L'opera, nel piano triennale delle opere pubbliche del 2015 era «apparsa e poi scomparsa», per usare le parole dell'assessore dell'epoca. Adesso viene citata nel piano di Orlando per contrastare l'emergenza sepolture, ma la strada pare ancora lunga
La storia infinita del nuovo forno crematorio ai Rotoli Gelarda: «Serviranno almeno altri tre o quattro anni»
«Si sono già persi cinque anni e per realizzare il nuovo forno crematorio ne sono necessari altri tre o quattro». Nel piano operativo per uscire una volta per tutte dall’emergenza loculi, che ha creato una lunga coda di oltre settecento bare accatastate nel magazzino del cimitero dei Rotoli in attesa di una sepoltura, la questione del forno crematorio è appena citata. Si punta sul ripristino del vecchio forno che da anni è in perenne manutenzione nel campo santo di Vergine Maria, ormai tristemente noto per il suo guastarsi poco tempo dopo la sua nuova messa in funzione, e sulla costruzione di una nuova struttura, ma la relazione del sindaco non si sofferma nell’approfondire l’argomento.
«Il nuovo forno crematorio è stato inserito nel Piano Triennale opere pubbliche nel 2015, come opera già finanziata, con oltre due milioni e mezzo di euro – dice Igor Gelarda, capogruppo in consiglio comunale della Lega – Eppure dopo sei anni è appena partita la fase di progettazione. Non sappiamo cosa sia accaduto in questi anni, ma solo nel 2019 il progetto è ripartito con l’affidamento ad un nuovo responsabile». Parole che trovano un riscontro tra le documentazioni. Già nel 2018 si era tornati a parlare del nuovo forno, così come del progetto di un nuovo cimitero a Ciaculli. Allora era stato l’ex presidente della So.Crem, società palermitana di cremazione, Maurizio Li Muli, a denunciare l’uscita dai radar del piano di costruzione dell’opera, approvato durante la scorsa consiliatura e poi caduto nel dimenticatoio. O quasi. Il piano era infatti tornato in agenda nel febbraio del 2019, quando l’allora assessore alla Rigenerazione urbana, Emilio Arcuri, aveva parlato di «progetto apparso e scomparso», per questioni legate – ironia della sorte – ai tempi burocratici troppo lunghi previsti per la formula con cui era stato inserito nel piano triennale delle opere pubbliche. Arcuri aveva anche parlato di una imminente progettazione, e il Comune a giugno aveva anche trovato i fondi grazie a una delibera presentata come provvidenziale.
Adesso, finalmente, la progettazione è stata data in carico. «I lavori di progettazione sono stato affidati ad una ditta di Rimini, che a breve presenterà il progetto – prosegue Gelarda – Ci vorrà almeno un anno e mezzo per concludere le fasi amministrative e progettuali, e almeno un altro anno e mezzo per la realizzazione dei lavori. Se tutto dovesse andare bene il forno sarà pronto nel 2024, nove anni dopo la sua programmazione». Nove anni in cui l’emergenza legata alle sepolture ha assunto dimensioni notevoli. «Come gruppo Lega abbiamo chiesto una relazione scritta per conoscere a chi siano imputabili le ragioni di questo ritardo che pagano i cittadini e le salme accatastate – conclude il consigliere – E sapere se ci sia stato un danno erariale o peggio se si siano commesse delle mancanze penalmente rilevanti. Quelle politiche sono evidenti». Intanto, il vecchio forno, struttura obsoleta che sarebbe stata costruita, in origine, per ben altri scopi, continua a essere non funzionante e l’emergenza, finché non verrà data l’accelerazione tanta attesa alle estumulazioni, si aggrava a un ritmo di circa cinquanta bare al mese.