Da qualche giorno a causa dei lavori per l'anello ferroviario il suo posto auto riservato sotto casa in via Sicilia è stato tolto. «Devo essere sincera, mi sento un po' prigioniera a causa di questa situazione. Qui a Palermo chi è in carrozzina viene trattato come cittadino di serie B. Se ci possono complicare la vita lo fanno».
L’anello ferroviario e l’odissea di Roberta «In carrozzina e prigioniera in casa»
Ride ed ironizza in maniera molto elegante sui problemi che l’Amministrazione comunale gli sta causando in questi giorni. Roberta Cascio è una signora in carrozzina che vive a Palermo, in via Sicilia. Una delle strade che da qualche giorno ha subito numerose variazioni di sensi di marcia e blocchi a causa dei lavori dell’anello ferroviario.
La signora usa regolarmente l’auto attraverso i comandi manuali, ma da qualche giorno «senza nessun preavviso» il suo posto riservato vicino casa gli è stato negato, costringendola ad una gincana tra barriere architettoniche e scivoli guasti, per riuscire a trovare un nuovo posto auto in zona. «I miei amici mi vengono a prendere quando esco perché non ho come fare – racconta Roberta a Meridionews -. Per fortuna ci sono vari scivoli, anche se sono rotti e sono rimasta incastrata l’altro giorno».
«Hanno bloccato tutta la strada il 7 maggio – aggiunge -. Il 5 pomeriggio hanno tolto il parcheggio riservato per disabili davanti casa. La cosa più fastidiosa è che non ci hanno comunicato assolutamente nulla e neanche ci hanno dato un’alternativa». Ma oltre al danno anche la beffa. Perché la signora Cascio, in questi giorni, sta cercando di sollecitare gli uffici competenti a risolvere questa vicenda in quanto l’ufficio preposto «nemmeno conosceva il problema».
«Ho telefonato all’ufficio H, ufficio che si occupa dei posteggi per disabili, ma non sapevano nulla della mia situazione – denuncia -. Inoltre, mi hanno detto di fare la richiesta dello spostamento del mio parcheggio. Adesso aspettiamo, a quanto pare, un architetto che faccia un sopralluogo per scegliere dove mettere la mia auto».
Il problema della signora Cascio è uno dei tanti evidenziati dal comitato spontaneo, guidato dall’attivista Gabriele Citarrella, che ha lanciato una petizione rivolta al Comune, per manifestare all’Amministrazione le difficoltà sino ad ora riscontrate.
«Parlano di due anni di lavori ma qui in zona nessuno ci crede, saranno molti di più – continua la signora Cascio -. La cosa che ha dato più fastidio nella chiusura della zona è la mancanza di comunicazione e l’assenza di soluzioni al cittadino. Ognuno di noi deve risolvere i problemi da solo. Insomma, nessuna accortezza nei confronti della gente che abita qui. Già un negozio ha chiuso ed un’altro si sta spostando. Devo essere sincera: mi sento un po’ prigioniera a causa di questa situazione. Qui a Palermo chi è in carrozzina viene trattato come cittadino di serie B, se ci possono complicare la vita lo fanno».