Di fatto, il parlamento siciliano ha cambiato volto. Ieri il consiglio di presidenza ha varato un prelievo forzoso sulle pensioni di ex deputati e burocrati. I vecchi alti burocrati (12 o 13) andranno in pensione. Al loro posto un esercito di giovani
La ‘Rivoluzione’ dell’Ars: contributo di solidarietà, nuovo segretario generale e nuovi direttori tutti quarantenni
DI FATTO, IL PARLAMENTO SICILIANO HA CAMBIATO VOLTO. IERI IL CONSIGLIO DI PRESIDENZA HA VARATO UN PRELIEVO FORZOSO SULLE PENSIONI DI EX DEPUTATI E BUROCRATI. I VECCHI ALTI BUROCRATI (12 o 13) ANDRANNO IN PENSIONE. AL LORO POSTO UN ESERCITO DI GIOVANI
Mentre il Parlamento siciliano si appresta ad esaminare e ad approvare la terza manovra finanziaria, il Consiglio di presidenza dell’Ars, ieri, ha varato il contributo di solidarietà. Si tratta di un prelievo a carico di deputati regionali e dipendenti della stessa Assemblea regionale siciliana che, per grandi linee, ricalca quanto varato nel giugno scorso dal Senato della Repubblica.
Il contributo di solidarietà andrà a colpire le pensioni di ex parlamentari e altri burocrati.
Tre le fasce di reddito sulle quali verrà calcolato il contributo di solidarietà:
prelievo del 6 per cento per le indennità che arrivano a 90 mila euro annui;
prelievo del 12 per cento per le indennità che vanno da 90 a 150 mila euro annui;
prelievo del 18 per cento per le indennità superiori a 200 mila euro all’anno.
La ‘botta’ che il Consiglio di presidenza dell’Ars ha assestato a ex parlamentari e burocrati è forte. Si partirà da prelievi oscillanti tra 5 e 6 mila euro all’anno per le fasce basse a prelievi che sfioreranno i 23-24 mila euro all’anno per le fasce alte.
Il taglio, nel suo complesso, dovrebbe superare il milione di euro annuo.
Tutto questo si aggiunge all’introduzione del ‘tetto’ di 240 mila euro che l’Ars ha introdotto anticipando il Senato della Repubblica.
Di fatto, senza clamore, facendo parlare gli atti e i fatti, il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha attuato una vera ‘Rivoluzione’ dentro Palazzo Reale.
Ha eliminato tutte le mega retribuzioni e le mega pensioni. Oltre a Sebastiano di Bella, segretario generale ormai in pensione, andranno via dal ‘Palazzo’ dieci o dodici alti dirigenti.
Tutti salveranno le vecchie pensioni, ma lasceranno sul campo il contributo di solidarietà di almeno 20 mila euro all’anno.
In pratica, tutti gli alti dirigenti ultra-cinquantenni e sessantenni stanno andando via. E’ stato nominato il nuovo segretario generale che prende il posto di Di Bella, Fabrizio Scimè.
Cambieranno tutte le direzioni degli uffici del Parlamento siciliano.
Né i nuovi direttori, né, tanto meno, il nuovo segretario generale, potranno guadagnare più di 240 mila euro all’anno.
A questo si aggiunge il già citato contributo di solidarietà.
Dobbiamo ammettere che, sul fronte dei risultati concreti, il presidente dell’Ars, Ardizzone – che stamattina terrà la tradizionale conferenza stampa del ventaglio (i cronisti parlamentari che regalano il ventaglio al presidente dell’Ars, l’occasione per fare il punto della situazione sull’attività legislativa del Parlamento siciliano, ma anche sulla situazione politica) – ha impresso una svolta alla gestione del Parlamento.
Dobbiamo ammettere che ci stiamo lasciando alle spalle un passato fatto forse di troppi privilegi (comunque non diversi da quelli di Camera e Senato) per un presente e un futuro che saranno diversi: più sobri e meno costosi per la collettività.
Altri politici siciliani parlano di ‘Rivoluzioni’, ma fino ad ora hanno solo penalizzato la Sicilia.
Ribadiamo: dobbiamo ammettere che una ‘Rivoluzione’ concreta – fatta di atti e fatti – è in atto a Palazzo Reale, sede del Parlamento dell’Isola.