La Banca del Mezzogiorno batte un colpo

La Banca del Mezzogiorno batte un colpo. E lo batte in Sicilia. L’istituto dedicato alle imprese meridionali è da gennaio, da quando il ministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera ha dato il suo ok, una realtà che nel Sud si distende su 250 sportelli della rete delle Poste, 73 in Sicilia. Ed ora, portata a termine l’organizzazione territoriale, comincia a farsi sentire. A cominciare da Palermo, dove, stamattina alle 11, presso la Camera di Commercio, firmerà un accordo con Assoconfidi, associazione che raggruppa circa il 90% dei Consorzi di Garanzia Fidi della Sicilia. Che potranno prestare la loro garanzia per i crediti chiesti alla Banca del Mezzogiorno. Il che non è male in tempi in cui i rubinetti degli istituti di credito sono strettissimi. Ricorda, Mario Filippello segretario di Associnfidi che «nel corso del 2011 la contrazione dell’erogazione del credito è stata sensibile in tutti i settori e ha superato il 20% rispetto all’erogato alle imprese aderenti ai consorzi associati dell’anno precedente che era stato di 2,5 miliardi». In pratica sono venuti a mancare dal sistema creditizio isolano almeno 500 milioni. E ciò mentre i confidi di artigianato, industria e commercio hanno registrato un «aumento medio di richieste di credito di oltre il 25 per cento».

Pietro Cirrito

A firmare l’accordo di domani, per la Banca del Mezzogiorno sarà il neo direttore, Piero Cirrito, sicilianissimo di Caltavuturo, ridente paese delle Madonie, con una carriera ai vertici del Banco di Sicilia e del Credito siciliano. Della sua nomina LinkSicilia ha dato notizia in questo articolo.

La Banca del Mezzogiorno, l’Istituto, fortemente voluto a suo tempo dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti, sarà una banca di secondo livello col compito di operare con la rete di banche e istituzioni che aderiscono all’iniziativa. Dovrà sostenere i vari progetti d’investimento nel meridione, promuovendo particolare il credito alle piccole e medie imprese, che saranno, secondo quanto risulta dal progetto relativo alla sua istituzione, le principali destinatarie della sua attività.

Per creare il nuovo istituto, le Poste di Sarmi (di cui è azionista il Tesoro, hanno acquistato lo scorso agosto da Unicredit il Mediocredito Centrale (per 136 milioni), al quale hanno subito cambiato nome in, appunto, Banca del Mezzogiorno.

 


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La banca del mezzogiorno batte un colpo. E lo batte in sicilia. L'istituto dedicato alle imprese meridionali è da gennaio, da quando il ministro per lo sviluppo economico, corrado passera ha dato il suo ok, una realtà che nel sud si distende su 250 sportelli della rete delle poste, 73 in sicilia. Ed ora, portata a termine l'organizzazione territoriale, comincia a farsi sentire. A cominciare da palermo, dove, stamattina alle 11, presso la camera di commercio, firmerà un accordo con assoconfidi, associazione che raggruppa circa il 90% dei consorzi di garanzia fidi della sicilia. Che potranno prestare la loro garanzia per i crediti chiesti alla banca del mezzogiorno. Il che non è male in tempi in cui i rubinetti degli istituti di credito sono strettissimi. Ricorda, mario filippello segretario di associnfidi che «nel corso del 2011 la contrazione dell'erogazione del credito è stata sensibile in tutti i settori e ha superato il 20% rispetto all'erogato alle imprese aderenti ai consorzi associati dell'anno precedente che era stato di 2,5 miliardi». In pratica sono venuti a mancare dal sistema creditizio isolano almeno 500 milioni. E ciò mentre i confidi di artigianato, industria e commercio hanno registrato un «aumento medio di richieste di credito di oltre il 25 per cento».

La banca del mezzogiorno batte un colpo. E lo batte in sicilia. L'istituto dedicato alle imprese meridionali è da gennaio, da quando il ministro per lo sviluppo economico, corrado passera ha dato il suo ok, una realtà che nel sud si distende su 250 sportelli della rete delle poste, 73 in sicilia. Ed ora, portata a termine l'organizzazione territoriale, comincia a farsi sentire. A cominciare da palermo, dove, stamattina alle 11, presso la camera di commercio, firmerà un accordo con assoconfidi, associazione che raggruppa circa il 90% dei consorzi di garanzia fidi della sicilia. Che potranno prestare la loro garanzia per i crediti chiesti alla banca del mezzogiorno. Il che non è male in tempi in cui i rubinetti degli istituti di credito sono strettissimi. Ricorda, mario filippello segretario di associnfidi che «nel corso del 2011 la contrazione dell'erogazione del credito è stata sensibile in tutti i settori e ha superato il 20% rispetto all'erogato alle imprese aderenti ai consorzi associati dell'anno precedente che era stato di 2,5 miliardi». In pratica sono venuti a mancare dal sistema creditizio isolano almeno 500 milioni. E ciò mentre i confidi di artigianato, industria e commercio hanno registrato un «aumento medio di richieste di credito di oltre il 25 per cento».

La banca del mezzogiorno batte un colpo. E lo batte in sicilia. L'istituto dedicato alle imprese meridionali è da gennaio, da quando il ministro per lo sviluppo economico, corrado passera ha dato il suo ok, una realtà che nel sud si distende su 250 sportelli della rete delle poste, 73 in sicilia. Ed ora, portata a termine l'organizzazione territoriale, comincia a farsi sentire. A cominciare da palermo, dove, stamattina alle 11, presso la camera di commercio, firmerà un accordo con assoconfidi, associazione che raggruppa circa il 90% dei consorzi di garanzia fidi della sicilia. Che potranno prestare la loro garanzia per i crediti chiesti alla banca del mezzogiorno. Il che non è male in tempi in cui i rubinetti degli istituti di credito sono strettissimi. Ricorda, mario filippello segretario di associnfidi che «nel corso del 2011 la contrazione dell'erogazione del credito è stata sensibile in tutti i settori e ha superato il 20% rispetto all'erogato alle imprese aderenti ai consorzi associati dell'anno precedente che era stato di 2,5 miliardi». In pratica sono venuti a mancare dal sistema creditizio isolano almeno 500 milioni. E ciò mentre i confidi di artigianato, industria e commercio hanno registrato un «aumento medio di richieste di credito di oltre il 25 per cento».

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