La Timpa di Leucatia torna nel degrado «Basta con le promesse dei politici»

Preservativi usati, lattine e cartacce a pochi metri da granchi di fiume e menta d’acqua. E’ già tornata nel degrado la Timpa di Leucatia, grande polmone verde sconosciuto ai cittadini, al confine tra i Comuni di Catania a destra e Sant’Agata li Battiati a sinistra, ripulita e resa fruibile negli scorsi mesi da volontari, studenti e militari statunitensi. Se la natura ha fatto il suo corso, ricoprendo le passerelle in legno con la vegetazione e crescendo in modo disordinato, ad aver dimenticato gli impegni presi sei mesi fa sono stati gli amministratori locali. «A questo va aggiunta l’inciviltà delle persone, che hanno continuato a sporcare senza sosta», racconta Giuseppe Sperlinga, biospeleologo e docente dell’università etnea che da anni si impegna per la salvaguardia della zona con l’associazione Stelle e ambiente. Una situazione ormai insostenibile per i volontari, che intendono rilanciare e allargare il proprio impegno per la Timpa.

Ad aprile erano stati una decina di club Lions etnei a mettere a disposizione la somma di quattromila euro per alcuni piccoli interventi, ma molto rimane da fare. Una staccionata in castagno, poco prima dell’ingresso nell’ambiente umido, delimita ancora i resti dell’acquedotto benedettino. A spiegare ai cittadini la storia di quegli archi è un pannello illustrativo, ai piedi del quale gli studenti dell’istituto tecnico agrario e dell’istituto tecnico regionale avevano creato una piccola aiuola, dopo aver riempito diversi grandi sacchi con i rifiuti raccolti lungo la strada e il grande giardino. Ai militari di Sigonella era toccato invece sfoltire la vegetazione e creare una passerella che rendesse più semplice l’accesso alla Timpa. «Allora, il sindaco di Sant’Agata Li Battiati Carmelo Galati e l’allora primo cittadino di Catania Raffaele Stancanelli vennero e si impegnarono a mandare i propri operai nei mesi seguenti affinché la zona restasse pulita e decorosa – racconta Sperlinga – In realtà nessuno dei due alle parole fece seguire i fatti». Così come i volontari attendono ancora un gesto da parte del nuovo sindaco etneo, Enzo Bianco, «a cui in campagna elettorale abbiamo illustrato diversi progetti, tra cui quelli per la Timpa, ricevendo qualche promessa».

E intanto la staccionata comincia a cedere, l’erba alta diventa un ricettacolo di rifiuti e la zona resta al buio, senza i due lampioni promessi dal Comune di Sant’Agata Li Battiati. «Non fraintendetemi, a me non interessa cosa viene a fare qui la gente di notte, purché non sporchi», aggiunge il docente. «Se l’area fosse bene illuminata e magari videosorvegliata si avrebbe forse un effetto deterrente», propone Angela Guardo, vicepresidente regionale Wwf. L’idea è quella di restituire la zona a catanesi e turisti. «Solo con la presenza dei cittadini si evitano sporcizia, uccellatori e abbandono – continua Guardo – Questa zona deve essere utilizzata, sottolineando il suo interesse naturalistico». Tra le idee, visite guidate e depliant.

Il desiderio dei volontari è infatti quello di non limitarsi ad azioni isolate di pulizia e ripristino dei luoghi, ma di istituire un percorso che porti la Timpa di Leucatia a diventare un vero parco urbano intercomunale. Vorrebbero inoltre un sentiero ciclopedonale che attraversi l’ambiente umido su quella che una volta era la via Lavatoio – oggi coperta dalla vegetazione e irrigata da un corso d’acqua – e cartelli informativi che descrivano la biodiversità del luogo. Le proposte non mancano. «Tra un po’ sarà il momento di invitare gli amministratori non per fare promesse, ma per presentare quello che hanno già fatto per la Timpa», conclude Maurizio Musumeci, presidente di Wwf Catania.


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Poco più di sei mesi fa una squadra di volontari, studenti, membri di club Lions e militari di Sigonella avevano ripulito e reso fruibile uno dei meno conosciuti ma più interessanti polmoni verdi della città. In quell’occasione le amministrazioni locali di Catania e Sant’Agata Li Battiati si erano impegnate a mantenere il decoro dell’area. Lo avevano fatto anche in campagna elettorale, «ma nessuno alle parole fece seguire i fatti», spiega Giuseppe Sperlinga, biospeleologo e docente dell’università etnea. Adesso, insieme a diverse associazioni, punta a coinvolgere i cittadini. Guarda le foto

Poco più di sei mesi fa una squadra di volontari, studenti, membri di club Lions e militari di Sigonella avevano ripulito e reso fruibile uno dei meno conosciuti ma più interessanti polmoni verdi della città. In quell’occasione le amministrazioni locali di Catania e Sant’Agata Li Battiati si erano impegnate a mantenere il decoro dell’area. Lo avevano fatto anche in campagna elettorale, «ma nessuno alle parole fece seguire i fatti», spiega Giuseppe Sperlinga, biospeleologo e docente dell’università etnea. Adesso, insieme a diverse associazioni, punta a coinvolgere i cittadini. Guarda le foto

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Poco più di sei mesi fa una squadra di volontari, studenti, membri di club Lions e militari di Sigonella avevano ripulito e reso fruibile uno dei meno conosciuti ma più interessanti polmoni verdi della città. In quell’occasione le amministrazioni locali di Catania e Sant’Agata Li Battiati si erano impegnate a mantenere il decoro dell’area. Lo avevano fatto anche in campagna elettorale, «ma nessuno alle parole fece seguire i fatti», spiega Giuseppe Sperlinga, biospeleologo e docente dell’università etnea. Adesso, insieme a diverse associazioni, punta a coinvolgere i cittadini. Guarda le foto

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