La Biblioteca regionale riapre martedì «Un incendio evitabile ed è ancora tutto a rischio»

Sul quel bancone in legno all’ingresso della Biblioteca centrale tutti hanno poggiato il proprio documento centinaia di volte. Eppure nessuno conosce la sua storia. A ricordarla, con una commossa e-mail inviata al direttore Francesco Vergara, è stata Carmela Perretta, per anni direttrice della biblioteca: «Un bancone realizzato in occasione della riapertura dopo il bombardamento del ’48». Storia anche questa. Andata in fumo, letteralmente, con le fiamme divampate sabato scorso a causa di un corto circuito al piano terra. Come dimostra la foto in apertura dell’articolo.

Un incendio che con ogni probabilità si poteva evitare e che poteva causare un danno inestimabile, considerato che si tratta di un’area di ottomila metri quadrati rivestita in larga parte di legno, con una torre metallica di otto piani inaccessibile agli utenti, che protegge, come fosse il caveau di una banca, circa 750mila libriperiodici – quindi carta – e quadri. Oltre al Polo Sbn Sicilia, il centro di elaborazione dati che collega la struttura ad altre 90 biblioteche. Senza dimenticare che la stessa struttura è un bene monumentale storico tutelato dalla Sovrintendenza. Tutto questo poteva andare distrutto per sempre e, senza prevenzione, la prossima volta – perché ci sono tutte le possibilità che si verifichi un altro incendio – la fortuna potrebbe non bastare.

Sempre fortuna ha voluto che il giorno dell’incendio fosse sabato pomeriggio e la biblioteca fosse vuota. A causare il danno, un guasto all’impianto elettrico vetusto e quindi a rischio come più volte segnalato alla Sovrintendenza e al Dipartimento regionale dei Beni culturali attualmente guidato da Salvatore Giglione, interlocutore diretto della Biblioteca. Richieste di interventi che si rinnovano di anno in anno e più volte l’anno, ma che sono sempre rimaste inevase anche a causa dei repentini cambi di assessore e dirigenza. «Ogni volta – dice Franco Fasola, responsabile sicurezza lavoratori (Ugl ) – si deve ricominciare di nuovo e non è possibile riuscire a portare nulla a termine o peggio ancora iniziare qualcosa». A partire dai corsi di sicurezza per il personale che «dovrebbe essere preparato anche ad affrontare situazioni di emergenza, come l’evacuazione, ma non è così. La sorveglianza sanitaria da anni non sappiamo più cosa sia ed è obbligatorio da parte del Dipartimento». Una mancanza di programmazione dovuta anche alla mancanza di fondi da poter gestire autonomamente

Lo stanziamento per tutto il 2013 per il funzionamento dell’istituto è stato di 6.500 euro. «I fondi sono stati tagliati negli anni in maniera disastrosa, circa il 70 per cento in meno per istituti come il nostro. C’è da dire anche – spiega a Meridionews il direttore Vergara – che la nostra situazione è particolarmente delicata perché cerchiamo di mantenere al passo coi tempi, per utenti per lo più giovani studenti, una struttura di 500 anni». A partire dalla digitalizzazione – con un progetto finanziato con fondi europei 2014/2020 – e il progetto di creazione della Bds, la Biblioteca digitale siciliana. «Sono stato recentemente a Roma all’Iccu (Istituto centrale catalogo unico, ndr), proprio per il progetto di digitalizzazione – continua il direttore -. Dal dipartimento ci è stato chiesto di elaborare delle schede e presentare un’idea per inserirla nella programmazione generale dove avrà un posto di primaria importanza. Oggi, si sa, l’agenda digitale è vista di buon occhio». 

«Cosa vorrei? – aggiunge Vergara – Una dotazione organica stabile per la biblioteca». Ma adesso il primo obiettivo è riaprire e il giorno fissato è martedì. In questi giorni l’impresa di pulizia che opera all’interno della struttura – fino settembre perché poi, a scadenza di contratto, non sarà più possibile riaffidare i lavori per mancanza di fondi e dunque dovranno subentrare gli ex pip di emergenza lavoro – sta facendo un lavoro straordinario. «Era tutto nero, ovunque. Il fumo e la fuliggine hanno raggiunto anche i piani più alti. Adesso alcune pareti sono tornate bianche, ma ancora c’è parecchio lavoro da fare – spiega Vergara – Dopo si dovrà passare all’intervento dell’impresa edile, ma si attende prima la perizia del ripristino da parte della Sovrintendenza. Noi stiamo stilando un elenco dei danni, si tratta di somme che andranno dai 100mila euro per la parte edilizia a decine di migliaia per ripristinare gli impianti».

«Lo scorso anno, come Ugl, è stata inviata una lettera al ministero denunciando i problemi – spiega Enzo Spina, segretario aziendale Ugl -. La Direzione generale ha risposto con una lettera indirizzata al Dipartimento dei beni Culturali e dell’Identità Siciliana che a sua volta ha chiesto alla Soprintendenza una relazione “sui fattori di rischio cui il patrimonio custodito è sottoposto”. Qualche giorno dopo sono venuti a fare un’ispezione ma da allora non abbiamo avuto più notizie. E’ una battaglia che date tempo portiamo avanti anche con interrogazioni fatte dal M5S che avevano evidenziato proprio lo stato in cui versava l’Istituto». Nel frattempo, sempre per la mancanza di fondi, «la Biblioteca da due anni non può più comprare libri e non riceve più i periodici». Un danno che si riflette sugli studenti, come ricordato in una lettera dell’ottobre del 2013 firmata da centinaia di studenti, docenti e ricercatori e dal rettore dell’università di Palermo Roberto Lagalla e inviata all’allora assessore Maria Rita Sgarlata.

In ogni caso, «va riaperto il prima possibile perché, per come stanno messe le cose, si rischia altrimenti di non riaprire più», conclude il direttore. Gli studenti martedì entreranno da via del Giusino dove sarà allestita una sorta di accoglienza e, attraverso la scala antica, potranno raggiungere il piano superiore e la sala lettura con un percorso sicuro.

E bisogna realizzare i lavori di manutenzione straordinaria il prima possibile. Si è rischiato davvero grosso; che un incendio si propagasse per tutto la biblioteca distruggendo centinaia di migliaia di libri e di anni storia e vale la pena ricordare che oltre alla torre, esiste un’altra stanza blindata e di inestimabile valore per quello che contiene, volumi di pergamena di pelle bovini mai nati, che devono stare in un microclima appropriato, questo avviene attraverso un impianto elettrico, vecchio anche quello e senza manutenzione, realizzato ai tempi all’interno della stanza ma che dovrebbe essere realizzato all’esterno proprio per la salvaguardia dei libri. Se dovesse partire una scintilla da lì, non rimarrebbe nulla. 


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