Lampedusa, il veliero Alex attracca e viene sequestrato Casarini: «Malta? Operazione pericolosa per bloccarci»

Si è conclusa in nottata la vicenda di Alex, il veliero utilizzato nei giorni scorsi dall’ong italiana Mediterranea Saving Humans per salvare oltre una cinquantina di persone. Lo sbarco è avvenuto a Lampedusa ed è coinciso con il sequestro preventivo dell’imbarcazione da parte della guardia di finanza e la notifica al comandante Tommaso Stella. Smentita invece la voce di un’indagine a carico di tutti i componenti dell’equipaggio. L’ipotesi di reato per Stella è di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Salvini ha salutato positivamente la misura contro quella che sin dall’inizio dell’esperienza in mare ha definito «la nave dei centri sociali».

Dopo essere sbarcati, i migranti sono stati portati nell’hotspot dell’isola. La struttura, che per un anno è stato pressoché vuota, nelle ultime settimane è tornata a riempirsi, anche per via dei numerosi sbarchi che avvengono in autonomia nelle coste di Lampedusa. «L’hotspot è al collasso, ci sono oltre duecento persone. Cento persone in più del previsto. Il Viminale ci aiuti», è l’appello del sindaco Totò Martello, che ha poi sottolineato come anche «i poliziotti hanno lasciato i loro alloggi per recuperare spazio».

L’indagine a carico del comandante di Mediterranea arriva a pochi giorni dalla scarcerazione di Carola Rackete, la capitana di Sea Watch 3, arrestata dopo la manovra con cui ha forzato il blocco della guardia di finanza all’interno del porto di Lampedusa. Una decisione che però la gip di Agrigento Alessandra Vella ha ricollegato alla situazione a bordo della nave, che da oltre due settimane ospitava quasi cinquanta persone salvate in mare. Inevitabile, adesso, che i legali di Mediterranea, gli avvocati Fabio Lanfranca e Serena Romano, punteranno sul recentissimo pronunciamento per impostare la difesa. Anche per quanto riguarda la sanzione da quasi 17mila euro comminata dalla prefettura al comandante Stella e all’armatore di Alex. Quest’ultima sanzione segue l’applicazione del decreto Sicurezza bis voluto da Salvini, ma su cui la stessa gip di Agrigento si è espressa dicendo che non può essere utilizzato per i salvataggi in mare. 

A finire al vaglio degli inquirenti saranno senz’altro anche le cause che hanno portato Alex a fare rotta verso Lampedusa, dopo che venerdì sembrava chiuso l’accordo per l’attracco a Malta, con la disponibilità del governo Muscat ad accogliere i migranti in cambio della collaborazione dell’Italia a farsi carico di altri già presenti sull’isola dei cavalieri. Mediterranea, in un primo momento, si era detta d’accordo chiedendo soltanto che fossero le motovedette delle autorità dei due Paesi a raggiungere Alex per il trasbordo, in quanto il veliero non sarebbe stato in condizione di arrivare in autonomia fino a Malta. Poi però tutto è saltato. Sullo sfondo la possibilità per cui l’ong abbia valutato l’offerta di arrivare fino a Malta rischiosa per via delle leggi in vigore nell’isola a sud della Sicilia, dove in passato il comandante della Lifeline venne arrestato dopo essere arrivato nel porto.

A riguardo arriva il commento di Luca Casarini, di Mediterranea. «I motivi sono stati diversi. Innanzitutto la sicurezza, perché eravamo a 20 miglia da Lampedusa e a 120 da Malta. Poi – spiega – si è creata una situazione per cui al limite delle acque maltesi avremmo dovuto reimbarcare tutti i migranti che sarebbero saliti momentaneamente sui mezzi delle autorità italiane, questo perché le motovedette militari non avrebbero potuto valicare i confini maltesi. Un’operazione inutilmente pericolosa». Casarini fa riferimento anche al carattere strumentale della proposta: «Non gli interessava dare un porto sicuo, volevano unicamente bloccare nave ed equipaggio. Inoltre – prosegue il capo missione – voglio sottolineare che per la convenzione di Amburgo fare scambi di persone durante i soccorsi è vietato, la redistribuzione può avvenire solo dopo avere messo in sicurezza i naufraghi».

Nel pomeriggio è arrivata la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati del parlamentare Erasmo Palazzotto, capo missione di Mediterranea. «Ancora non mi è stato notificato nulla, l’ho appreso dai giornalisti. Ce l’aspettavamo, è già successo con la Mare Jonio che abbiano indagato il comandante e il capo missione – dichiara Palazzotto – Io non ho paura, è un atto dovuto. Del resto siamo stati noi i primi a rivolgerci alla magistratura per chiedere l’apertura di un’inchiesta»


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