Nello Musumeci è tornato a immaginare una società pubblico-privata ma in cui «fare l'arbitro e non il giocatore». Per la società nata a gennaio, slitta il primo decollo. «Siamo pronti - dice Claudio Melchiorre a MeridioNews - ma serve capire come andrà il mercato»
La Regione cerca privati per fare una compagnia aerea Aerolinee Siciliane: «Con noi sarebbe socio come altri»
«La compagnia aerea siciliana non si può fare soltanto su iniziativa pubblica, se c’è uno o ci sono più privati a scommettersi su questa impresa certamente gli enti pubblici, a cominciare dalla Regione, non resteranno a guardare». Dopo la riunione di ieri mattina all’aeroporto Falcone-Borsellino di Palermo, il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci è tornato a immaginare «una società mista pubblico-privata. La Regione – ha aggiunto – non può fare il giocatore come ha fatto per settant’anni, ma deve fare l’arbitro».
E, in effetti, un gruppo di privati ci sarebbe già. «La Regione cerca qualcuno che si faccia più avanti di noi?». La domanda retorica la fa a MeridioNews Claudio Melchiorre, tra i fondatori e membro del consiglio di sorveglianza della compagnia aerea Aerolinee Siciliane Spa. Nato lo scorso 25 gennaio, il progetto aveva preso avvio «su richiesta della Regione – sostiene – Eravamo stati contattati da persone vicinissime al presidente». Gli incontri procedono e il progetto pare essere condiviso. Fino a quando qualcosa si rompe. «La Regione, volendo, avrebbe dovuto anticipare 10 milioni di euro di capitale per azioni che la società avrebbe poi venduto» seguendo il principio dell’azionariato diffuso. «A un certo punto, però, sono scattati dei meccanismi che immagino essere politici», dice Melchiorre.
Con o senza mamma Regione va avanti il progetto basato sul business plan redatto dal presidente Luigi Crispino. Un volto già noto del settore in quanto fondatore di Air Sicilia – società pioniera nel settore e fallita nel 2002 – che poi è stato anche tra gli azionisti principali di Wind Jet, fallita nel 2012. Il primo volo di Aerolinee Siciliane sarebbe dovuto decollare dopodomani – il 14 giugno alle ore 6.40 – da Comiso per atterrare a Milano. «Abbiamo dovuto fare slittare questa data a causa del coronavirus – precisa Melchiorre – Ma, volendo, potremmo partire anche oggi stesso. Perché il capitale versato c’è». Quanto sia, però, non è dato sapere. L’ultimo numero disponibile è quello iniziale: 173mila euro.
La prossima data fissata per il decollo, adesso, è il 31 luglio. «Ma non è ancora certo se partiremo – rivela Melchiorre a MeridioNews – perché il mercato in questo settore ha subito una contrazione importante e non sappiamo se e come si stabilizzerà». Intanto le sottoscrizioni vanno avanti, ma per la Regione eventualmente la porta potrebbe essere riaperta? «Se la Regione volesse – spiega Melchiorre – potrebbe entrare al pari di tutti gli altri siciliani, ma non deve aspettarsi di comandare perché nella nostra filosofia non c’è e non ci può essere un azionista più importante di altri». Mentre Musumeci pensa alla Regione nel ruolo di «arbitro» e «non di giocatore», per Aerolinee Siciliane c’è una sola regola del gioco: «Che la Regione accetti di essere alla pari e non il principe che dispone – conclude Melchiorre – Per il resto non dobbiamo starci simpatici, ma trovare soluzioni per la Sicilia».