Nuova tappa del caso Auchan. Ai due rom accusati di aver tentato di rapire una bambina (e poi scagionati) viene ora contestato il reato di estorsione
Ladri di bambini? No. Forse estorsori (di monetine)
Continua il processo a Viorica Zavache e Sebastian Neculau, i due rom balzati agli onori della cronaca esattamente un anno fa con l’accusa di aver tentato di rapire una bambina nel parcheggio di un noto ipermercato della periferia catanese. Dopo l’ultima udienza, tenutasi il 18 aprile, il capo d’accusa è stato trasformato da tentata sottrazione d’incapace e tentato sequestro di persona in tentata estorsione.
L’accusa ha deciso di modificare le imputazioni in un reato che – stranezze della legge – è punito con una pena più grave di quello precedentemente contestato. Ancora però non è noto se la somma che i due sono accusati di aver voluto estorcere consistesse in un’elemosina o alla moneta contenuta nel carrello della spesa.
Secondo le ricostruzioni Viorica – la giovane rom che viveva nel campo nomadi del quartiere Zia Lisa di Catania – si sarebbe avvicinata ad una donna chiedendo l’elemosina. Dopo il rifiuto, la ragazza avrebbe spostato la sua attenzione sul carrello nel quale sedeva la figlia. Molti dei dipendenti dell’ipermercato, così come i clienti abituali, conoscevano tale modus operandi: molto spesso i giovani rom si facevano consegnare i carrelli per recuperare gli spiccioli al loro interno.
Quindi Viorica – si deve usare il condizionale perché purtroppo i video di sorveglianza sono andati distrutti dopo le canoniche 24 ore e nessuno ha pensato di acquisirli – avrebbe tentato di sollevare la bimba. Non per rapirla, a questo punto è chiaro. Solo per poter portare via il carrello. La madre, probabilmente suggestionata dalle notizie che in quei giorni vedevano i rom sotto i riflettori mediatici e additati come “ladri di bambini”, si sarebbe spaventata e da lì si sarebbe innescato il litigio che ha coinvolto qualche minuto dopo anche Sebastian (il compagno della giovane). Con il conseguente arresto dei due e la condanna mediatica per un’accusa poi rivelatasi infondata in Tribunale.
Il Pubblico ministero ha cambiato il capo d’imputazione dopo la sentenza del 17 settembre, con la quale il giudice aveva assolto Viorica perché non aveva ravvisato l’intenzione di rapire la bambina.
Il processo andrà avanti in contumacia, infatti l’avvocato Marilisa Gaeta (difensore dei due ragazzi) non ha più loro notizie dalla scarcerazione della Zavache. A luglio il giudice deciderà se dar seguito a questo processo oppure archiviare definitivamente il caso Auchan.