La Cgil lancia il decreto salva-stagisti Al via la raccolta firme

Tirocinanti sfruttati oltre le ore di lavoro, ridotti a svolgere qualsiasi mansione pur di finire lo stage. Sono ventimila i giovani che ogni anno in Sicilia, finiti gli studi, accettano di ricoprire impieghi di ogni tipo riducendo al minimo la formazione.

Per tutelare lo stagista, la Cgil propone una proposta popolare dal titolo “disciplina dei tirocini formativi e di orientamento” lanciata nell’ambito della campagna nazionale Giovani non più disposti a tutto promossa dal sindacato. «Il decreto vuole tutelare i diritti di quanti puntano alla formazione professionale attraverso lo stage», dice Fabio Tasinato, responsabile del dipartimento politiche giovanili Cgil. «L’iniziativa nasce dalla battaglia che abbiamo portato avanti a livello nazionale per tutelare i giovani dagli stage truffa e, guardando al locale, per rilanciare l’occupazione nell’Isola».

«Tra i punti fondamentali della legge – spiega Tasinato a margine della conferenza stampa di presentazione – c’è quello che stabilisce un incentivo di ottomila euro alle imprese per l’assunzione a tempo indeterminato di ogni stagista a termine del tirocinio». Per questo viene chiamata in causa la Regione che dovrebbe stanziare un contributo di 10 milioni di euro. Ma bisognerebbe controllare anche altri aspetti che attengono il lavoro dello stagista: «Stabilire un tempo preciso per il tirocinio ed evitare che il giovane ricopra altri ruoli oltre quelli che attengono la sua formazione. E prevedere un rimborso spese», puntualizza il sindacalista. Da un minimo di 200 euro fino a 400, a seconda dell’impiego.

Per approdare al parlamento regionale, però, la proposta ha bisogno di 10mila firme da raccogliere entro 90 giorni. «Il sindacato – continua Tasinato – si sta già muovendo in accordo con altri enti associativi, sia partitici che studenteschi». Nelle prossime settimane saranno previsti degli appositi banchetti nelle diverse facoltà universitarie. «Le prima 400 firme – racconta – sono state raccolte grazie al tam tam tra gli studenti di Scienze politiche. Un risultato più che soddisfacente che dimostra quanto il problema dello stage sia largamente sentito».

[Foto di State Library of New South Wales collection]


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