La nuova stagione del teatro Stabile Dipasquale: «Non ci arrenderemo mai»

«È stata sbloccata una parte della finanziaria regionale che era stata impugnata dal Commissario dello Stato, si tratta di uno stanziamento iniziale che servirà a pagare i dipendenti mentre il resto servirà per sostenere le spese di produzione. Noi siamo certi di onorare gli impegni che abbiamo assunto e dobbiamo andare avanti con la programmazione». Il presidente del cda del Teatro stabile di Catania, Nino Milazzo, non ha dubbi: le istituzioni rispetteranno l’impegno assunto, ossia l’erogazione di fondi la cui fase di stallo, fino ad oggi, ha attanagliato la cultura e il teatro catanese. Una crisi che ha fatto slittare al prossimo novembre l’ultimo spettacolo della stagione, Il giardino dei ciliegi di Anton ?echov, che a questo punto aprirà la cinquantasettesima stagione teatrale, presentata in conferenza stampa al teatro Musco dal presidente Milazzo e dal direttore artistico Giuseppe Dipasquale. Ma si è trattato di un appuntamento che ha avuto qualche attimo di tensione quando uno degli attori, Miko Magistro, ha interrotto bruscamente Dipasquale, lamentando un eccessivo affidamento delle produzioni agli esterni, anziché puntare sulla scuola del teatro. L’artista ha lasciato la struttura sbattendo la porta – letteralmente – e annunciando di essere in disaccordo con le scelte artistiche della direzione.

Magistro ha inoltre sottolineato che sia lui che gli altri attori percepiscono uno stipendio di solidarietà, parlando ad alta voce e battendo le mani sul palco. Una fase di incertezze e instabilità che si riflette a fasi alterne sulle presenze in sala: in questo senso, si registra infatti un consistente aumento rispetto alla stagione 2007-2008 caratterizzata da 74mila presenze, mentre 140mila sono state quelle della stagione 2009-2010, seguita da inevitabili alti e bassi ma comunque evidenziando una massiccia presenza, nonostante la diminuzione degli abbonamenti. «Oggi il nostro tempo non è quello della Milano del sud – commenta Dipasquale – ma dobbiamo prenderne atto. C’è la concorrenza, per fortuna, ma con la crisi la gente non riesce a sostenere i costi degli abbonamenti. Noi andiamo avanti».

Molte le novità della nuova stagione, tra cui l’intenzione di estendere la scuola di recitazione diretta da Giuseppe Dipasquale anche alle maestranze e ai tecnici. Tra i progetti, anche il premio di drammaturgia Mario Giusti, dedicato allo storico direttore dello Stabile. Saranno giovani under 35 a competere per aggiudicarsi la competizione, grazie al protocollo d’intesa firmato con il rettore dell’Ateneo catanese Giacomo Pignataro.

La produzione prevista dal Teatro Verga per il nuovo anno vanta spettacoli come L’ispettore Generale di Gogol, con il tema centrale del vero e del falso, oggetto anche della celebre opera di Oscar Wilde L’importanza di chiamarsi Ernesto, in programmazione a febbraio 2015, e del pirandelliano Enrico IV con la regia di Franco Branciaroli. L’attesissimo Aspettando Godot di Samuel Beckett, maestro del teatro dell’assurdo, approda nella traduzione di Carlo Fruttero e la regia di Patrice Kerbrat. «È un Godot che aspettiamo da tanto ma, in fondo, la parte più bella è sempre l’attesa. Speriamo non arrivi mai», afferma Dipasquale. Lo spettacolo, invece, allieterà il pubblico al Verga dal 10 al 15 marzo.

Torna in scena anche Leo Gullotta, amato protagonista del palcoscenico catanese, questa volta nello spettacolo di Giuseppe Patroni Griffi Prima del silenzio, scritto negli anni ’70 e diretto da Fabio Grossi. Ma la nuova stagione darà spazio anche a temi vicini alla cronaca, ospitando Finis terrae – Lampedusa, opera incentrata sul tema degli sbarchi dei migranti sulle nostre coste. In rassegna, produzioni che non necessitano di presentazioni e orpelli: Il bell’Antonio di Vitaliano Brancati, omaggiato e ricordato dal palco con parole di stima proferite dal presidente Milazzo, e Socrate dell’autore Vincenzo Cerami, che ha ridisegnato la figura del padre della filosofia occidentale attraverso le pagine di Platone e Aristofane. Protagonista della produzione Pippo Pattavina, con la regia di Ezio Donato dal 10 al 26 aprile 2015.

Per la prima volta a Catania, uno spettacolo firmato Peter Stein: Il ritorno a casa propone il tema della guerra dei sessi, considerato il paradigma di questa nuova stagione, la quale dopo il successo della precedente assisterà al ritorno di Foemina Ridens, tragicomica analisi sul rapporto uomo-donna elaborata dal giornalista Giuseppe Fava, maestro di coraggio, libertà e verità. Infine, la stagione del teatro Verga si concluderà con Good People di David Lindsay-Abaire, proposto per la prima volta in Italia, e Clitemnestra, scritto e diretto da Vincenzo Pirrotta, in seguito al quale calerà il sipario sulla cinquantasettesima stagione.

Seconda stagione per L’isola del teatro, il cartellone parallelo proposto dal teatro Musco in previsione di una ricca sequela di spettacoli a scelta, per attuare un lungimirante progetto artistico che, unitamente al restyling, consentirà alla struttura di vivere una nuova vita. «Forse i teatranti siamo destinati a vivere sempre male – spiega Dipasquale – ma non ci arrenderemo mai, sopravviveremo anche in un contesto di crisi come quello attuale. Ce la faremo, laddove c’è uno spettatore, là c’è il teatro».


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