Eccoci al secondo appuntamento con l'osservatorio di linksicilia sui social network per individuare gli umori e i malumori sui fatti più importanti accaduti nell'ultima settimana.
La settimana su Twitter: “È morto Andreotti. Tosta Agnese Borsellino, eh?”
Eccoci al secondo appuntamento con l’osservatorio di LinkSicilia sui social network per individuare gli umori e i malumori sui fatti più importanti accaduti nell’ultima settimana.
Cominciamo, naturalmente, con la morte di Agnese Borsellino, la moglie del giudice Paolo. Anche perché la triste notizia è partita proprio da Facebook, precisamente dal profilo del cognato Salvatore: «È morta Agnese. È andata a raggiungere Paolo. Adesso saprà la verità sulla sua morte». Su Twitter, uno dei pensieri più ritwittati è stato quello del giornalista Andrea Vianello (@andreavianel): «Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene. Paolo Borsellino. In memoria di sua moglie Agnese». Significativo anche il tweet dell’attore e scrittore Giulio Cavalli (@giuliocavalli), a cui nel 2009 fu assegnata una scorta per le minacce ricevute in seguito al monologo “Do ut Des”: «È morta Agnese, moglie di Paolo Borsellino. Chissà che almeno lì possa ascoltare all’orecchio la verità che qui ci manca».
Altra notizia che ha catalizzato l’attenzione dei media non solo italiani è stata senza dubbio la morte di Giulio Andreotti, figura emblematica dello Stato ed oscura per quanto riguarda i suoi rapporti con la mafia siciliana. E naturalmente in tanti, su Twitter, hanno fatto riferimento a questo “incrocio”. A partire dalla foto assai ritwittata dei tifosi del Torino che, durante il minuto di silenzio per la scomparsa dell’ex leader della DC, hanno esposto le foto di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Come sempre tagliente, invece, l’ironia di Spinoza (@spinozait): «È morto Andreotti. Tosta Agnese Borsellino, eh?».
E c’è stato un altro lutto che ha sconvolto soprattutto il mondo della politica siciliana, ovvero la tragica scomparsa del 30enne Giuseppe Musumeci, figlio di Nello, ex avversario del governatore Crocetta nelle ultime elezioni regionali. In questo caso, segnaliamo “soltanto” che sia su Twitter che su Facebook sono stati centinaia gli status e i tweet di vicinanza alla famiglia del deputato siciliano.
Ora passiamo agli aggiornamenti sulla protesta contro il MUOS di Niscemi. Perché anche oggi – venerdì 10 maggio – c’è stato un «intervento poliziesco contro il presidio No MUOS che prova a fermare i mezzi dei lavori nella base della morte di Niscemi», come twittato dall’insegnante (e militante comunista) Luca Cangemi (@luca_cangemi). Mentre il profilo ufficiale della protesta (@NoMuos) fa sapere che c’è «qualcuno che vuol far credere che un forno a microonde sia più pericoloso del MUOS», consigliando la lettura di questo post.
Ha continuato a fare parlare di sé, invece, la Tabella H, perché è stata impugnata dal Commissario dello Stato per la Regione Sicilia insieme ad altri 21 articoli della Legge Finanziaria approvata nella notte dell’1 maggio scorso. Ma c’è gente, come palermonelcuore (@settelamette), che crede che non cambierà nulla: «Il Commissario di Stato boccia la tabella H? Niente problemi…adesso gli cambiano la lettera… VERGOGNA». Al contrario, ha esultato il giornalista Rosario Rigano (@Civica_Mente) che adesso chiede: «Sia restituito il maltolto!». Profondo, infine, il tweet di Olga Nassis (@OlgaNassis): «TabellaH – Cala il sipario sulla Sicilia delle imposture e il suo kafkiano gioco delle parti, a vincere sono sempre gli interessi particolari».
Infine, parliamo delle tante e feroci reazioni di Twitter all’infelice frase di Giuliano Ferrara: «la mafia è l’essenza della Sicilia». Duro e istituzionale, ad esempio, il tweet di Giuseppe Ardizzone (@GiovanniArdizz1), presidente dell’ARS: «Da Giuliano Ferrara arriva un inaccettabile stereotipo. Le vere essenze della Sicilia sono accoglienza e contaminazione fra culture». E per l’europarlamentare Sonia Alfano (@SoniaAlfano): «LOrdine dei Giornalisti dovrebbe procedere allespulsione di Ferrara, per manifesta indegnità».