«Da oggi non lasceremo più solo il parco dellEtna ad affrontare la problematica dei rifiuti nell’area protetta, lo sosterremo con molta attenzione». Una promessa che sa anche di ammissione di colpa, quella dell’assessore regionale all’Ambiente Salvatore Calleri. Secondo il titolare della struttura, dopo la raccolta delle istanze dell’ente Parco e dei sindaci della zona «il passaggio successivo sarà quello di agire nella maniera più adeguata per dare soluzione al problema». Quali? Difficili ancora stabilirlo. Per il rappresentante del governo di Rosario Crocetta, «bisogna rafforzare il controllo attraverso le multe, dobbiamo fare provare vergogna agli autori di comportamenti incivili». Misura invocata più volte anche dalla presidente dell’ente, Marisa Mazzaglia.
I rappresentanti delle amministrazioni locali hanno chiesto all’assessore Calleri maggiori risorse economiche per fronteggiare quella che è classificabile come un’emergenza. «La presenza di rifiuti e di siti di discarica incontrollata sembra diventata una malattia cronica per l’ente e per il Parco che non può assistere inerte a questa situazione», ha affermato Mazzaglia. Un nodo cruciale è l’ingresso del vulcano tra i beni patrimonio dell’Unesco. «Serve una strategia di bonifica immediata con nuove e più forti energie e occorrono più forti azioni di vigilanza e di controllo, con una collaborazione interforze». Tra le soluzioni emerse dall’incontro l’istituzione di un numero verde unico per segnalare le discariche, un sistema di videosorveglianza, la bonifica delle aree più a rischio da parte di aziende che si occupano di smaltimento dei rifiuti. Tutte misure, queste, già poste sul tavolo, così come l’istituzione – attraverso una legge regionale – di un corpo di guardie volontarie ecologiche.
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