L'associazione pubblica i dati riguardanti i primi otto mesi di applicazione della nuova legge che ha introdotto nel codice penale i delitti contro l'ambiente. Tra i settori più interessati quello della depurazione. Con i casi degli impianti sequestrati nell'Agrigentino. Ma altre operazioni hanno riguardato il Messinese
La Sicilia nel dossier di Legambiente su ecoreati «Nuovo sistema di sanzioni comincia a dare frutti»
C’è anche un po’ di Sicilia nell’ultimo rapporto di Legambiente sugli ecoreati in Italia che quest’anno, nonostante non manchino le denunce, lancia un messaggio positivo: la nuova legge, varata nel 2015, che introduce nel nostro codice penale un titolo dedicato ai delitti ambientali, «comincia a dare i suoi frutti». Grazie alla collaborazione del corpo forestale dello Stato, del comando Tutela ambiente dei carabinieri, della Guardia di finanza e delle capitanerie di porto, Legambiente ha monitorato i primi otto mesi di applicazione, dal 29 maggio 2015 al 31 gennaio 2016, arrivando alla conclusione che questo periodo «sta già dimostrando l’efficacia del nuovo sistema sanzionatorio». Fatto di delitti specifici da contestare, «come l’inquinamento e il disastro ambientale, con limiti di pena adeguati che consentono l’utilizzo di tecniche investigative efficaci e tempi di prescrizione raddoppiati».
In Sicilia uno dei settori più esposti alle pratiche illecite è quello della depurazione, che trova ampio spazio nel dossier. Si parla in particolare di «impianti di depurazione fatiscenti o non funzionanti in Sicilia» e si ricordano quelli sequestrati tra Agrigento e Sciacca: a Ribera, Licata, Agrigento, Villaggio Mosè e, in ultimo, Cattolica Eraclea.
Legambiente cita poi un’altra operazione delle forze dell’ordine in Sicilia: a Tusa, nel Messinese, lo scorso novembre sono stati gli agenti del commissariato di Sant’Agata Militello a intervenire sul depuratore locale, la cui gestione è risultata fuori legge. «La vasca di decantazione (detta imhoff) – spiega il dossier – che avrebbe dovuto fornire un primo trattamento al refluo, non era nemmeno collegata alla condotta fognaria e risultava così inutilizzata da tempo. I reflui venivano scaricati direttamente sul suolo, per poi confluire nel sottostante torrente Cicero». «Da sottolineare – precisa l’associazione ambientalista – che in questo caso subito dopo la scoperta e la decisione dei poliziotti di impartire le prescrizioni, i gestori si sono prontamente conformati a quanto prescritto». E il sequestro di rifiuti speciali pericolosi e non, prodotti da un cantiere nautico nel comune di Torrenova, sempre nel Messinese, privo di autorizzazioni ambientali. Due le persone denunciate ai sensi della nuova legge.
La nuova legge, oltre i reati per inquinamento e disastro ambientale, aggiunge altri quattro delitti (morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale, traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività, impedimento al controllo e omessa bonifica); la previsione dei delitti colposi e una lunga serie di aggravanti – tra cui quelle contro l’ecomafia e contro i pubblici funzionari corrotti – anche specificatamente poste a tutela della pubblica incolumità; misure molto drastiche come la confisca dei beni, anche per equivalente, per gli inquinatori come già previsto per i mafiosi; sanzioni severe contro la responsabilità giuridica delle imprese.