L’anno giudiziario si apre tra orizzonti scuri e speranze accese

Tutte le forze dell’ordine erano presenti, rigorosamente in divisa da cerimonia, per garantire quella formalità insita nell’evento: l’inaugurazione dell’anno giudiziario.

La celebrazione avvenuta questa mattina, ha avuto tra i suoi ospiti autorità giudiziarie, politiche e sociali. In prima fila, tra le autorità, alcune erano facilmente riconoscibili: il sindaco della città U. Scapagnini, il Rettore dell’Università di Catania F. Latteri, il Mons. S. Gristina, l’On.le R. Lombardo e la rappresentante del Ministero della Giustizia la Dott.ssa M. L. Tricoli. L’aula Magna del Monastero dei Benedettini, adornata per l’occasione, era colma di gente, soprattutto ad inizio cerimonia, spettatori tutti della manifestazione. I giuristi, padroni dell’evento, erano disposti uno accanto all’altro, nel tavolo d’onore. Tra questi, ospite importante e moderatore dell’incontro, il Presidente della Corte di Appello Guido Marletta che sceglie come guida dell’inaugurazione un’approfondita riflessione sulla Riforma dell’Ordinamento Giudiziario, soffermandosi su alcune considerazioni in merito alla giustizia penale e civile. Importante partecipazione alla manifestazione è stata quella del Procuratore Generale Giacomo Scalzo e del Presidente dell’Ordine Forense di Catania, Fabio Florio.

L’incontro ha celebrato e difeso la giustizia in tutte le sue forme. Numerosi giuristi hanno aperto i loro interventi riferendosi ad una carenza o un disservizio nei settori giudiziari, facendo sempre larga allusione agli evidenti disagi degli uffici operatori e alle loro strutture sempre più decadenti. La manifestazione è proseguita con l’enunciazione degli “assenti”, magistrati, dirigenti, funzionari o impiegati cessati dal servizio per morte, dimissioni o collocamento in pensione. L’argomento principale, durante tutta la celebrazione rimane pressoché invariato: sono sempre le riforme, la tutela dei diritti dei cittadini e i problemi legati ai processi ormai infiniti a costituire parte fondamentale dell’incontro.

Il Procuratore Generale prende la parola e riesce a centrare l’attenzione sulle svariate problematiche che investono in quest’ultimo periodo i magistrati, i loro dubbi sulle riforme, i loro propositi e i loro timori. Dopo qualche intervento di altri giuristi, anche la rappresentante del Ministero della Giustizia porge i saluti agli ospiti dell’inaugurazione, incentrando il suo commento sui buoni propositi dell’intero organo giudiziario. Uno tra i discorsi più importanti è stato quello del Presidente dell’Ordine Forense Fabio Florio, nel quale si denota con chiarezza l’intento della categoria e le problematiche che oggigiorno affliggono l’attività professionale degli avvocati. Si fa cenno alla famiglia, alla legge che non riesce a tutelare i cittadini in alcuni casi, come afferma lo stesso Florio: “Non si può pensare che la famiglia è cellula della società e poi non far nulla o far molto poco per aiutarla quando si ammala. Ci sono risposte che deve dare la politica, altre che dovranno impegnare il legislatore, altre ancora che coinvolgono il sistema giudiziario”; e si continua a ribadire il disagio causato dai processi prolissi, sui quali Florio continua “il processo è entrato in crisi nelle sedi in cui non si è fatto fronte con adeguate risorse all’enorme crescita di domanda di giustizia. Il tutto aggravato da una produzione normativa non sempre razionale e da evidenti incapacità degli enti previdenziali di fungere da filtro, scaricando cosi sul processo compiti sostanzialmente amministrativi”.

Concluso l’intervento del Presidente Florio, le autorità politiche si defilano in silenzio. Sono circa le undici e i posti delle autorità sono già quasi tutti vuoti. L’inaugurazione, però, continua. La parola passa ad altri avvocati, ai loro interventi e alle loro proposte. Risaltano le parole del rappresentante della categoria dei Giudici di Pace, il quale sottolinea che uno degli obiettivi del suo intervento era far conoscere le problematiche della sua categoria al sindaco che, però, era già andato via. Ancora un altro intervento e la manifestazione si conclude. Le forze dell’ordine rigide e attente, seguono le autorità e le accompagnano all’uscita. L’inaugurazione si chiude in un debole applauso delle poche persone rimaste fino alla fine. Una frase conclusiva, che leggiamo tra le pagine del documento redatto dal Presidente della Corte di Appello di Catania, ci lascia pensierosi: “il costo della giustizia va ragionevolmente contenuto, a condizione però che non ne derivi pregiudizio al suo ordinario svolgimento e al conseguimento delle sue finalità istituzionali”.

– In che stato è la Giustizia? di Michele Spalletta


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