La sanità siciliana di Rosario & Lucia tra scandali e pentimenti

HUMANITAS. ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE PER LA SICILIA. LUMIA. COMMISSIONE FREY, MOIRANO, MORICI. DECERTO LEGISLATIVO N. 39. DECRETO BALDUZZI. LEGGE REGIONALE N.5 DEL 2009. DEBITI ASP. MUTUO. E CHI PIU’ NE HA, PIU’ NE METTA…

di Sallustio II

Abbiamo letto l’intervista rilasciata ieri a LiveSicilia dall’assessore regionale alla Salute Lucia Borsellino. Ci rallegriamo per il pentimento, seppure parziale e tardivo, sullo scandalo Humanitas. Ci saremmo aspettati, però, che l’assessore si pentisse pure di tanti altri atti consumati dal suo Governo. Diamo qui per ripetuto quanto da noi già scritto sullo scandalo generale della Sanità in Sicilia. E ripetiamo ancora che lo scandalo dell’Humanitas ha finito con l’essere la foglia di fico sotto la quale poter nascondere tutto il resto.
Così ci saremmo aspettati dall’assessore, tra le altre cose, che si fosse anche pentita del tentativo illegittimo di nominare il nuovo Direttore Generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia (IZS). Nomina tentata ripetutamente in barba alle vigenti disposizioni di legge, in primis il Decreto Legislativo n. 106/2012. Nomina fallita anche per l’intervento diretto del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e del Ragioniere Generale dello Stato. E ciò, nonostante i buoni uffici che su quella nomina, dicono, siano stati spesi dal Senatore Beppe Lumia. 
A proposito, abbiamo avuto modo di sentire qualche componente della Commissione Sanità all’Ars ed abbiamo saputo che, in quella sede, si sta discutendo il recepimento, da parte della Regione siciliana, del decreto legislativo 106/ 2012.

Si può dire: cosa c’entra la Legge regionale di recepimento della normativa statale con l’illegittima tentata nomina del dott. Vincenzo Di Marco Lo Presti a Direttore Generale dell’IZS Sicilia? C’entra. Eccome. Proviamo a illustrare il perché.
Il dott. Di Marco, in quanto prima impedito a sostenere l’esame a quiz presso il Cefpas di Caltanissetta il 27 di Agosto, e poi perché non presentatosi alla successiva sezione prevista dalla Commissione per gli stessi impediti, non è stato selezionato e, pertanto, non risulta nell’elenco dei 76 bravissimi (in verità neanche tra quelli meno bravi) stilato dalla simpatica Commissione di selezione Frey, Moirano, Morici.
Cosicché, non avrebbe più alcun titolo, meglio non ha più nessuna speranza, a maggior ragione, se l’assessore Borsellino mantiene fede all’obbligo dalla stessa assunto di nominare anche il Direttore Generale dell’IZS Sicilia scegliendolo dall’elenco dei selezionati. E il Di Marco non è selezionato.
Però, gli restano le potenti amicizie di cui alla prima tentata nomina. Ed allora, sempre per informazioni assunte da qualche componente della Commissione Sanità dell’Ars, abbiamo saputo pure che, in quella stessa sede, gli esperti mandati dall’assessore alla Salute per confrontarsi sul disegno di legge di riordino dell’Istituto hanno paventato un intervento del Commissario dello Stato, qualora i deputati si intestardissero a prevedere nella legge regionale una causa di incompatibilità nella nomina a Direttore Generale dell’IZS Sicilia per i dipendenti dello stesso Istituto. Il pericolo rappresentato, pare venga motivato dal fatto che una infelice norma ad personam contenuta in calce al Decreto Legislativo n. 39 ha abrogato detta incompatibilità per i dipendenti delle Asp. Quindi un dipendente dell’Asp può essere nominato Direttore Generale della stessa Asp. E bravi Monti e Severino! Che bella norma anticorruzione!

Pertanto gli esperti mandati dalla Borsellino sostengono: se manteniamo l’incompatibilità per l’Istituto, violiamo una norma nazionale, quindi il Commissario ce la impugna. E così, pensiamo, vogliono mettere paura ai componenti della Commissione Sanità. Ma noi riconosciamo sicura competenza ai componenti e sappiamo, anche, con assoluta certezza che il Commissario dello Stato non è un ingenuo. E’ un alto Dirigente dello Stato, dotato di elevata professionalità e di grande conoscenza delle norme, in particolare del procedimento di formazione delle leggi e dell’esegesi delle fonti.
Conseguentemente, tutti: componenti della Commissione Sanità all’Ars e Commissario dello Stato, sanno benissimo che, con la modifica del titolo V della Costituzione, la potestà legislativa concorrente in capo alla Regione Siciliana, ex art. 117.3 della Costituzione, è potestà legislativa piena. Salvo il rispetto dei principi fondamentali dello Stato. Tanto è anche sancito dalla illuminante sentenza della Corte Costituzionale 19-26 giugno 2002 n. 282, alla cui lettura abbiamo il piacere di rinviare gli esperti di Lucia Borsellino. E dalla lettura dell’art. 117.3 della Costituzione e dalla predetta sentenza sulle attribuzioni, confini e limiti della potestà legislativa regionale, non pare proprio che la sciagurata abrogazione contenuta all’ultimo articolo del Decreto Legislativo n. 39 possa mai costituire principio fondamentale dello Stato.
Allora, tranquilli, la causa di incompatibilità della nomina di Direttore Generale di un dipendente dello stesso Istituto può essere legittimamente ed opportunamente prevista. Oltretutto, servirebbe anche a fugare il dubbio che qualcuno ha (ma noi non l’abbiamo) sul fatto che il tentativo di coinvolgimento del Commissario dello Stato possa non far prevedere l’incompatibilità e, quindi, ripescare il dott. Di Marco per la nomina a Direttore Generale, nonostante non selezionato, ma possibilmente ritenuto scienziato dalla Borsellino e da Crocetta, con i buoni auspici del Senatore Lumia.

Sui pentimenti non vogliamo aggiungere altro, anche perché siamo sconvolti dal resto dell’intervista di Lucia Borsellino. Dice, tra l’altro, l’assessore sulla selezione dei manager della Sanità: “Ritengo che il valore aggiunto di questa procedura sia stato quello di utilizzare al massimo gli strumenti che la legge Balduzzi ci offre. Ma è bene ricordare che la Commissione ha svolto un ruolo di supporto tecnico, che non intende essere sostitutivo del potere di proposta dell’assessore”.
La Borsellino, quindi, si assume la responsabilità della procedura, definendola legittima ed aderente al Decreto Balduzzi ed alla Legge Regionale n. 5/2009. Assessore, la procedura adottata e seguita dalla Commissione da lei nominata è totalmente illegittima e, pertanto, è parimenti illegittimo il risultato finale di un elenco di 76 bravissimi, gran parte dei quali rispondono a nomi noti che, solo per effetto della illegalità perpetrata con la predisposizione di una griglia di valutazione postuma al bando di concorso, si sono automaticamente ritrovati tra i privilegiati ed hanno così potuto sanare (?!) anche originarie illegittimità già alla base degli incarichi precedentemente svolti ed assunti al settembre del 2009. Che tutto quanto l’operato sia illegale, prima di dirlo e ripeterlo noi, glielo ha detto l’Ufficio Legislativo e Legale della Regione siciliana, allorquando, reso il parere da lei stessa richiesto, tra l’altro scrive: “Tale fissazione di parametri sembra travalicare le funzioni assegnate a detto Organo risultando in contrasto con la normativa in materia di nomine dei managers della sanità e, in particolare, con l’art. 19 della L.R. 5 del 2009”. E ancora che “non può quindi essere revocabile in dubbio che la Commissione ha travalicato i compiti assegnati, e che l’attività espressione di tale ultronea e non legittimata attività sia viziata da invalidità”.

Detto parere dall’assessore alla Salute è stato interamente trasfuso nella propria nota n. 44802 del 23/05/2013 e, così, in toto recepito dalla Giunta Regionale di Governo con deliberazione n. 185 del 29/05/2013. Ebbene, l’inequivoco parere legale è stato sfacciatamente disatteso dall’assessore Borsellino, in uno alla sua stessa nota ed alla deliberazione della Giunta regionale.
Assessore Borsellino, in tutta questa poco edificante vicenda noi abbiamo un solo dubbio: quanti altri uomini di Governo, al suo posto, invece di gloriarsi, almeno arrossirebbero per la vergogna? Di certo sappiamo che già fioccano i ricorsi. Se tra i tanti anche uno solo di questi dovesse andare a buon fine e sospendere la procedura che lei, assessore, assieme al suo Presidente vuole velocemente concludere, allora è sicuro che a lei medesima non potrà restare altra strada se non quella delle ingloriose dimissioni.
Ma dove l’assessore Borsellino si supera è quando nell’intervista, così risponde alla domanda sulla situazione debitoria delle Asp: “Questo è un tema sul quale tengo a precisare delle cose, rispetto a quanto ho sentito e letto. Ci sono delle sofferenze del sistema che precedono la nostra gestione e che non hanno nulla a che vedere con il risultato d’esercizio. Le Asp hanno debiti nella misura in cui la Regione, per problemi di cassa, non trasferisce tutte le somme che dovrebbe nel corso dell’anno. E non va confuso quindi il debito con il disavanzo del sistema. I maggiori gettiti introdotti per le coperture dei disavanzi sanitari sono stati utilizzati solo in parte per questa finalità, perché i disavanzi sono stati ben più contenuti, o addirittura eliminati, e le somme sono finite a bilancio della Regione”.
Assessore Borsellino, chissà cosa ha pensato il suo predecessore dott. Massimo Russo quando ha letto le sue considerazioni in ordine alle precedenti sofferenze del sistema. Comunque, non è nella competenza dell’assessore alla Salute distinguere la contabilità finanziaria dalla contabilità economica. Tale competenza, oltre che degli esperti dell’assessorato al Bilancio, è semmai, anzi dovrebbe essere, dei Direttori Generali delle Asp, magari di quelli che saranno nominati per scelta dall’elenco dei 76. Anche se a questi ultimi non è stato chiesto niente nella materia, né nei colloqui auto referenziali né, tantomeno, con la burla dei quiz on line. Pertanto, sulla competenza nella subiecta materia, giacché non è stata vagliata, rimarrà il dubbio.
Assessore, se quello che lei dice è vero, e purtroppo pare che sia vero, allora il fatto è di una gravità inaudita. Dato che, infatti, i trasferimenti per cassa dalla Regione alle Asp derivano dai trasferimenti in maggiore quota parte dallo Stato alla stessa Regione e che, per la rimanente esigua quota parte regionale, il trasferimento deriva dalle entrate della Regione medesima, ci chiediamo:

dove sono andati a finire i soldi dello Stato?

E ci chiediamo ancora: non è che il mancato trasferimento alle Asp della quota parte regionale sia imputabile alla inesigibilità dei residui attivi del Bilancio regionale?
Nell’un caso e nell’altro è raccapricciante che per sopperire a siffatto deficit di cassa si ricorra ad un mutuo. Il mutuo che si vuole propinare all’Assemblea regionale siciliana verrà rifilato ai Siciliani. Pacifici cornuti che dovranno vedersi aumentare le addizionali Irpef ed Irap per potere consentire alla Regione contraente di pagare debiti per cassa (per mancati trasferimenti dello Stato?) e debiti per residui attivi inesigibili della stessa Regione.
Complimenti!

 


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