STANDO A QUELLO CHE ABBIAMO LETTO IERI, UN MINISTRO IN CARICA E UN EX PRESIDENTE DEL SENATO AVREBBERO INVITATO IL RAPPRESENTANTE DI UN ORGANO ‘TERZO’ PER DEFINIZIONE A VIOLARE LA LEGGE PARTECIPANDO A INCONTRI ‘ROMANI DEL TERZO TIPO’ CHE NON STANNO NE’ IN CIELO, NE’ IN TERRA. E ANCORA NON SONO ARRIVATE LE SMENTITE! PERCHE’ DOMANI CROCETTA PUBBLICHERA’ BILANCIO E FINANZIARIA 2014 CON LA CODA IN MEZZO ALLE GAMBE
Lo confessiamo: quello che stiamo sentendo e leggendo in queste ore, in materia di politica regionale, non l’abbiamo mai sentito e letto in oltre trent’anni. Non ci era mai capitato, ad esempio, di legge che i rappresentanti di due Governi – il Governo nazionale e il Governo regionale siciliano – invitano un soggetto ‘terzo’ per definizione, e cioè il rappresentante dell’Ufficio del Commissario dello Stato per la Sicilia, a partecipare a una riunione ufficiale per dirimere una questione tra la Regione e l’Ufficio chiamato a verificare la costituzionalità degli atti della stessa Regione. (a sinistra, foto tratta da liberoquotidiano.it)
Una ‘bestialità’ del genere c’era capitata nel dicembre del 2011, quando la Cisl proponeva di contrattare con l’Ufficio del Commissario dello Stato la stabilizzazione di un bel gruppo di precari. Ovviamente, non se ne fece nulla. E la stabilizzazione venne impugnata.
La stessa cosa, alla fine, sta succedendo oggi con il ‘bizzarro’ invito rivolto al Commissario dello Stato di recarsi a Roma per ‘trattare’ con il governatore Rosario Crocetta e l’assessore all’Economia, Luca Bianchi. Ovviamente, il Commissario dello Stato, Prefetto Carmelo Aronica, non è andato a ‘trattare’ a Roma. Per un motivo semplice: perché il ruolo che esercita glielo impedisce!
Ma il punto non sta nel ‘rifiuto’ del Prefetto Aronica – fatto ordinario – ma nel fatto che a sollecitare un incontro non ai limiti della Legge, ma fuori Legge, tra i tanti, ci siamo stati – almeno così noi abbiamo letto: e non abbiamo letto smentite – l’attuale Ministro degli Interni, Angelino Alfano, e l’ex presidente del Senato, Renato Schifani. Possibile che due personaggi che occupano ruoli di primo piano non conoscano le elementari ‘regole’ del Diritto? Possibile che, da ieri ad oggi, non abbiano avvertito l’esigenza di smentire una cosa che appanna il ruolo delle istituzioni?
Quello che sta succedendo in queste ore – ‘teatrino’ della politica allo stato puro – dà la misura del livello molto basso in cui è precipitata la politica del nostro Paese in generale e della Sicilia in particolare. E il riferimento non è tanto e soltanto al presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, la cui ‘statura’ politica è ormai sotto gli occhi di tutti, quanto di un ministro in carica – Alfano – e di un ex presidente del Senato (Schifani)!
Un’altra ‘bestialità’ letta nelle ultime ore sarebbe rappresentata da un altro bizzarro “atto formale” chiesto all’Ufficio del Commissario dello Stato alle cinque della sera di ieri: il ritiro dell’impugnativa. Un’altra follia degna di una politica senza capo, né coda.
Resta da chiedersi, a questo punto, come finirà la pantomima – perché di una pantomima si è trattato – tra il Governo nazionale e il Governo siciliano.
Ieri il presidente Crocetta ha bloccato la stampa dell’edizione speciale della Gazzetta Ufficiale della Regione. La Gazzetta avrebbe dovuto contenere la pubblicazione del Bilancio e della Finanziaria 2014 senza le parti impugnate. A nostro avviso l’atto compiuto dal governatore è gravissimo perché ha ritardato i pagamenti a migliaia e migliaia di persone.
Così facendo, il presidente è venuto meno a un preciso mandato affidatogli dal Parlamento siciliano. Quando, infatti, Sala d’Ercole vota l’ordine del giorno invitando il presidente a pubblicare la legge di stabilità senza le parti impugnate dall’Ufficio del Commissario dello Stato, affida un mandato che non può essere tradito.
Lo ribadiamo: a nostro avviso il presidente non ha i poteri per decidere, unilateralmente, la non pubblicazione della legge senza le parti impugnate. Soprattutto se l’ha fatto perché pensava – o meglio, s’illudeva – di far ritirare l’impugnativa al Commissario dello Stato!
Siamo stupiti che, su una vicenda così grave, non sia ancora intervenuta la presidenza dell’Ars. Perché tra i poteri del presidente non ricordiamo quello di ritardare i pagamenti a migliaia di persone! Non almeno là dove opera uno Stato di diritto.
Detto questo, domani il presidente, di corsa e senza perdere altro tempo, siamo certi che provvederà alla pubblicazione della manovra senza le parti impugnate. E lo farà alla svelta, con la coda in mezzo alle gambe.
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