politici nuovi, partiti dal basso, magari in una regione con forti autonomie, possano un domani ricreare in piccolo quello che era una volta lo stato, cioè una struttura nata per permettere ai cittadini di esercitare la propria sovranità. Questo le gerarchie europee non possono accettarlo e allora, come si dice, meglio prevenire che curare.

Loro sono avanti, sempre molto più avanti di noi: mentre ci occupavamo di tangentopoli, loro attraverso i loro uomini, internazionalizzavano il debito pubblico, mentre parlavamo del conflitto d’interessi di Berlusconi, regalavano ai loro amici il patrimonio pubblico italiano svendendolo a due lire, mentre parlavamo di leggi elettorali, ci sottraevano la sovranità monetaria attraverso l’euro, mentre guardavamo i bunga bunga dal buco della serratura, mettevano i loro uomini ( Monti e soci) direttamente al governo di quella che era la settima potenza al mondo e oggi, mentre noi ci scandalizziamo di 4 rubagalline, loro stanno per spazzare via le autonomie locali con la scusa della corruzione, cosi che il regime istaurato possa durare per i prossimi 200 anni.

L’averci ridotto alla fame garantisce loro che basta svelarci i privilegi dei politici, per scatenare in noi una più che comprensibile rabbia che ci fa accettare ciecamente e acriticamente qualunque cosa pur di interrompere questo malcostume. Per capirci proviamo con un esempio eclatante.

L’Autonomia siciliana è stata disegnata dai padri costituenti in una maniera molto precisa e descritta tramite lo statuto siciliano. Dal 1948 ad oggi lo stato italiano ha fatto di tutto per non farlo applicare, stipulando patti scellerati con i politici siciliani attraverso i quali a loro venivano garantiti potere e clientele ma in cambio lo statuto doveva essere messo in un cassetto. Dell’Autonomia nel tempo si sono attuate solo alcune norme, giusto quelle che servivano a generare i privilegi per la casta di politici corrotti che erano li per non attuare la vera autonomia.

Cosa succede oggi? La gente non sa che lo statuto non è applicato integralmente, guarda gli scandali e i privilegi delle regioni e che fa? Ascolta chi dice che l’autonomia è il male assoluto e bisogna eliminarla. Ma quale autonomia? Quella mai attuata? Ecco cosa intendevo per buttare il bimbo insieme all’acqua sporca. Ora è più chiaro perché Monti ha subito colto la palla al balzo dichiarando che lavorerà per limitare i poteri delle regioni; è ovvio, più poteri allo stato centrale e meglio si ricevono gli ordini di Bruxelles, in barba alla costituzione italiana e al popolo sovrano. La gente è esasperata pensa di conoscere le cause dei suoi problemi perché le ha sentite a Ballarò o al telegiornale ma purtroppo non avendo coscienza delle vere origini della catastrofe, viene strumentalizzata e si allontana dal vero nemico da combattere.

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