Assente da Palermo da quasi dieci anni, ora è rientrata perché l'Orchestra Sinfonica Siciliana ha eseguito un suo brano, commissionato ad ottobre dall'orchestra di Milano. «La cosa che mi è mancata di più è la sua luce»
La pianista Virginia Guastella torna in città Al teatro Politeama arriva la sua Zaira
«La cosa che mi manca di più di Palermo è la luce». La pianista Virginia Guastella è tornata nella sua città natale dopo quasi dieci anni di assenza e la guarda con occhi diversi da quando ci viveva: «Adesso la trovo misteriosa e affascinante – racconta – ho vissuto in città fino a diciotto anni, ma allora la guardavo in modo diverso, molte cose non le notavo nemmeno».
Virginia nasce a Palermo nel 1979 e qui si diploma al conservatorio, dopo si trasferisce a Bologna dove si laurea al Dams e comincia la sua carriera di pianista e compositrice. Adesso è tornata a Palermo perché l’Orchestra Sinfonica Siciliana ha eseguito un suo brano: Zaira, tra le misure del suo spazio. L’ottobre scorso l’orchestra di Milano ha commissionato alla pianista la scrittura di un brano per orchestra che traesse ispirazione da Le città invisibili di Calvino: «Ad essere coinvolti eravamo diversi compositori – spiega – e a me hanno assegnato Zaira. Successivamente sono stata contattata da Palermo perché volevano eseguire il mio brano».
Le sue opere di musica contemporanea, edite da RaiTrade e M.A.P. Editions, sono eseguite in diversi festival internazionali. Pianista e tastierista è impegnata in produzioni di colonne sonore per il cinema, la tv, sonorizzazioni dal vivo di film muti, progetti di musica classica, contemporanea ed elettronica. Ieri c’è stata la prima esibizione della sua opera e lei ha voluto essere tra il pubblico: «Ero molto nervosa ed emozionata perché è la prima volta che un mio bravo viene eseguito nella mia città – dice la pianista – poi ho visto che il pubblico ha reagito bene e mi sono rilassata. Tra l’altro ho notato di essere l’unica donna compositrice in tutta la stagione della sinfonica a Palermo e questo mi ha onorato maggiormente».
Poco dopo il suo trasferimento a Bologna, anche la sua famiglia si trasferisce così, complice il lavoro che la porta a stare molto tempo in giro per il mondo, da dieci anni non tornava in città. «Da diciotto anni manco da questa città, da dieci non ci mettevo piede, solo adesso mi rendo conto della sua imponente bellezza – aggiunge – io sono rimasta profondamente ancorata alle mie radici, al dialetto che mi insegnò mia nonna, malgrado manchi da diciotto anni io mi sento e sono fortemente palermitana». Nei suoi prossimi progetti ci sono due concerti a Washington in settembre prossimo dove eseguirà delle sue musiche, colonne sonore per alcuni film muti commissionati dalla Washington Gallery of art. «Un’altra cosa che mi ha molto colpito di Palermo sono i marciapiedi – conclude – questa pietra grigia chiara mi ha dato una sensazione di ariosità e di spazio che mi è piaciuta molto».