La grande abbuffata dei beni immobili della Regione I grillini vogliono la verità, da Totò Cuffaro a Crocetta

Accordi tra autorità lussemburghesi e trecento società di tutto il mondo. Una storia nella quale sarebbe stata coinvolta anche la Regione siciliana durante il governo regionale retto da Totò Cuffaro. E’ quanto svelato da una recente inchiesta del settimanale l’Espresso, che ha fatto scattare un’interrogazione del gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle all’Ars. L’occasione per chiedere ulteriori lumi all’esecutivo di Rosario Crocetta.

Torna in scena la maxi vendita di beni immobili della Regione che non sarebbe stato proprio un grande affare per le casse regionali. In alcuni casi, addirittura – come venne appurato già in quegli anni – alcuni beni immobili venduti sono stati poi affittati dalla stessa Amministrazione regionale. Della serie, come buttare i soldi pubblici dalla finestra (o nelle tasche di qualcuno). 

Non solo. Per portare a termine la maxi vendita la Regione ha dovuto ricorrere ad un censimento del suo patrimonio, costato circa 80 milioni di euro ed affidato a tale Enzo Bigotti, attuale amministratore delegato della Spi. Anche su questo incarico il Movimento 5 Stelle ha chiesto da settimane notizie con una interrogazione rimasta senza risposta.

“Il Presidente Crocetta – afferma la parlamentare Claudia La Rocca, prima firmataria dell’interrogazione – ha affermato che da tempo la Regione sta portando avanti verifiche sulla cessione degli immobili. Ebbene, noi chiediamo chiarimenti sul lavoro svolto finora. Poi, quando la Regione avrà pronta l’intera documentazione, il presidente venga a riferire in commissione Bilancio”.

Sempre in tema di patrimonio immobiliare, i grillini chiedono a Crocetta di sollecitare il governo nazionale a sbloccare l’iter per il trasferimento di 96 immobili di pregio, dallo Stato alla Regione. 

“La cessione – aggiunge Claudia La Rocca – è stata già decisa. Si aspetta solo l’emanazione del decreto”.

Tra gli immobili da trasferire figura anche l’ex Palazzo delle Finanze di Palermo, lasciato da anni in un totale stato di abbandono e di degrado, alla mercé di vandali e saccheggi.

“Per il suo recupero – afferma La Rocca – pare siano necessari 20 milioni di euro. In quel palazzo potrebbero essere trasferite ed unificate le due sedi della Corte dei Conti, cosa che permetterebbe di risparmiare le somme degli attuali affitti, circa 1 milione e 700 mila euro l’anno. I soldi non spesi potrebbero essere utilizzati per ammortizzare il capitale occorrente per il recupero dell’immobile. Già mesi fa abbiamo presentato diversi atti parlamentari in tal senso”.


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