L'autopsia ha chiarito il motivo della morte di Pamela Canzonieri. Le autorità brasiliane dicono di seguire due piste e di aver sentito alcuni testimoni. Un'amica della donna nei giorni scorsi aveva accusato i vicini: «Hanno sentito le grida ma non hanno fatto niente». Intanto la sorella di Pamela interviene sul social
La ragusana morta in Brasile è stata strangolata Per ricordarla gruppo Facebook e una fiaccolata
Pamela Canzonieri è morta per asfissia dovuta a strangolamento compiuto con le mani. Sarebbero questi i primi risultati dell’autopsia effettuata sul corpo della 39enne ragusana, trovata senza vita giovedì scorso nella sua abitazione in Brasile, a Morro de Sao Paolo, località di mare a sud di Salvador de Bahia. Qui la donna, che amava molto il Paese sudamericano, era solita passare i mesi estivi brasiliani, lavorando in un ristorante. La notizia è stata data dalla polizia locale all’Ansa. «Sappiamo che è stata sorpresa in casa e che non si sono segni di effrazione», ha detto il commissario Argimária Freitas de Sousa Soares, titolare dell’indagine, e il portavoce ha aggiunto che la polizia sta seguendo due piste investigative e ha sentito già alcuni testimoni.
Giovedì la polizia sarebbe stata allertata da una telefonata anonima e dalla denuncia di alcuni amici della donna. Sul corpo di Pamela sono stati trovati dei lividi, ora l’autopsia conferma l’origine della morte. I familiari hanno espletato tutte le pratiche burocratiche attraverso un loro amico sul posto e il rientro della salma è previsto per venerdì prossimo. Anche il procuratore di Ragusa Carmelo Petralia ha deciso di aprire un fascicolo contro ignoti, anche per consentire agli organi di polizia locali di poter svolgere indagini autonome rispetto a quelle finora fatte dalle autorità di polizia brasiliana.
Nei giorni scorsi, sulla dinamica della morte della donna, era intervenuta una sua amica che ha inviato un’email a Remo Croci, inviato del programma Quarto Grado. Il giornalista ha pubblicato su Facebook il testo: «Pamela è stata uccisa brutalmente nella sua dimora – si legge nel racconto dell’amica -. L’assassino le ha spaccato il cranio, lasciandola agonizzante ed ancora viva su un materasso di spugna tra mezzanotte e l’una, a cavallo tra il 17 ed il 18 novembre. Il crimine è avvenuto in una via poco più larga di due metri e lunga 20 metri, dove le case sono ammassate l’una sopra l’altra, senza alcun senso logico e senza un vero muro di separazione (come lo intendiamo noi italiani) e dove i rumori echeggiano da parte all’altra. Le grida di soccorso sono state udite da tutti i vicini, ma nessuno di loro ha fatto nulla, anzi si sono chiaramente accorti dell’assassino quando è uscito da casa di Pamela richiudendo la porta, e ne riferiscono con certezza l’orario».
Il motivo che ha spinto l’amica di Pamela a inviare l’email è legato alle prime notizie emerse dopo il ritrovamento del cadavere, e in particolare alla circostanza che nell’appartamento della donna sarebbero state trovate sostanze stupefacenti. «Era una gran lavoratrice con un carattere di ferro, capace di adattarsi ad ogni ambiente e di vivere con un piede in Brasile ed uno in Italia – continua l’email – cosa che la maggioranza delle persone non sarebbe capace di sognare. In casa di Pamela non è stata rinvenuta alcuna sostanza stupefacente, perché la verità è che è stata uccisa due volte qui al Morro de Sao Paulo: dalle mani del colpevole la prima volta, e dall’indifferenza di tutti i vicini che hanno ascoltato e non hanno fatto nulla, la seconda. E ora i giornalisti non hanno il diritto di ucciderla per la terza volta diffamandola con accuse infamanti come gli abusi di droga e le possibili cause di overdose. Pamela non lo merita perché era una donna solare, dinamica, con tanta voglia di fare, ricca di amici di ogni etnia».
Intanto gli amici hanno creato un gruppo Facebook, Verità per Pamela, e hanno promosso una fiaccolata a Ragusa per giovedì 24 novembre alle 20, raduno in piazza Tamanaco. Sul gruppo social è intervenuta anche la sorella di Pamela, Valeria, la stessa che ha appreso la notizia della morte proprio da Facebook. «Preciso – scrive – che gli unici ad essere informati minuto per minuto e messi a conoscenza dei dettagli siamo solo noi, la famiglia. Detto questo non so se essere felice per questa iniziativa o essere amareggiata perché molti di voi (e non faccio nomi) da tempo non rivolgevano più manco la parola a mia sorella e io ne sono testimone oculare, in questi giorni non avete fatto sentire nemmeno la vostra vicinanza e adesso avete l’interesse? Questa cosa mi fa tanta tanta rabbia e chi volesse apparire in tv è pregato di farlo in un’altra occasione. Concludo dicendo che la famiglia Canzonieri autorizza la fiaccolata ma non la presenza del “caro signor sindaco”. Per quanto riguarda la presenza dei giornalisti sappiate che io ho due bambini da tutelare… Scusate lo sfogo ma secondo me era dovuto».