In passato, la corona floreale offerta dal Comune era sempre stata deposta da impiegati fantasma. Nel 37esimo anniversario dell'uccisione del giornalista, invece, un comunicato annuncia l'iniziativa presa in autonomia da Palazzo degli elefanti
L’amministrazione che porta i fiori sulla lapide di Fava Per la Fondazione è «una notizia che ci lascia perplessi»
Quello dei fiori che scomparivano dalla lapide di Pippo Fava è destinato a rimanere ancora un mistero. A essere svelata, invece, quest’anno sarà l’incognita sulla corona floreale offerta dall’amministrazione comunale. In passato deposta da impiegati fantasma – e trovata già sotto la lapide in via Fava al momento della commemorazione – oggi pomeriggio sarà, invece, una rappresentanza istituzionale dell’amministrazione comunale a portare «un mazzo di fiori, in ricordo, nel luogo dell’omicidio». La notizia è arrivata di buon mattino con un comunicato inviato dall’ufficio stampa di Palazzo degli elefanti in cui a parlare è il sindaco Salvo Pogliese in persona che ha colto l’occasione per ricordare che le idee del giornalista ucciso dalla mafia il 5 gennaio di 37 anni fa «sono ancora vive nel cuore dei siciliani e dei catanesi onesti».
«Una notizia che mi ha lasciata perplessa – commenta a MeridioNews la presidente della Fondazione Giuseppe Fava Francesca Andreozzi – anche per il fatto di averlo saputo da voi». Ancora una volta, due commemorazioni diverse. Da una parte, quella della Fondazione – che ha scelto di organizzare un presidio virtuale e un webinar per parlare dello stato del giornalismo al Sud e in Sicilia – e, dall’altra quella del Comune di Catania che porterà un mazzo di fiori sotto la lapide, come «omaggio perenne a un sacrificio estremo che segna ancora la linea dell’impegno sociale e civile di chi auspica – ha dichiarato il primo cittadino – una terra finalmente liberata dalla mala pianta della mafia».
«Quando abbiamo organizzato gli eventi online, per rispettare le norme anti-Covid – spiega Andreozzi – abbiamo inviato il comunicato anche all’ufficio stampa del Comune di Catania». Pochi giorni dopo, da un ufficio dell’assessorato ai Beni culturali è arrivata una richiesta per partecipare alla commemorazione. «Abbiamo risposto che non era un momento commemorativo o istituzionale – riferisce la presidente della Fondazione – ma un dibattito per discutere di giornalismo tra giornalisti. E abbiamo esteso anche a loro l’invito a partecipare alla catena di memoria sui social. Il discorso con l’amministrazione – conclude – si era chiuso così».
In realtà, non è la prima volta che un’amministrazione comunale etnea invia un comunicato stampa per avvisare giornalisti e cittadini di
un’iniziativa presa in autonomia. Dal 2013, sotto l’era Bianco, per anni, gli amministratori locali hanno scelto di ritagliarsi un momento nella mattinata per commemorare Fava. Mezza giornata in anticipo rispetto al resto di Catania. «Quello deve essere un momento di riflessione e non di passerella», aveva detto all’epoca Elena Fava. Chissà che direbbe oggi.