Un progetto di sensibilizzazione sulla criminalità organizzata e i modi per combatterla nato da circa un mese, promosso e coordinato da due giovanissimi: Adriano Giunta, 17 anni, e Simone Dei Pieri, 19 anni. Rivolto ai coetanei delle scuole medie superiori e inferiori, guardando ai piccoli atteggiamenti e lavorando dal basso, senza pretese e senza ricorrere necessariamente agli interventi di dotti e dottori sull'argomento. Un'idea semplice ma ambiziosa perché, spiega Simone, «autofinanziarsi non è semplice»
La mafia spiegata ai liceali dai liceali Quattro scuole aderiscono a CataniAntimafia
«Non è possibile che in Sicilia ci siano ragazzi che non conoscono figure come Peppino Impastato». Ad Adriano Giunta, 17 anni, studente al quarto anno al liceo scientifico Galileo Galilei di Catania, è venuta così l’idea di un progetto antimafia per i suoi coetani. Con lui anche Simone Dei Pieri, 19 anni, iscritto alla facoltà di Giurisprudenza etnea, ex alunno e con un passato da rappresentante distituto proprio del Galilei. Insieme hanno ideato CataniAntimafia: un progetto che nasce circa un mese fa, dall’esigenza di informare gli studenti liceali sulla mafia perché «molti nostri coetanei non conoscono il tema – spiega Simone – Quando ero a scuola ho cercato di ovviare a questo problema promuovendo cineforum tematici, ad esempio. Poi ho capito che bisognava fare di più, organizzare qualche incontro».
CataniAntimafia è una goccia in un mare di associazioni sparse nel territorio siculo e non, ma il numero di scuole che hanno espresso la volontà di aderire all’iniziativa è già positivo. E vanta, oltre al Galilei, anche il classico-scientifico Marchesi di Mascalucia, lo scientifico Boggio Lera e il classico Cutelli del capoluogo etneo. I promotori del progetto non escludono collaborazioni con AddioPizzo e associazioni antiracket e sperano anzi di ricevere, oltre all’interessamento dell’intera cittadinanza, anche consigli da chi nell’antimafia lavora ogni giorno. L’idea concreta, al momento, è quella di organizzare per i coetanei incontri nelle scuole e manifestazioni antiracket e antimafia in piazza. Ma anche promuovere cicli di approfondimento specifici sull’argomento, come i cineforum.
Nessun partito politico dietro CataniAntimafia, nessun comando dall’alto, sottolineano i promotori, «ma la voglia e la necessità di dare un messaggio forte ai giovani». Sulla base di un impegno nella società per il semplice gusto di migliorarla, senza nessun altro fine, «con lobiettivo che di mafia non si parli soltanto in occasione di stragi o commemorazioni». Unesigenza che i ragazzi sentono concreta, ma senza correre. Tra gli obiettivi, infatti, anche l’umiltà di andarci piano per organizzare nei minimi dettagli iniziative sociali di ampio respiro che possano coinvolgere sia lintera popolazione etnea che piccoli incontri. Puntando soprattutto a scuole e gruppi studenteschi. «Anche se autofinanziarsi non è semplice», spiega Simone.
In ogni caso, per «lanciare un segnale basta poco», ci tiene ad aggiungere. E loro il segnale cercando di darlo così. Invitando chiunque fosse interessato a CataniAntimafia a proporsi e collaborare, iscrivendosi all’apposita pagina Facebook, «momentanea base operativa del progetto».
[Foto di Simone Dei Pieri]