La Lidl a processo dopo denuncia di imprenditore «In supermercato la mia merce con altro marchio»

Inizierà l’1 febbraio il processo a carico della Lidl e del gruppo Napoleon al Tribunale di Ragusa. Tutto nasce dalla denuncia presentata nel 2012 dall’agricoltore di Vittoria Maurizio Ciaculli. Il produttore trovò sui banchi del supermercato Lidl di Vittoria della sua merce con un altro marchio senza che avesse intrattenuto rapporti commerciali con quest’azienda. 

Da quel momento Ciaculli ha subito diverse intimidazioni: una gatta putrefatta lasciata davanti casa, qualcuno che gli taglia la strada, una lettera minatoria, fino all’incendio del suo opificio. Prima degli attentati però Ciaculli avrebbe ricevuto richieste di ritirare la sua denuncia. «Nel 2013 mi offrirono 150mila euro – ha raccontato a MeridioNews -, quella cifra avrebbe dovuto comprare il mio silenzio. Mentre, se fossi andato avanti per la mia strada, per me e la mia famiglia sarebbero stati guai». E così è stato. 

Ciaculli si è già costituito parte civile, tramite del suo legale, Giuseppe Nicosia, ex sindaco di Vittoria indagato per voto di scambio politico-mafioso. «È un processo che potrebbe rivelarsi di estremo interesse per l’agricoltura siciliana – spiega l’avvocato e politico – perché, se le accuse dovessero risultare fondate, potrebbe rivelarsi il paradigma delle distorsioni della filiera commerciale dell’ortofrutta, più volte lamentate dai produttori e considerate la tenaglia che mortifica i prezzi dei prodotti ortofrutticoli da parte della grande distribuzione; per non parlare delle frodi che possono essere compiute con estrema facilità, sfuggendo ai controlli, invero blandi, sui marchi e sulla tracciabilità dei prodotti in agricoltura». 

Secondo Nicosia «il processo potrebbe anche disvelare azione e interessi della criminalità organizzata nel campo dell’agro pirateria». E, a tal proposito, il legale ricorda un altro procedimento parallelo, che si svolgerà il 17 febbraio per le minacce a Ciaculli. «Alla sbarra – spiega l’avvocato – andrà Giacomo Iannello, esponente della criminalità locale, accusato di minacce, fatte anche per conto di clan della criminalità catanese, per indurre Ciaculli a ritirare le denunce così da non andare a processo».

Danilo Daquino

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