La piccola Chernobil

” Ill.mi Sigg. Procuratori della Repubblica, ho ricevuto incarico dall’Associazione “Manuela-Michele” per bambini leucemici di Lentini, in persona del suo Presidente pro-tempore Sig.ra CARDILLO Lucia in Laezza, di predisporre un atto di denuncia che stimoli le LL.SS.ILL.ME all’avvio di una indagine giudiziaria allo scopo di accertare e reprimere comportamenti dolosi o colposi connessi con il fenomeno dello sconsiderato aumento di casi di leucemia, soprattutto infantile, che si registra nel territorio di Lentini e paesi limitrofi da almeno un ventennio. Consapevole della attenzione che Codesta Procura ha rivolto, da diversi anni, alla repressione dei reati c.d. ambientali e nella convinzione che i timori nutriti dall’Associazione Manuela – Michele circa la concreta possibilità che i numerosissimi casi di leucemia possano essere causati dalla commissione di reati contro l’ambiente siano fondati, mi determino, anche quale socio sostenitore della predetta Associazione (della quale condivido gli scopi e le finalità), a sottoporre alla Vostra Autorevole attenzione le seguenti considerazioni che traggono spunto dall’approfondimento di alcune vicende che si sono verificate nel territorio di Lentini nell’arco dell’ultimo ventennio. A Lentini, in Sicilia, si muore di morte naturale come in ogni altra parte del mondo. Ma, a Lentini, in Sicilia, i bambini soprattutto, muoiono di leucemia più che in ogni altra parte d’Italia.  E’ questo il dato, tragico ed inquietante, che si ricava dall’Atlante delle mortalità per tumori e per patologie cronico degenerative in provincia di Siracusa istituito nel 1995 a cura del Registro Territoriale di Patologia dell’ASL 8 di Siracusa sotto l’egida della Provincia Regionale di Siracusa e dell’Istituto di Igiene dell’Università degli Studi di Catania.“In provincia di Siracusa si è osservato, negli ultimi anni, un aumento della mortalità per leucemia nel sesso maschile ed un andamento stazionario in quello femminile. Rispetto al quinquennio 95-99, estendendo l’osservazione ad 8 anni (95-2002) i TSI (Tassi Standardizzati sulla popolazione Italiana) provinciali si attestano intorno a quelli regionali e nazionali, ad eccezione del Distretto di Lentini dove si osservano TSI di gran lunga maggiori rispetto a quelli nazionali e regionali e RSM (Rapporto Standardizzato di Mortalità) dotati di significativa statistica in entrambi i sessi. [ ] Nell’ultimo triennio (99-2002) si è osservato un forte trend in crescita a Lentini tra i maschi.[ ]” Questo dato, per quanto ci è dato sapere, nell’ultimo periodo di osservazione (2003-2004) non solo si è consolidato, ma è cresciuto e sembra ineluttabilmente destinato a crescere. Siamo, dunque, consapevoli che a Lentini, più che in ogni altra parte della Regione e della Nazione, si muore per leucemia e lo siamo, sconsolatamente,  da molto, troppo tempo. Nel mese di Marzo 1991, il drammatico fenomeno aveva spinto alcuni cittadini di Lentini a dar vita all’Associazione “Manuela-Michele per bambini leucemici” , che accoglie – per la maggior parte – genitori di bambini morti per leucemia, con lo scopo di stimolare gli organi competenti all’avvio di una indagine conoscitiva sulle cause del fenomeno stesso. Nell’ottobre del 1994, il Ministero della Sanità e dell’Ambiente era stato interessato dall’On. Puccio Forestiere con una interpellanza parlamentare che denunciava la forte crescita delle mortalità per patologie tumorali nella zona nord della provincia di Siracusa e, in particolare, di quelle per leucemia nella zona del triangolo Lentini – Carlentini – Francofonte. Negli anni successivi, diversi organi di stampa nazionali e locali hanno mantenuto viva l’attenzione sul singolare e nefasto fenomeno. Nulla, però, è cambiato. Anzi. A Lentini si continua a morire per leucemia più che in ogni altra parte dell’Italia. Ma che cos’è la leucemia e quali sono le cause che la scatenano? << Si tratta di una patologia relativamente rara, ma l’aumento graduale degli ultimi anni l’ha resa sempre più rilevante. Le ragioni dell’aumento sono di due tipi: l’effettivo aumento di incidenza ma anche il miglioramento delle tecniche diagnostiche. In termini generali la leucemia linfatica acuta colpisce quasi esclusivamente i bambini e gli adolescenti (età media alla diagnosi 10 anni), la forma mieloide acuta soprattutto l’età adulta, assai rara prima dei 40 anni e con picchi di incidenza che crescono col progredire dell’età. Le forme croniche, invece, tendono a prevalere in età avanzata, con un maggior picco di incidenza intorno ai 35-50 anni fino agli 80-84 anni per la forma linfatica cronica. Quest’ultima è caratterizzata da un andamento lento, risponde abbastanza bene alla chemioterapia e in alcuni gruppi di pazienti presenta lunghi periodi di assenza durante i quali non vi è necessità di alcun trattamento. La mieloide cronica ha invece il suo picco di incidenza intorno ai 60 anni ed è caratterizzata da una lunga fase cronica seguita da improvvise fasi acute di replicazione. Per quel che concerne, invece, i numeri delle singole forme di leucemia, quella acuta promielocitica è la più rara: si contano, infatti, 100 casi all’anno in Italia. La leucemia linfatica acuta esiste in varie forme ed è quella dove si sono registrati i minori progressi terapeutici; quella cronica, invece, registra 1200 casi annui. La leucemia mieloide acuta registra 8 nuovi casi l’anno per 1.000.000 di bambini di età inferiore a 15 anni. Regredisce facilmente nel 75% dei casi, in seguito alla terapia d’urto iniziale. In Italia il numero di nuovi casi di leucemia mieloide cronica è di 600 all’anno con un picco in età adolescenziale. “In tutto il mondo l’incidenza della leucemia nelle sue varie espressioni cliniche è in continuo aumento. L’Italia, tra l’altro, nell’ambito dei paesi occidentali, vanta il poco invidiabile primo posto nell’incidenza della malattia con 10-12 nuovi casi all’anno ogni 100.000 abitanti. >> Ma quali i  principali fattori di rischio? << Nonostante gli enormi progressi nel trattamento della leucemia, la causa della malattia e le modalità di prevenzione sono ancora sconosciute. I ricercatori ritengono che la malattia sia legata ad una complessa interazione di fattori genetici individuali e biochimici con la possibile partecipazione di agenti virali. Si tratterebbe cioè di modificazioni nella struttura dei geni, localizzati nei cromosomi all’interno di ogni cellula, che determinano una crescita incontrollata dei globuli bianchi. Ecco i principali fattori considerati responsabili: Fattori ereditari Possono rendere certe persone più predisposte. Aumentano, per esempio, le probabilità che il gemello di un leucemico si ammali.  Anomalie congenite Alcune anomalie non ereditarie come la Sindrome di Down sono associate ad un più alto rischio di leucemia. Esistono inoltre alcune patologie come la Sindrome di Fanconi e l’atassia a loro volta associate a una maggiore incidenza della malattia. Raggi x Possono aumentare in alcuni casi la suscettibilità alla leucemia. Lo stesso dicasi per altre forme di radiazioni, come possono confermare gli esiti tragici della bomba atomica in Giappone e del disastro di Chernobil, che hanno confermato la responsabilità delle radiazioni nucleari nell’insorgenza delle leucemie. Virus Si tratta in particolare di virus erpetici e di retrovirus. Sono sospettati poiché correlati a certi tipi di leucemie negli animali e perché possono causare mutazioni genetiche. Irritanti chimici  La presenza di sostanze inquinanti nell’aria, per esempio il benzene, altri idrocarburi e i pesticidi, appaiono oggi una causa determinante dell’aumento dei casi di leucemia. Noi dell’Associazione lentinese “Manuela e Michele per bambini leucemici” non abbiamo alcuna competenza medico-scientifica per affermare che la morte dei nostri figli sia dipesa dall’una anziché dall’altra delle cause più sopra descritte. Tuttavia, in quanto cittadini di quel centro nel quale si registra il più alto tasso di mortalità per leucemie del territorio nazionale, riteniamo di poter ragionevolmente escludere almeno tre dei cinque principali fattori di rischio sopra elencati.  L’ereditarietà, le anomalie congenite o l’attacco di virus erpetici o di retrovirus (peraltro non individuate come cause della morte di alcuno dei nostri congiunti), come fattore di rischio, non si conciliano affatto con la “concentrazione” dei numerosissimi casi di leucemia proprio nella nostra zona: piuttosto, si registrerebbe un dato statistico, pressoché omogeneo, su tutto il territorio nazionale. Ci sembra ragionevole, quindi,  propendere per uno dei fattori di rischio che abbia a che fare con l’ambiente in cui viviamo, in cui i nostri figli sono cresciuti e morti, in cui altri nostri figli tuttora vivono e crescono ed altri vivranno e cresceranno. E’ per loro che, lungi da noi la volontà di creare allarmismi (per raggiungere quale scopo, poi?), intendiamo, con la presente denuncia,  stimolare un’indagine che dia una risposta ai nostri interrogativi. VI E’ RADIOATTIVITA’ NOCIVA A LENTINI? Anche se Lentini non è Chernobil  e non vi è mai esplosa alcuna bomba atomica, possiamo escludere la radioattività nell’ambiente che ci circonda? J. W. Gofman, autore del libro “Radiation and human health ha svolto un’indagine sugli effetti della radioattività. Alla conoscenza dell’opera di  tale illustre scienziato siamo giunti attraverso una pagina di una non meglio identificata rivista di medicina che, in epoca che non sappiamo precisare, pubblicò un articolo del seguente tenore“…Il 21.1.1968 un bombardiere B-62 americano che trasportava quattro bombe H cadeva sul ghiaccio della Groenlandia disintegrandosi e spargendo rottami radioattivi su un’area vastissima di terra e di mare. Subito dopo vennero organizzati i lavori per eliminare i frammenti radioattivi dal suolo e dal ghiaccio e a questi lavori parteciparono centinaia di operai dalla Danimarca e dalla Groenlandia, spesso con la sola protezione di un paio di guanti. […] da allora la Groenlandia è diventata un posto malsano. Già l’anno successivo la mortalità era raddoppiata, e quando sono arrivati i tumori si è formata un’associazione fra gli operai che parteciparono ai lavori. La malattia che ha colpito di più in Groenlandia è la leucemia, che normalmente si associa al plutonio. [… ] Anche in Italia c’è poco da stare allegri. Non si sa, per esempio, che effetto avrà sul sistema immunitario dei siciliani di Lentini la radioattività delle scorie nucleari nascoste dagli americani nel suolo.” Per l’approfondimento di tale “notizia” l’articolo, poi, rimanda allo studio eseguito dal Prof. J. W. Gofman nel trattato citato. Quanto appreso ci spinge ad una riflessione: si parla di “scorie nucleari” nascoste dagli “americani” nel suolo e, se si parla dei “siciliani di Lentini” non c’è dubbio che si fa riferimento a noi ed  alla nostra città. Ma cosa lega Lentini agli americani? La risposta è semplice: la base militare di Sigonella, o SAIGONELLA, come la chiamano gli ottomila militari americani che, da oltre quarant’anni, ci vivono e lavorano. E di quali “scorie nucleari” si parla? Qualcuno ha mai indagato sulla veridicità di tale “notizia” che, per la peculiarità e continua presenza degli americani in territorio di Lentini, sembra essere quanto meno “plausibile”? Nel 1968, in Groenlandia, precipitò un aereo americano carico di bombe H e, nel giro di qualche anno, le persone che erano venute a contatto con i rottami sparsi in una vastissima area si ammalarono di leucemia.  Ed in quel luogo la leucemia divenne una delle più frequenti cause di morte. Anche a Lentini, il 12.7.1984, precipitò un aereo americano. Un quadrigetto C141B “Starlifter” dell’US Air Force si schiantò in C.da Sabuci-S.Demetrio, alle porte di Lentini, dopo essersi levato in volo da Sigonella diretto a Nairobi in Kenia e nell’impatto morirono 9 militari americani. Gli americani giunsero sul posto qualche minuto dopo lo schianto ed ostacolarono militarmente l’intervento dei mezzi di soccorso locali e fu sottratta l’indagine alle Autorità italiane. Le autorità USA mantennero il massimo riserbo sul carico trasportato dal velivolo ma alcuni organi di stampa ipotizzarono la presenza a bordo di armi nucleari. << Quel giorno ero ospite di un mio parente nella sua casa di campagna in C.da Bonvicino – ci racconta un nostro amico – allorquando sentì il rumore di un aereo che volava a bassa quota. Ci affacciammo tutti nel giro di qualche istante. Io presi la macchina fotografica e riuscì a scattare qualche fotogramma appena qualche secondo dopo l’assordante boato. Notai che il luogo in cui era appena caduto l’aereo era sorvolato da un elicottero americano. Nel breve volgere di alcuni minuti giunsero sui luoghi i mezzi di soccorso americani. Ricordo che da un automezzo dei pompieri, forse per il forte calore che emanavano i resti del velivolo, esplose un serbatoio contenente una sostanza schiumosa investendo un po’ tutti quelli che erano accorsi. Un militare americano, armato di un grosso fucile a pompa, accortosi che io stavo scattando delle foto, si avventò verso di me tentando di strapparmi dalle mani la macchina fotografica. Non vi riuscì perché ebbi il tempo di scappare. La zona venne circondata dai militari americani che impedirono l’accesso a chiunque, anche ai Carabinieri, agli Agenti di Polizia ed ai Pompieri che intervennero circa un quarto d’ora dopo l’incidente. Conservo ancora le foto che scattai quel giorno e ve le consegno per tutto quello che potrà servire>> La zona dove precipitò l’aereo americano venne transennata e, per almeno una quarantina di giorni, la SS 194 che collega Catania a Ragusa, fu interdetta al traffico veicolare. Un altro incidente aereo, del quale però abbiamo solo scarne notizie, si verificò nel Giugno del 1985. Un aereo dell’aviazione americana, in volo verso la base di Sigonella, perse quota sui cieli di Lentini. Il pilota riuscì ad evitare l’abitato, dirigendosi in campagna. L’aereo si schiantò al suolo e i militari che si trovavano a bordo persero la vita. L’area rimase invalicabile, per diversi mesi, fino a quando tutti i pezzi del velivolo precipitato non furono raccolti.  Identico protocollo, come si vede, adottato in occasione dell’incidente avvenuto nel Luglio del 1984. Cosa trasportavano i due aerei americani sui cieli di Lentini? Oltre ai velivoli e, purtroppo, agli uomini che perirono nei due incidenti, cos’altro precipitò sul suolo di Lentini? <> Questi brevi cenni, che abbiamo estrapolato dall’ottimo lavoro di Antonio Mazzeo più volte citato, consentono o non di ritenere verosimile la concreta possibilità che il nostro territorio, quello di Lentini, si trovi, da lunghissimo tempo, notevolmente esposto agli effetti diretti della radioattività? Gli avvenimenti citati e le circostanze denunciate circa la potenzialità altamente inquinante della base di Sigonella, a Lentini, sono in rapporto di causalità con l’elevatissimo tasso di mortalità per leucemie? Sembrerebbe di sì. E c’è di più. Secondo le fonti di informazione più volte citate sembra verosimile che la base di Sigonella smaltisca i rifiuti prodotti in enorme quantità nell’ampio complesso militare proprio in territorio di Lentini, in C.da Armicci. E’ questa un’area, trasformatasi in una vera e propria bomba ecologica, nella quale confluiscono anche i rifiuti prodotti dai comuni di Lentini, Carlentini, Francofonte ed Augusta. Nel passato, anche recente, la DIA di Catania ha avviato numerose indagini allo scopo di accertare e reprimere reati di natura ecologica, quali quelli attinenti alle discariche abusive, ed in più di un caso sono stati accertati forti interessi della mafia. Quello delle discariche abusive è un problema che attanaglia il territorio di Lentini da moltissimo tempo. E nell’ambito di questo nostro ricorso a Codesta Autorità Giudiziaria, non possiamo esimerci dal fare riferimento  a quelle discariche abusive scoperte nel territorio di Lentini nel Giugno del 1988 in C.da Biviere  (alle cave di tufo dismesse, per intenderci) in C.da Serravalle, in c.da Scalpello-Armicci e in c.da Nasche di Zanne. Il 13.6.1988 i CC di Lentini segnalarono alla competente Autorità Giudiziaria (l’ex Pretura Circondariale di Lentini) il rinvenimento in C.da Scalpello-Armicci di Lentini di un TIR e di due containers stracolmi di rifiuti c.d. “speciali” (rifiuti ospedalieri). La Magistratura, per quello che ci risulta dalla allegata certificazione rilasciata dalla Cancelleria del Tribunale di Siracusa – Sezione distaccata di Lentini, avviò diversi procedimenti:  Quello iscritto al n.1716/1988 “Atti relativi al rinvenimento di due containers contenenti rifiuti speciali ospedalieri in C.da Scapelllo-Armicci” (Segnalazione dei CC di Lentini prot. n.166 del 13.6.1988); Quello iscritto al n.1718/88 “Atti relativi al sequestro di due discariche abusive in C.da Serravalle” (Prot. n.14519 del 25.6.1988 dei CC di Lentini; Quello iscritto al n.1894/88  “Atti relativi alla segnalazione dell’Uff. Sanitario del Comune di Lentini relativa alla discarica abusiva sita in C.da Nasche di Zanne” (Prot. USL 28 n.494 del 24.6.1988. Nel contesto di tali indagini furono individuati alcuni soggetti a cui, verosimilmente, potevano ricondursi le “gestioni” delle diverse discariche abusive rinvenute: tali DI MARTINO Giovambattista, PAGANO Sebastiano e GUERCIO Filippo, questi ultimi due amministratori della Coop. BLOCCHI FIUMEFREDDO. L’esito dei predetti procedimenti, e di altri eventualmente aperti dalla Procura di Siracusa (a cui i predetti fascicoli furono trasmessi, per competenza, nell’Ottobre del 1989), non ci è noto.  Ci è noto, invece, e vieppiù è noto alle Forze dell’Ordine operanti (CC, VV.UU., Vigili Sanitari) che nelle discariche scoperte nelle C.da Scalpello-Armicci, Serravalle, Nasche di Zanne, venivano stoccati abusivamente rifiuti ospedalieri provenienti da diverse USL del Nord Italia. La “scoperta” destò molto scalpore anche in ambito nazionale. I mass media  tennero viva l’attenzione su quella che molti considerarono una vera e propria “vergogna italiana” ma, nel giro di poche settimane, sulla vicenda calò una coltre di silenzio. In molti di noi, lentinesi e genitori di bambini morti per leucemia, il ricordo di quello “scempio” è ancora vivo nella memoria. Tonnellate di scatole di cartone contenenti viscere ed organi umani, flebo, siringhe, buste di plastica dalle quale fuoriuscivano liquami maleodoranti, cartelle cliniche, lastre radiografiche e chissà quant’altre specie di rifiuti delle sale operatorie e dei reparti di radiodiagnostica delle USL del Nord Italia venivano, chissà da quanto tempo, scaricate nelle cave di tufo dismesse alle porte di Lentini. Un nostro amico, all’epoca dei fatti reporter e corrispondente di alcune testate giornalistiche, ci ha raccontato: <> Fra le fotografie che ci ha consegnato il nostro amico ce ne sono due che potrebbero assumere una interessante valenza ai fini investigativi perché corroborano un elemento, messo a nostra disposizione da un “anonimo” simpatizzante della nostra Associazione, costituito da una ricevuta bancaria della CCRVE che documenta un accredito di £.57.325.665 effettuato in data 4.3.1988 sul conto corrente n.0038806/20 intestato a MOTTA Alfio via IX Traversa n.11 BELPASSO: dette foto ritraggono un soggetto che indossa una canottiera blu con il logo “MOTTA SERVIZI N.U.”. Il rinvenimento di quella contabile bancaria, per come ci riferisce l’anonimo nella lettera allegata, fra i rifiuti della discarica alcuni giorni dopo la scoperta del carico di rifiuti ospedalieri, potrebbe significare qualcosa? Se le discariche “scoperte” erano, per come riteniamo effettivamente che fossero, “abusive” che significato assume la presenza su quei luoghi di soggetti appartenenti ad una ditta che si occupa, o si occupava, di servizi di N.U. che ha avuto la dabbenaggine di disfarsi di un documento contabile di sicura rilevanza proprio in una discarica abusiva in territorio di Lentini? Supposizioni fantasiose da “Sherlock Holmes della domenica” o concreti punti di partenza per una seria indagine da parte della Magistratura? Una cosa è certa: i rifiuti ospedalieri di grosse USL del Nord Italia sono stati rinvenuti nel nostro territorio in diverse discariche abusive. E’ proprio l’abusività delle discariche che ci fa pensare ad un commercio losco, inquietantemente illecito, che – a quanto pare – ha comportato (e comporta?) guadagni rilevantissimi. Cosa ne è stato delle diverse centinaia di tonnellate di quei rifiuti accumulati nelle discariche abusive installate nel nostro territorio chissà da quanto tempo prima della loro scoperta? Si è mai provveduto alla bonifica dei luoghi? Si è mai saputo se la USL 67, la USL 25 o la Regione Veneto fossero consapevoli che i loro rifiuti speciali ospedalieri venivano depositati a Lentini, in Sicilia? Quale era il tragitto che tali rifiuti facevano per giungere a Lentini? Siamo in grado di riferire un’altra informazione per tentare di risolvere quest’ultimo interrogativo. Il nostro amico reporter ci ha consegnato un’altra foto che ritrae la spiaggia di Agnone Bagni in territorio di Augusta nell’estate del 1988, qualche settimana dopo la scoperta delle discariche abusive a Lentini. << Una mattina d’estate fui chiamato al telefono da un mio conoscente che aveva una casa ad Agnone Bagni, zona di villeggiatura di molti lentinesi, il quale mi segnalò la presenza, sulla spiaggia, di un involucro strano. Appena giunto sul luogo notai la presenza di un pacco di colore giallo identico a quelli da me visti e fotografati durante le ispezioni fatte alla discarica abusiva di c.da Scalpello-Armicci di Lentini. Anche il contenuto era identico: rifiuti speciali ospedalieri!>>  Viene da pensare che i rifiuti venivano trasportati per via mare e che il carico successivo a quello scoperto qualche settimana prima, anziché ai maiali di C.da Armicci di Lentini fu destinato, da qualche ignoto amante degli animali ma pessimo ecologista, ai pesci di Agnone. Ed ancora, tornando a Sigonella. Dove vengono smaltiti i rifiuti speciali ospedalieri prodotti nel grande ospedale della base americana che si occupa della salute degli 8.000 e più soldati di stanza a Sigonella e di tutti quegli altri assegnati alle diverse altre basi della marina militare americana dislocate in tutto il Mediterraneo? Secondo il già più volte citato dossier di Antonio Mazzeo “…E’ alla Giano Ambiente s.r.l. che la Marina USA affida oggi lo smaltimento dei rifiuti ospedalieri prodotti nelle infrastrutture sanitarie della base di Sigonella. […]  Fondata nel 1983, la Giano Ambiente s.r.l. opera nel settore della bonifica, trasporto e smaltimento e trattamento rifiuti in Italia, Germania, Francia ed Austria e vanta un fatturato annuo di circa 4 milioni di euro.  Essa è una delle aziende di fiducia della Marina Militare Italiana: la Direzione Commissariato in Sicilia le affida la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti delle basi navali di Augusta, Messina e Catania; l’impresa esegue, inoltre, lo smaltimento dei rifiuti industriali e tossici prodotti negli impianti di Priolo e Gela di proprietà delle principali aziende petrolchimiche” E da quando la Base di Sigonella è installata in territorio di Lentini dove ha smaltito, nel tempo, i suoi rifiuti ospedalieri sicuramente radioattivi e tossico-nocivi? Queste sono le scarne “informazioni” che siamo riusciti ad assemblare per interessare Codesta A.G. con la presente denuncia. Siamo consapevoli del grande impegno che Codesta Procura della Repubblica ha profuso nel tempo per l’individuazione ed il perseguimento di reati contro l’ambiente,  ed ai Magistrati che hanno svolto tale compito con assoluta competenza e perseveranza va il nostro più sincero plauso. E a Loro affidiamo, con estrema fiducia, la speranza che si possa finalmente giungere alla individuazione delle cause del fenomeno che ci ha molto ed irrimediabilmente colpiti. Dal canto nostro continueremo a lottare per il perseguimento dei fini della nostra associazione sia come soggetti direttamente colpiti, sia come comuni cittadini affinché cessi il malcostume di utilizzare la nostra splendida terra di Sicilia come una vera e propria pattumiera: lo dobbiamo a tutti i bambini di Lentini, di Carlentini, di Francofonte.


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