Domenico Giannopolo, sindaco di Caltavuturo, paese rimasto isolato per la chiusura dell'autostrada, risponde al ministro Delrio che oggi ha parlato di superamento dell'emergenza. «Non è così sia per la viabilità autostradale, sia per la nostra comunità». E chiede di attuare rapidamente il piano della viabilità secondaria
La bretella della A19, una voce fuori dal coro «Metafora di una Sicilia che occorre cambiare»
«È stato detto dal ministro Delrio che oggi cessa l’emergenza e che la realizzazione della bretella rappresenta una metafora della Sicilia e dell’Italia che funziona. Vorremmo precisare che l’emergenza è lungi dall’essere terminata sia per la viabilità autostradale, sia per la nostra comunità». È il sindaco di Caltavuturo, Domenico Giannopolo, a uscire fuori dal coro delle celebrazioni che oggi hanno accompagnato l’inaugurazione del tratto di due chilometri che ricollega lo svincolo di Scillato sull’autostrada A19 al viadotto Himera, colpito ad aprile dalla frana. Il piccolo comune del Palermitano è stato quello che ha dovuto pagare i disagi più pesanti, rimanendo parzialmente isolato per mesi. Ma è stato anche quello più intraprendente, intestandosi la realizzazione della famosa trazzera, finanziata con la donazione del Movimento cinque stelle.
«Non disconosciamo – sottolinea il primo cittadino – il lavoro proficuo di tecnici e imprese e il valore in sé del ripristino del collegamento autostradale, soprattutto per il grande traffico di collegamento della Sicilia. Ma la viabilità autostradale non è del tutto ripristinata nelle due direzioni di marcia e di carreggiata, rinviata a metà del 2018, sia per il territorio e le comunità di Caltavuturo e Sclafani Bagni che risultano ancora privi del collegamento diretto con lo svincolo autostradale di Scillato che viene garantito ad oggi solo dalla trazzera Prestanfuso della quale, anche stamani in conferenza stampa, si continua a negarne la legittimità e il presupposto di utilità».
Giannopolo riprende l’immagine, lanciata stamani da Delrio, della bretella come metafora. Ma la interpreta in senso negativo. «È davvero una metafora ma di quella Sicilia e Italia che occorre cambiare. La metafora di una Regione e di uno Stato che non riescono a fermare una frana largamente preannunciata e denunciata in tutti questi anni; che non riescono a dire delle parole chiare sulla sicurezza dell’altra campata non danneggiata e sulla congruità degli espropri per la realizzazione della rampa. Un’Italia e una Sicilia che hanno dato prova nelle loro espressioni istituzionali di lontananza dalla realtà e dai problemi delle comunità locali».
Guardando al futuro, il governo ha annunciato due importanti investimenti sulle infrastrutture siciliane: quello da 842 milioni di euro da spendere in cinque anni per migliorare l’autostrada Palermo-Catania, e quello da 27 milioni da destinare alla viabilità secondaria. Ed è proprio su quest’ultimo piano che il sindaco di Caltavuturo rilancia: «In questa circostanza vogliamo esprimere un ulteriore sollecito al governo nazionale e regionale, alla Protezione Civile nazionale e regionale, all’Anas nazionale e regionale, affinché si adoperino per attuare finalmente e in tempi rapidi il Piano della viabilità secondaria, approvato l’8 ottobre e ancora lontano dal produrre i primi pratici e concreti risultati. Solo alla fine dell’attuazione di quel piano si potrà dire che l’emergenza è del tutto cessata».