Attese interminabili, momenti di tensione e candidati a sorpresa. L’ultima giornata utile per la presentazione delle liste per le elezioni comunali a Palermo ha preso i contorni di un film. Un film lunghissimo, a tratti noioso, ma non privo di colpi di scena. Primo di tutti quello relativo al candidato misterioso. Marco Lo Bue, sedicente – in mancanza di conferme ufficiali – imprenditore. È lui l’ottavo candidato sindaco di Palermo. Nessuno aveva sentito parlare di lui, ha lavorato sotto traccia, fatto sta che è riuscito dove altri hanno fallito: non solo presenta lista e relative firme, ma pare avere anche depositato gli elenchi dei candidati per tutte e otto le circoscrizioni. A infittire il mistero ci hanno pensato i rappresentanti di lista di Lo Bue, che si sono sottratti a ogni dialogo con i giornalisti presenti, rifiutandosi di confermare o smentire qualsiasi informazione perché «non autorizzati». Non si conoscono i nomi dei suoi candidati, né i quattro assessori designati, solo il nome della lista: Cambiamo Palermo con i palermitani.
Nelle operazioni di registrazione finali che si sono protratte fino a quasi mezzanotte a palazzo Jung, sede della segreteria generale del Comune, c’è stato anche un momento di smarrimento legato a un piccolo giallo: pareva non risultasse più la candidatura di Francesco Messina, nonostante l’avvocato si fosse presentato ben prima del tempo limite, previsto per mezzogiorno, per depositare i documenti richiesti. Sembrava addirittura che Messina non potesse essere candidato e che si andasse dunque incontro a un ricorso, fin quando però le carte non sono state ritrovate e si è potuta ufficializzare anche la posizione del leader di Centro riformista.
La vera novità, tuttavia, è stata l’incredibile dilatazione dei tempi di registrazione, che alle scorse amministrative, nonostante i candidati in corsa fossero molti di più, sono stati più contenuti. Questa volta, forse nell’intenzione di evitare un nuovo caso firme false, i funzionari hanno deciso di fare a monte un controllo strettissimo su firme, documenti, dati anagrafici, persino sulle corrispondenze dei soprannomi, che normalmente è stato fatto in fasi successive. Il tempo maggiore si è perso per le circoscrizioni, con le attese interminabili per quanti si fossero messi a turno dopo Orlando e Ferrandelli, che con sette liste a testa hanno monopolizzato buona parte della giornata. Un problema che non ha di certo riguardato Ciro Lomonte, che ha anticipato tutti chiudendo la pratica con un giorno d’anticipo. Adesso che i giochi sono fatti, salvo ulteriori colpi di scena, si potrà tornare a pensare alla campagna elettorale, che da oggi entra nella sua fase più viva.
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