La polemica sul progetto per un coinceneritore a Partinico Prima valutazione ambientale ha ravvisato tante criticità

Trenta. Sono le criticità individuate dalla commissione tecnico-specialistica nel parere intermedio rilasciato sul progetto di Iperdue, la società che vorrebbe realizzare un coinceneritore nell’area industriale di Partinico, in provincia di Palermo. L’ipotesi, nei giorni scorsi, ha suscitato la reazione compatta di partiti – M5s, Rifondazione, Verdi – e mondo ambientalista, da Legambiente a Zero Waste e Rifiuti Zero, che hanno sottolineato come a opporsi sia stato anche il Comune di Partinico che ha dato parere negativo per una serie di carenze nella documentazione presentata alla Regione. Pochi giorni dopo si è aggiunta anche la Città metropolitana di Palermo, che ha rilasciato un parere quasi totalmente negativo sulla piattaforma. Già a febbraio, le criticità e le carenze progettuali erano state messe nero su bianco dall’organismo indipendente che collabora con l’assessorato al Territorio, per quanto riguarda le valutazioni degli impatti sull’ambiente.

L’impresa proponente, che ha sede a Carini (nel Palermitano), punta a realizzare tre linee di produzione: la prima caratterizzata dallo stoccaggio di rifiuti solidi, sia urbani che speciali non pericolosi, in parte da trattare con interventi di triturazione e raffinazione prima di essere imballati. Ogni anno sarebbero oltre 138mila le tonnellate di rifiuti conferiti da soggetti terzi nello stabilimento: tra questi ingombranti in legno e plastica, ma anche rifiuti metallici e biodegradabili. La seconda linea, invece, è quella che prevede il discusso impianto di coincenerimento, basato sulla tecnologia della pirolisi (un processo di decomposizione termochimica, ottenuto con l’applicazione di calore e in completa assenza di un agente ossidante) e alimentato con 15mila tonnellate di rifiuti solidi non pericolosi provenienti dalla linea 1 e dal cui trattamento verrebbero prodotti, stando alla previsione di funzionamento h24 per undici mesi, 1,2 milioni di kilowatt all’anno. La terza linea di produzione, invece, riguarda un impianto di trattamento chimico-fisico dei rifiuti solidi, anche pericolosi, che lavorerebbe quasi 53mila tonnellate all’anno, prevedendo anche l’utilizzo di macchine utili al lavaggio dei terreni e al recupero di ghiaia e sabbia.

La dichiarazione d’intenti, e i relativi allegati esplicativi del progetto, tuttavia non hanno convinto la Cts che in 33 pagine ha concentrato i rilievi di un progetto che, a febbraio, è risultato ben distante dal potere ottenere il via libera dal punto di vista ambientale. Le criticità riguardano aspetti diversi: «Il proponente non esplicita né quali rifiuti entreranno in impianto né quali caratteristiche abbiano», si legge in un passaggio in cui si fa riferimento alla linea di produzione riguardante il coincenerimento. In merito alla localizzazione dell’impianto, che annualmente produrrebbe quasi quattromila tonnellate di ceneri da smaltire, e alla sua compatibilità con l’ambiente circostante, la commissione ha messo in discussione la documentazione fotografica dello stato di fatto: «Riporta grossolanamente stralci di Google Earth – si legge nel parere intermedio – con l’indicazione delle frecce di percorrenza dell’applicazione StreetView». Tra le osservazioni inviate alla ditta proponente anche quella relativa a uno studio sulle ricadute delle emissioni atmosferiche che mancava all’appello e che poi è stato presentato a fine giugno, insieme ad altri 15 documenti prodotti da Iperdue come integrazione al materiale già presentato. 

Un passo, questo, previsto dall’iter di valutazione e che ha portato la società a recapitare alla Regione anche un nuovo studio di impatto ambientale. Sul punto, la deputata regionale Valentina Palmeri ha criticato la mancata riapertura dei tempi per presentare osservazioni nell’ambito della Conferenza di servizi. «È da evidenziare la grave mancanza visto che il 22 giugno la ditta ha prodotto un nuovo studio di impatto ambientale e il modello di ricaduta, nonché la modifica dell’elenco dei rifiuti che intende trattare, quindi gli elementi essenziali per le osservazioni», ha detto l’esponente dei Verdi. Per capire se il progetto di coinceneritore avrà un futuro bisognerà attendere il nuovo esame da parte della Cts che, nella conclusione del parere di febbraio, ha specificato che «resta impregiudicata la valutazione di merito all’esito del deposito della documentazione integrativa e dei chiarimenti richiesti».

Simone Olivelli

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