Un omaggio a Santa Rosalia che il 9 giugno di 390 anni fa liberò i palermitani dalla peste e dalla morte. Durante la traversata tanti i luoghi e le istituzioni "benedetti": dall'Ars all'Ospedale dei Bambini e al Civico, dallo Zen fino al porto, con un pensiero rivolto agli ultimi e ai migranti.
La Santuzza in volo sulla città Le reliquie trasportate su un elicottero
Le reliquie della Santuzza in “volo” su Palermo, un omaggio a Santa Rosalia, la patrona della città che il 9 giugno di 390 anni fa liberò i palermitani dalla peste e dalla morte. Un viaggio che si è ripetuto simbolicamente stamane a mezzogiorno, assieme alle reliquie di San Luigi Orione, stavolta non su un carro ma a bordo di un moderno elicottero, sorvolando il capoluogo siciliano per benedire la città. Una cerimonia speciale in un giorno che è passato ormai in sordina da anni, ma che, invece, segna una tappa importante per Palermo. Secondo la tradizione, infatti, il 9 giugno del 1625 (390 anni fa) per la prima volta le ossa di Santa Rosalia sono state portate in processione lungo la città martoriata dalla peste.
Nel momento preciso del canto del “Te Deum laudamus”, come testimonia la tradizione, si sarebbe bloccato il contagio e addirittura ci sarebbero state le prime guarigioni. Una data, il 9 giugno, che non viene ricordata perché offuscata da quella del 15 luglio del 1624 (un anno prima della prima processione) il giorno in cui sono state ritrovate le ossa della Santa su Monte Pellegrino, in seguito riconosciute e certificate come appartenenti alla Santa Patrona. «Abbiamo portato le reliquie dei due Santi sopra la città – spiega il reggente del Santuario a MeridioNews, don Gaetano Ceravolo – partendo dall’aeroporto di Boccadifalco e arrivando al Piazzale del Belvedere di Montepellegrino, pregando per la città e per i tanti mali che l’affliggono. Oggi la peste è l’assenza di valori, l’indifferenza e la corruzione. Durante il volo – ha precisato – sono stati sorvolati alcuni punti cardine della città, in particolare l’Ars e abbiamo pregato affinché la politica prenda le giuste scelte per il popolo».
Poi è stata la volta dell’ospedale Civico e quello dei Bambini e «il pensiero è andato ai malati – ha proseguito don Ceravolo – quindi al porto e abbiamo pregato per i tanti migranti, che ogni giorno arrivano sulle nostre coste. Da lì abbiamo sorvolato lo Zen e abbiamo domandato che venga sconfitta la povertà e, infine, anche sulla stazione dei vigili urbani di via Dogali pregando per le forze dell’ordine». Insieme a don Ceravolo a bordo dell’elicottero c’era anche don Mimmo Napoli, direttore del Centro don Orione. L’elicottero partito alle 12 da Boccadifalco, è stato messo a disposizione della Guardia di Finanza che ha anche accompagnato in macchina le reliquie della Santa dal Belvedere al Santuario. All’arrivo alle 12.30 al Piazzale del Belvedere sul Montepellegrino intitolato al cardinale Pappalardo c’erano fedeli e gli Sbandieratori “Antica Ibla Major” di Paternò, in provincia di Catania.