La Provvidenza approda al Metropolitan

“Questa storia comincia dal mare e dal mare finisce…”. Il leit motiv della rappresentazione teatrale dei retroscena de “La Terra Trema”, il film di Luchino Visconti girato ad Acitrezza tra l’inverno del 1947 ed il 1948, può essere racchiuso in questa frase citata dal narratore all’inizio di “Benvenuta Provvidenza”, musical liberamente ispirato al racconto delle sorelle Agnese e Nella Giammona che interpretarono in quegli anni del dopoguerra le indimenticabili Mara e Lucia.
Lo spettacolo non prevede repliche, mentre è in cantiere l’organizzazione di una tournée nazionale.

Da un’idea di Alfredo Lo Piero e Gianfranco Bernabei con la sceneggiatura di Mario Bonanno, si è rivisitato una delle pellicole di Visconti in chiave teatrale.
Grazie sempre a Lo Piero nei panni di Narratore- interfaccia con il pubblico – si mettono in scena le tappe principali che segnarono il soggiorno siciliano del regista.
Dal suo arrivo in paese, alla gioia degli abitanti che vennero coinvolti nel progetto, dalla costruzione di tutto il set cinematografico ai problemi creati da alcuni trezzoti con la “rogna”, una conchiglia che emette dei rumori assordanti se vi si soffia dentro, che bloccò le riprese del film poichè Visconti esigeva il massimo silenzio, fino al grasso banchetto finale con cui il Maestro salutò il paese ed il mare trezzoto.

Le musiche di Nicola Sapuppo hanno saputo dare vitalità ad uno spettacolo che ha visto coinvolto un cast fatto di ballerini, giocolieri, cantanti ed attori con abiti d’epoca presi ‘dalla strada’ e soprattutto rigorosamente siciliani, per il quale gli organizzatori ne sono andati fieri dal primo momento.
Ritmi mediterranei e canti popolari hanno animato una serata che ha visto la comparsa di parecchie figure artistiche come un gruppo folk, la donna Cinema negli abiti, un po’ carnascialeschi, de “La Terra Trema” e poi l’instancabile Lo Piero nei panni di Luchino Visconti.
E proprio questo è stato il personaggio chiave della rappresentazione che ha come fermato il tempo in un clima nostalgico in contrasto con i tempi frenetici dei balletti.

La sorpresa è stata sicuramente l’utilizzo di immagini proiettate sullo sfondo del palco che ritraevano momenti del film di Visconti, foto antiche di Acitrezza e la corrispondenza letteraria che il regista intratteneva con i suoi amici di Milano. Per il resto, le quasi due ore di spettacolo sono trascorse molto rapidamente a dimostrazione del fatto che la vivacità della rappresentazione non lasciava attimi vuoti ed interminabili.

Qualche nota di rimprovero si può scrivere per l’uso di un dialetto dai toni troppo palermitani per gente abitante ad Acitrezza e per la sceneggiatura un po’ monotona che sicuramente sentiva l’esigenza di una migliore location come quella dello scalo d’alaggio del paese de “I Malavoglia”. In effetti, Lo Piero e gli altri si stanno muovendo in tal senso. Infatti per l’estate 2006 è in fase di studio l’ipotesi di svolgere la rappresentazione proprio ad Acitrezza.
Un ultimo appunto si può fare al tema principale del musical. Il rapporto tra la provvidenza in termini di fortuna e speranza e la desolazione, la povertà e la cattiveria degli abitanti. Forse il miscelarsi di queste variabili, a volte esasperato e a volte ironico, ha fatto storcere il naso a qualcuno dei tanti spettatori trezzoti presenti allo spettacolo.


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