I vertici di Fce e le sigle sindacali si incontreranno lunedì prossimo davanti all'assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone. «Andremo solo per garbo - dicono a MeridioNews dalla Filt Cgil - ma chiediamo un incontro con il ministero dei Trasporti»
La situazione di Ferrovia Circumetnea sul tavolo regionale Sindacati: «Serve conoscere piano industriale dell’azienda»
I vertici aziendali di Ferrovia Circumetnea e i sindacati siederanno allo stesso tavolo convocato dall’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone per lunedì prossimo al Palazzo della Regione di Catania. Una riunione che fa seguito a un primo incontro tecnico che si è tenuto lo scorso lunedì. «Ci siamo fatti carico delle preoccupazioni di sindacati, lavoratori e utenti. Vogliamo capire – ha detto l’assessore Falcone – quali sono le variazioni sulle tratte extraurbane e quali sono i punti di forza e di debolezza del nuovo piano tariffario». Sull’azienda che si occupa di trasporto pubblico locale non è un mistero che la pandemia dovuta al Covid-19 abbia avuto un effetto pesante, tanto che il direttore tecnico di Fce Salvatore Fiore aveva parlato di un «crollo totale» della domanda e dei ricavi.
«L’assessore ha chiesto un incontro per essere messo al corrente di quello che sta succedendo – spiega Fiore a MeridioNews – perché era passata l’idea che tra le nostre intenzioni ci fosse quella di ridurre i servizi». In particolare sulla tratta Catania-Riposto e anche dal lato opposto su quella verso Adrano. «Non è previsto nessun cambiamento di questo tipo – assicura il direttore tecnico di Fce – Semplicemente in funzione dell’attuale andamento della domanda, interrompiamo il servizio su ferro alle 18 sostituendolo con quello su gomma». Autobus al posto dei treni per ottimizzare i costi. «Per fare circolare un treno – spiega Fiore – ci vogliono tra le 20 e le 30 persone, mentre per un bus è sufficiente l’autista. Ci sembra l’unico modo per superare questo periodo in cui – ammette – abbiamo registrato oltre un 30 per cento di riduzione della domanda». Una soluzione temporanea che «andrà rivista con l’apertura delle scuole che, speriamo, ci faccia tornare ai flussi pre-Covid», auspica il direttore di Fce.
Una situazione che comunque non impatterebbe in modo determinante sui lavoratori. «Limiteremo solo le prestazioni straordinarie – afferma Fiore – Ma garantiremo i livelli occupazionali e la corresponsione degli stipendi, così come abbiamo fatto anche durante il periodo del lockdown. Nessuno dei dipendenti è stato messo in cassa integrazione». Intanto, da Fce confermano pure l’interesse per gli investimenti su ferro: non solo binari e tecnologie ma anche «l’acquisto appena effettuato di sette nuovi treni – dichiara Fiore – per un totale che si aggira attorno ai 40 milioni di euro».
I sindacati siederanno al tavolo regionale «più per una questione di garbo e di forma – dice Alessandro Grasso della Filt Cgil di Catania – ma non perché siamo convinti che possa essere un incontro risolutivo. Con la Regione – precisa il sindacalista – possiamo parlare di tematiche generali ma non certo dell’organizzazione di un’azienda ministeriale». È per questo che le single sindacali hanno avanzato la richiesta di un incontro con il gestore, cioè il ministero dei Trasporti, incassando la disponibilità da parte di Fce. «Vorremmo capire qual è il piano industriale dell’azienda e quali sono gli investimenti previsti perché – sottolinea Grasso – è vero che, al momento, non c’è il rischio che i lavoratori perdano il posto ma abbiamo comunque qualche preoccupazione per il futuro. Per questo – conclude il sindacalista – monitoreremo la situazione per verificare se l’azienda terrà fede agli impegni presi».