La scuola in piazza tra aumenti beffa e false riforme Sindacati: «Stop a mortificazioni, governo ci ascolti»

L’hashtag è #unionefalascuola. Lo slogan “Più valore al lavoro nella scuola”. Docenti, personale Ata e dirigenti scolastici sono scesi in piazza oggi in tutta Italia per chiedere il rinnovo del contratto di lavoro scaduto ormai da sette anni e la modifica della riforma targata Renzi-Giannini. Una mobilitazione unitaria organizzata da Cisl Scuola, Flc Cgil, Uilscuola, SnalsConfsal e Gilda con modalità diverse in tutte le regioni d’Italia. A Palermo parti sociali e lavoratori si sono ritrovati in piazza Verdi, davanti al teatro Massimo. Dito puntato sulle difficoltà e le disfunzioni di un settore, che il governo «sembra sempre più voler mortificare».

Il riferimento è allo stanziamento di fondi per il rinnovo dei contratti pubblici contenuto nella legge di stabilità varata dal Consiglio dei ministri. Per lo “scongelamento” dei trattamenti salariali il governo Renzi ha previsto 3.200.000, poco più di sette euro lordi al mese, 40 centesimi al giorno. «Un’inammissibile provocazione» dicono Mimmo Milazzo e Rosanna La Placa, segretario generale e componente della segreteria con delega alle politiche scolastiche della Cisl Sicilia. «Oggi, in tutta Italia, la scuola torna a manifestare e lo fa con obiettivi chiari e precisi: rinnovare un contratto fermo da anni, per ridare al lavoro nella scuola la giusta dignità anche sul piano retributivo, cambiare le tante disposizioni di legge, dalla 107 a quella di stabilità, che rischiano di aggravare tanti problemi anziché risolverli» dice Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola. 

Perché quello delle risorse è per i sindacati solo uno dei problemi. «Un governo che non investe, senza idee, che impone false e vuote riforme danneggia il servizio pubblico socialmente essenziale che la scuola fornisce» spiega Francesca Bellia, neo eletta segretario Cisl Scuola Sicilia e segretario Cisl Scuola Palermo Trapani. Per lei non ci sono dubbi: «Questo governo nazionale sta solo contribuendo ad impoverire il sistema scolastico italiano». Con il mancato riconoscimento della professionalità dei lavoratori, che passa anche dal rinnovo del contratto attesto da quasi un decennio e con la negazione del ruolo centrale della contrattazione. 

Per la Cisl rinnovare un buon contratto vuol dire «aprire alla partecipazione di chi lavora per realizzare la vera buona scuola per tutti. Nei fatti oltre la finzione». Ed è per questo che in campo sono scesi tutti: docenti, studenti, associazioni, genitori. L’obiettivo è comune: una qualità migliore della scuola. Che in Sicilia sconta gap storici. Soprattuto sul fronte dell’edilizia scolastica. «Le lentezze burocratiche – conclude Bellia – ritardano gli interventi urgenti e non più rinviabili per la messa a norma degli edifici scolastici che non garantiscono presidi di sicurezza per i nostri ragazzi». La protesta continuerà, assicurano le parti sociali. Almeno fino a quando il governo nazionale dimostrerà ancora «incapacità di ascolto dei numerosi problemi della scuola».


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