Lampedusa, il Sindaco blocca l’approdo alla carretta del mare

“Ogni giorno la nave Paolo Veronese della Siremar verrà accolta con una sorpresa di benvenuto fino a quando la compagnia di navigazione non risolverà in modo definitivo il problema.” Queste sono le parole, secche e determinate, del Sindaco di Lampedusa e Linosa Giusi Nicolini. Questo è quanto ha risposto a LinkSicilia quando le abbiamo chiesto come intendeva affrontare il ritorno della vecchia e fatiscente nave.

La dimostrazione di intenzione il Primo cittadino l’ha data stamattina, quando insieme con il vice-sindaco Damiano Sferlazzo e con un gruppo di assessori e consiglieri comunali, ha occupato l’area di approdo della motonave con cartelli di protesta. Centinaia le persone sulla banchina ferme a guardare i loro amministratori comunali. Tutti pronti ad unirsi alla protesta ma dissuasi dal Sindaco proprio a loro tutela, cosi da evitargli una denuncia per interruzione di pubblico servizio.


La Paolo Veronese è arrivata in sostituzione della Laurana. Quest’ultima aveva coperto la tratta Porto Empedocle-Linosa-Lampedusa per qualche settimana, per la seconda volta,
giusto il tempo di far sgonfiare la protesta isolana. Adesso, mentre le Pelagie si attendevano il promesso “potenziamento estivo”, magari con la “realisticamente pronta” nave Adriatica, le isole si ritrovano in porto il depotenziamento Veronese.

Troppo perché  a Lampedusa non salga in sangue alla testa. Il Sindaco ha definito “una mortificazione per sé e per tutti gli abitanti di Lampedusa e Linosa questo trattamento” aggiungendo che “questo continuo prendere in giro le isole con false promesse non può e non verrà tollerato”.  Di fatto Giusi Nicolini ha già stabilito le regole di ingaggio ed è anche già partito il primo colpo di cannone. La Paolo Veronese non è in grado di garantire la continuità di alimentazione delle celle frigorifere dei tir che trasportano derrate alimentari verso Lampedusa e Linosa e il pescato delle isole verso Porto Empedocle.

Letteralmente la motonave della Siremar, nelle sue dieci ore di traversata, interrompe la “catena del freddo”. Inoltre, altro motivo per cui la battagliera Nicolini ha chiesto una ispezione sanitaria della nave, gli alimenti e i rifiuti viaggiano sullo stesso ponte, chiuso, e con temperature estive da forno crematorio. A seguito dell’ultima riunione tra le parti che si era tenuta a Palermo, la Siremar avrebbe dovuto sostituire la nave Laurana in servizio temporaneo sulle Pelagie soltanto all’arrivo della motonave “Adriatica” vantata in quel tavolo come “appositamente noleggiata”.

Anche della Adriatica, come in precedenza della Bilton, inutile dirlo, non se ne è vista neanche l’ombra. Tutte promesse disattese quelle che gli amministratori della compagnia di cabotaggio “Compagnia delle Isole – Siremar” hanno fatto nei vari tavoli di servizio alla presenza delle autorità competenti. L’ultima era stata la garanzia della nave già “ingaggiata” alla presenza del Sindaco di Lampedusa e Linosa, del Comandante della Capitaneria di Porto di Lampedusa e Linosa, dell’Assessore Regionale al Territorio e Ambiente Maria Lo Bello, dell’Assessore Regionale alle Infrastrutture Antonino Bartolotta e dei delegati del Ministero dei Trasporti.

La Adriatica, in quella sede, era stata promessa già in servizio sulle Pelagie da fine Maggio. Non è al momento chiaro se la Siremar è autorizzata a prendere in giro tutti o se tutti sono disposti a chiudere un occhio, resta però un dato di fatto che l’arcipelago più lontano dalle coste siciliane si ritrova ancora una volta una nave priva di requisiti e che non prende il largo se soffiano più di quindici nodi. In pratica: le “carrette del mare” dei migranti viaggiano con condizioni meteo anche più avverse e arrivano sempre più puntuali.

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