La morte di Vinci, arrestati armatore e skipper Si indaga sulla manutenzione dell’imbarcazione

In manette armatore e skipper del caicco Atlantia, su cui è morto Eugenio Vinci, l’imprenditore di 57 anni di Sant’Agata Militello che si trovava sull’imbarcazione mentre era in viaggio in Croazia. Hanno 23 e 27 anni. Oggi, a poche ore dall’arresto, il giudice ha concesso a entrambi la libertà provvisoria.

A provocare la morte del professionista sono state le esalazioni di monossido di carbonio sprigionatesi nella cabina di dritta del natante e trasportate dall’impianto di condizionamento dell’aria. Lo ha confermato l’autopsia eseguita ieri mattina sul corpo dell’imprenditore, amministratore delegato del gruppo Tuo Dí

I due uomini hanno dichiarato di aver prestato pronto soccorso ai turisti italiani intossicati e di essere in uno stato di shock. Il proprietario del caicco Atlantia, noleggiato delle tre famiglie siciliane per una settimana di vacanze in Croazia, e lo skipper della barca sono sospettati di «reati contro l’incolumità pubblica», aggravati dalla morte di una persona. Secondo gli inquirenti, recentemente hanno installato sulla barca, contrariamente alle norme di sicurezza, un generatore a benzina, dal quale si sarebbe sprigionato il gas tossico.

Manca ancora però un rapporto ufficiale da parte delle autorità locali, ma pochi sono i dubbi sulle cause della morte del 57enne. Resta da capire se l’uomo sia morto a causa del violento colpo in testa ricevuto cadendo in bagno, dove presumibilmente si era recato sentendosi male, o se sia rimasto tramortito per terra e abbia continuato a inalare il monossido di carbonio, che gli è poi stato fatale. 

Restano in condizioni gravi anche una bambina di 11 anni e il fratello di quattro anni che si trovavano in cabina insieme a Vinci. La ragazzina è figlia della compagna di Eugenio Vinci mentre il secondo è figlio della coppia. Entrambi sono ricoverati in gravi condizioni presso il Klinički bolniči centa di Spalato. In una conferenza stampa i medici dell’ospedale hanno spiegato che i bambini sono ancora in pericolo di vita per insufficienza multiorgano. Sono attaccati ad un respiratore che mantiene tutte le funzioni vitali, sono comunque più stabili rispetto al giorno prima. Dai medici dell’ospedale di Spalato è arrivata inoltre la conferma che le analisi sui due bambini hanno rivelato un’alta concentrazione di carbossiemoglobina che andrebbe quindi a confermare l’inalazione di monossido di carbonio. 

Sono invece migliorate le condizioni degli altri tre adulti ricoverati, tra cui la mamma dei bambini, il sindaco di Sant’Agata Militello Bruno Mancuso e la moglie. Non hanno riportato conseguenze gli altri due amici che viaggiavano sul caicco, perché dormivano in un’altra stanza dell’imbarcazione che non è stata investita dal gas. È stato proprio uno di loro che martedì mattina – quando ha visto che i compagni di viaggio, soprattutto i bambini, non si alzavano – dopo aver chiesto informazioni all’equipaggio, è andato a verificare di persona nelle cabine che fine avessero fatto i suoi amici. Non avendo ricevuto alcuna risposta, ha aperto le porte e si è accorto di quello che stava succedendo. Eugenio Vinci era nel bagno immerso in una pozza di sangue, ormai senza vita. 

Le indagini delle autorità croate proseguono per capire per quali ragioni l’Atlantia, che è stato noleggiato tramite l’agenzia Navalia di Bologna per 16 milioni di euro, si sia trasformata in una imbarcazione della morte. Diversi i sopralluoghi effettuati dalla polizia locale e dagli esperti. Bisogna capire se la morte di Vinci sia stata causata da un guasto all’impianto di condizionamento improvviso e non prevedibile effettuando la normale e ordinaria manutenzione, o se al contrario il caicco non fosse state controllato a dovere prima di essere noleggiato.


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