La vice presidenza dell’Ars? Tutti dicono: “Non è merce di scambio”. Ma tutti trattano sottobanco…

I DEPUTATI DI TUTTI I PARTITI PRESENTI A SALA D’ERCOLE NEGANO L’EVIDENZA DI UN ‘MERCATO’ IN CORSO CHE MESCOLA POLTRONA E SPARTIZIONE DELLE SPOGLIE DELLA TERZA FINANZIARIA. E MAGARI DELLE POLTRONE DELLA SANITA’ DI CATANIA E DINTORNI RIMASTE ‘CASUALMENTE’ IN BILICO…

La poltrona è una. E i pretendenti sono tanti. Forse troppi. Parliamo dell vice presidenza dell’Ars, che si è liberata da quando, qualche giorno fa Salvo Pogliese (Forza Italia) – eletto al Parlamento europeo – ha lasciato vuota questa casella.

Da allora si è aperta la corsa alla conquista di questa poltrona. “Tutti mi chiedono, tutti mi vogliono…”, vice presidenza di qua, vice presidenza di là.  La vorrebbero i grillini, non senza qualche ragione: ad inizio legislatura hanno designato Antonio Venturino alla vice presidenza. Ma Venturino ha cambiato casacca (oggi orbita nel PD para-socialista) e si è tenuto la poltrona. Lasciando il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle privo di rappresentanza nel Consiglio di presidenza dell’Ars.

In realtà, non c’è un regolamento che impone di aggiustare le cose in presenza di un cambio di casacca. Morale: i grillini potrebbero restare ‘a piedi’…

Il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle mette però le mani avanti con un comunicato:

“Vicepresidenza dell’Ars e Finanziaria – scrivono – sono, e devono restare, due questioni nettamente distinte: nessuno può pensare di strumentalizzare l’una per indirizzare l’altra e viceversa”.

 

La precisazione è d’obbligo. Perché gira voce che il governatore Rosario Crocetta, che a Sala d’Ercole non ha i voti, potrebbe avere offerto ai grillini l’appoggio dei voti dei deputati che in Aula lo sostengono in cambio dei voti grillini alla terza manovra finanziaria. In pratica, uno scambio di dubbio gusto…

“L’unica merce di scambio che conosce il Movimento 5 Stelle – dicono i grillini per allontanare il dubbio di un loro coinvolgimento in questo ‘mercato’ della poltrona – è il bene di tutti i siciliani, solo quello, e nessuna poltrona, pur ambita che sia, può indirizzare, in un senso o nell’altro, il suo voto alla Finanziaria. Sarebbe comunque auspicabile congelare il più a lungo possibile l’elezione del sostituto di Pogliese. Farla a ridosso della Finanziara, prima o dopo, finirebbe per fare leggere in maniera sospettosa qualsiasi voto espresso alla manovra. La temporanea ‘vacatio’ non incepperebbe di certo il Parlamento. Ci guadagnerebbe, però, la trasparenza, che da queste parti, purtroppo, spesso latita”.

Insomma, meglio evitare di votare subito per l’elezione del nuovo vice presidente dell’Ars. Detto questo, “il Movimento 5 Stelle rivendica la carica, soprattutto, per entrare dentro al Consiglio di presidenza, da cui è stato per troppo tempo escluso”.

“Lasciare la seconda forza politica dell’Ars fuori da questo importante organismo – si legge sempre nel comunicato dei grillini – da un lato è uno sgarbo ai tanti siciliani che ci hanno votato e, dall’altro, rappresenta una forte limitazione alla nostra azione. Tante carte importanti passano dal Consiglio di presidenza e, spesso, senza che noi ne abbiamo la minima conoscenza”.

Il desiderio di allontanare l’elezione del vice presidente dell’Ars, per evitare osceni baratti, non dovrebbe vedere d’accordo il Governo. Che, invece, cerca voti. Compresi quelli di Forza Italia.

Gli azzurri siciliani – che già nelle prime due leggi finanziarie hanno partecipato ‘attivamente’ a tanti ‘baratti’ d’Aula – sono ormai gli ‘osservati speciali’ della terza manovra finanziaria.

Ieri il coordinatore ragione di Forza Italia in Sicilia, Vincenzo Gibiino, e il capogruppo all’Ars dello stesso Partito, Marco Falcone, nel corso di una conferenza stampa dai toni un po’ melodrammatici hanno cercato di presentarsi come esponenti di un Partito di opposizione. Ma a credere alle loro parole sono in pochi.

Al contrario di quello che Gibiino e Falcone dicono, gli osservatori sono convinti che stanno ‘trattando’ con il Governo di Rosario Crocetta. Magari per spartirsi anche le poltrone della sanità di Catania e dintorni.   

Stasera Falcone ha diramato un comunicato che, lungi da diradare i dubbi ‘inciucisti’ che gravano sul suo gruppo parlamentare, li accentua.

“E’ opportuno – dice Falcone – che l’elezione del vicepresidente dell’Ars venga fatta prima del varo della Finanziaria per evitare che diventi oggetto di baratto politico”.

Sulla base di quale principio l’eventuale elezione del nuovo vice presidente dell’Ars prima del varo della terza manovra finanziaria dovrebbe essere esente da accordi sottobanco non si capisce. Forse dopo gli ‘inciuci’ fatti con il Governo Crocetta nelle prime due leggi finanziarie Gibiino – e soprattutto Falcone – hanno le facce per presentarsi come ‘vergini’? Non sembrerebbe proprio…

Infatti lo stesso Falcone prenota la poltrona: “Noi – dice – ne rivendichiamo la riconferma al nostro Gruppo o comunque a un esponente del Centro-Destra, poiché solo così si manterrebbero quegli equilibri istituzionali fissati all’inizio della legislatura”.

Insomma, il ‘mercato’ è aperto: chi offre di più?

 


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